Cartoline di Bruno Lucchi: La Bretagna, Menhir e Dolmen
Dopo diciotto anni ritorno in Bretagna per riabbracciare i Menhir, che sono in assoluto la prima forma di scultura usata dall’uomo
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Invitato nel 2005 a Vaux in Francia nel dipartimento del Vendée, alla Biennale «Art Figuratif» per una mostra personale della durata di 10 giorni, fra l’inaugurazione e il finissage, assieme a Graziella, di fare un salto a Granville, alla galerie L’Artcothèque dove avrei fatto una personale l’anno dopo e fare così il giro della Bretagna, la regione più ricca di testimonianze dell’epoca preistorica e con la più alta concentrazione di menhir, megaliti, dolmen, tombe, tumuli e camere sepolcrali.
Il Menhir è in assoluto la prima forma di scultura usata dall’uomo per affermare e segnalare la sua presenza.
In lingua Bretone, Men «Pietra» Hir «Lunga». Pietre allungate piantate nel terreno assottigliate verso la cima.
Venivano eretti singolarmente o in gruppi e potevano superare i 20 metri di altezza, presenti durante neolitico in molte culture di regioni diverse, presenti anche in Italia, ancora oggi è misterioso il loro significato.
Idoli, sculture antropomorfe, recettori di energia, cippi funerari, a volte rappresentano figure femminili, maschili o androgine decorate con incisioni di un fascino mistico.
Dopo diciotto anni ritorno in Bretagna per riabbracciare i menhir presenze che hanno segnato buona parte della mia vita, nel mio lavoro li ho ripresi più volte nel tempo, con l’uso del semirefrattario e più avanti l’acciaio Corten, rendendolo contemporaneo e anticipando la figura dell’androgino.
Il mistero è proprio in questa presenza senza tempo, spazio e identità, questa figura ambiguamente allusiva, né uomo né donna, si pone come arcana presenza, quasi sacrale custode del tempo, testimone silente, diventando il mio archetipo.
Quasi un dovere recarmi a Dol-de-Bretagne dove si trova uno dei menhir più grandi e meglio conservati della regione il menhir di Champ-Dolent risalente all’età del bronzo, e come non fare un salto a Trégastel in Côtes-d'Armor per fotografare il dolmen e la passerella coperta di Kergüntuil e il Menhir di Trémarche.
La Bretagna sa di coste atlantiche selvagge e fari sferzati dai venti, di onde alte e scogliere a picco sull’infinito, sa di luoghi lontani dal mondo dove chiedersi «ma come ho potuto stare tutto questo tempo senza la Bretagna?»
(Fabrizio Caramagna)
La Bretagna è una regione dalle emozioni forti come le sue coste, la sua gente, le sue maree e le sue leggende.
Bruno Lucchi.
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