Quando il «follone» era solo un tessuto – Di Paolo Farinati
Degno ricordo della Camera del Lavoro di Rovereto e della Vallagarina
Il Sindaco di Rovereto Francesco Valduga ha risposto con una lettera ai 75 firmatari che si erano rivolti a lui un paio di mesi fa con un’altra missiva, per richiedere che presso l’ampia area di Piazzale Achille Leoni, da poco liberata dalle varie vetuste costruzioni, fosse posto un ricordo, semplice ma significativo, della storica Camera del Lavoro della città e dell’intera Vallagarina.
Magari proprio in quello spazio a sud-ovest del Piazzale, dove per oltre 50 anni fu ospitata la sede sindacale.
In questo contesto e in questo momento si ritiene più che opportuno ricordare cosa il «Follone» ha rappresentato per Rovereto e per i roveretani, quantomeno negli ultimi 150 anni.
Il prof. Diego Leoni, noto e stimato storico cittadino, ci ha più volte reso note le molte attività che lì ebbero vita sin dall’Ottocento: dopo l’agricoltura e vari orti privati, fiorenti furono vari laboratori artigianali, senza dimenticare l’industria tessile Serica, che produceva proprio il follone, un tessuto molto resistente e dai più diversi utilizzi.
Poi a fine ’800 l’impero austro-ungarico vi costruì un grande presidio militare, che dopo il 1918 fu utilizzato per parecchi anni dall’esercito italiano.
Certamente da non dimenticare, anzi, sono i decenni che dagli Anni ’50 fino all’inizio del 2000 hanno visto per l’appunto il caseggiato più a sud-ovest, quello verso la via Saibanti, ospitare le prime sedi sindacali e, dopo le scissioni, la Camera del Lavoro della CGIL di Rovereto e della Vallagarina.
Si ritiene, quindi, che la posa in quel luogo di un elemento che ricordi quella lunga importante storia del lavoro, che ha visto protagonisti migliaia e migliaia di persone, sia un atto dovuto.
Lo si deve a tutti questi lavoratori che con il loro esempio, la loro passione e la loro dedizione hanno visto crescere i diritti sui luoghi del lavoro e con essi la qualità della vita della nostra gente.
Molto significative le parole usate dal Sindaco Francesco Valduga nella sua lettera di risposta ai richiedenti:
«Non vi è alcun dubbio che la memoria della Camera del Lavoro, che ha contribuito alla crescita civile, economica e sociale della nostra città, debba essere coltivata e perseguita nel miglior modo possibile. Come Amministrazione comunale diamo il nostro più convinto impegno.
«L'areale del Piazzale Achille Leoni, in questo tempo, sta vivendo peraltro una profonda trasformazione e non è ancora del tutto definita la configurazione che assumerà nei prossimi anni. Il nostro intendimento è quello di procedere con un ragionamento d'insieme nell'ambito della progettazione complessiva che si svilupperà sull'area.
«All'interno di detta progettazione dovrà essere considerato, quale elemento da valorizzare in modo chiaro ed evidente, il cippo, o altra tipologia di manufatto, che ricordi oggi e alle generazioni future, quanto le vicende e il vissuto tra le mura della Camera del Lavoro di Rovereto abbiano rappresentato e continui a simboleggiare a difesa della democrazia e dei diritti della collettività.»
Rovereto e la Vallagarina devono al lavoro nei settori produttivi dell’industria e dell’artigianato molto del loro benessere economico e sociale. Uno sviluppo che ha portato sicuramente una crescita civile e culturale della nostra intera comunità.
Di tutto questo il “Follone” e la Camera del Lavoro sono stati i luoghi che hanno unito giovani e meno giovani, lavoratori e studenti, di più sensibilità ma coesi nel far progredire la dignità del lavoro e con essa veder affermarsi con forza la libertà di ogni cittadino e la democrazia.
Momenti storici e luoghi che sono scolpiti nella storia di Rovereto.
Il fatto stesso che il Piazzale sia stato, a suo tempo, intitolato alla memoria dello storico sindacalista Achille Leoni ne è la conferma.
Il Piazzale Leoni, come scritto pure dal Sindaco, vivrà nei prossimi anni una profonda trasformazione, è un’area centrale molto preziosa e strategica per Rovereto.
Là a sud-ovest verso la via Saibanti, dove sorgeva l’edificio della Camera del Lavoro, sono rimasti due alberi e un’aiuola che li ospita.
Forse potrebbe essere proprio quello il posto dove collocare l’elemento di ricordo, che moltissimi cittadini auspicano di poter un giorno vedere.
Elemento che va pensato e realizzato nelle giuste forme e dimensioni assieme all’Amministrazione comunale.
Qui di seguito i nomi dei 75 firmatari richiedenti, che con grande soddisfazione a questo punto ringraziano sinceramente il Sindaco e la sua Giunta per la sensibilità dimostrata e il preciso impegno preso nei confronti di tutta la nostra città e la nostra comunità lagarina:
Ettore Andreolli, Carlo Arlanch, Luisa Azzolini, Elisa Badoch, Paolo Baldo, Sergio Baldo, Bruno Ballardini, Miriam Bandera, Mariano Battocchi, Paolo Benedetti, Antonella Bernardis, Flavio Berti, Paolo Burli, Mauro Canal, Gloria Canestrini, Mario Cossali, Giovanni Cretti, Francesco Damini, Luciano Dapor, Oliviero Deflorian, Pasquale Del Prete, Caterina De Meio, Bruno Dorigatti, Sandra Dorigotti, Antonello Fadda, Carlo Fait, Paolo Farinati, Rita Farinelli, Nello Fava, Giuseppe Ferrandi, Giacomino Filippi, Anna Finetto, Angelo Finocchiaro, Giuseppe Finocchiaro, Teresa Fontana, Sandro Giordani, Paolo Girardelli, Lidia Girardi, Giorgio Grandisolli, Renata Greggio, Andrea Grosselli, Franco Ischia, Diego Leoni, Fabiano Lorandi, Barbara Lorenzini, Donata Loss, Giuseppe Lutteri, Renato Manzana, Nives Merighi, Paolo Mirandola, Elisabetta Montagni, Lucia Monte, Lina Morelli, Rolando Nave, Lucio Omezzoli, Fausto Penner, Roberto Pinter, Marialisa Povoleri, Sergio Prandi, Ruggero Purin, Rossano Recchia, Giorgio Rella, Mara Rossi, Osvaldo Salvetti, Germano Scarpetta, Sandro Schmid, Albertina Simonetti, Sandro Slaghenaufi, Luisella Speccher, Nico Stenico, Paola Stofella, Moreno Tomasini, Luisa Zanotelli, Lucia Zanotti, Nicola Zoller.
Paolo Farinati