Villa Margon – WWF – Famiglia Lunelli

Ecco le versioni integrali dell'esposto fatto dalla sezione trentina del WWF e della risposta data dalla famiglia Lunelli

Abbiamo ricevuto oggi il testo dell'esposto del WWF presentato al Servizio Provinciale per la Protezione dell'Ambiente. La risposta della famiglia Lunelli l'avevamo già ricevuta.
Siamo quindi in grado di presentare entrambi i documenti, confermando la nostra posizione pubblicata nei giorni scorsi sub sudice, ovvero in attesa di leggere anche il testo del WWF.

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ESPOSTO WWF

Allo Spett.
Servizio Provinciale per la Protezione dell'Ambiente
Piazza Vittoria 5
Trento

OSSERVAZIONI

A nome e per conto della Sezione Trentino Alto Adige del WWF-Fondo Mondiale per la Natura - Via Malpaga 8 Trento, relativamente al "Progetto preliminare" prot. N° 703/2007-U219 per la trasformazione di coltura e la realizzazione di un vigneto specializzato in località Terlaga di Ravina, presentato dai signori Franco, Luigi, Giorgio e Mauro Lunelli di Trento in qualità di proprietari del terreno interessato.

Il sottoscritto Dott, Francesco Borzaga, nella sua qualità di Presidente della Sezione Trentino Alto Adige del WWF, presenta le seguenti osservazioni ai sensi dell'art. 4 della L.P. 29 agosto 1988, n. 29:
Il progetto presentato prevede la completa trasformazione, ai fini di un'utilizzazione vitivinicola industriale, del vasto parco-bosco che attualmente circonda e sovrasta Villa Margone di Ravina. E' questa senza dubbio la più importante, tanto dal punto di vista storico-artistico quanto da quello ambientale, tra le dimore nobiliari conservateci nell'ambito della collina di Trento. La collocazione paesaggistica della villa e di riflesso il rilievo che le costruzioni e il circostante parco occupano nell'ambito periurbano del capoluogo, sono assai bene descritti nella pagina introduttiva che a Villa Margone dedica il volume "Ville del Trentino" del Prof. Bruno Passamani:
"Il rilevato pianoro limitato dalle profonde valli dei rii Gola e delle Calcare, ombreggiato da boschi, aperto in soleggiate radure e cinto di viti sulle coste, offre ancor oggi quell'integrità di paesaggio bucolico e silvestre altrove scomparsa, atmosfera ideale al gusto per la quiete meditativa, per i colti conviti, per le selvagge cacce cinquecentesche".
Il complesso costituito dalla villa e dalla circostante proprietà, originariamente della famiglia Basso (1580) passò successivamente ai banchieri Fugger, ai Sizzo, ai Lodron, ai Ferrari, ai Lupis a da questi ai Baroni Salvadori.
Conscio dell'importanza storica e artistica della Villa, e convinto della necessità di una sua attenta custodia e conservazione, il barone Teofilo Alessandro Salvadori, ultimo proprietario appartenente a questa famiglia, con atto del 27 aprile 1971 cedette il prezioso complesso di beni mobili ed immobili alla Cassa di Risparmio di Trento e Rovereto, con lo scopo comune di conservare alla città di Trento un insieme di importanza unica.
Essendosi constatata l'impossibilità da parte della Cassa di Risparmio di far fronte agli obblighi assunti con il contratto, si pervenne alla risoluzione consensuale del medesimo, essendosi dichiarati i fratelli Franco, Luigi, Mauro e Giorgio Lunelli disposti a ricevere in donazione i beni con tutti gli obblighi, oneri, vincoli e limitazioni a suo tempo assunti dalla Cassa di Risparmio, così da assicurare la piena realizzazione degli scopi di conservazione e destinazione del complesso che il Barone Salvadori si era prefisso di raggiungere con la detta cessione alla Cassa di Risparmio.
Il passaggio in proprietà alla Famiglia Lunelli venne attuato con atto di donazione n. 39529 di repertorio del notaio Egidio Lorenzi di Milano, di data 1 dicembre 1989, nonchè con successivi atti integrativi e confermativi. Negli stessi sono minuziosamente elencati gli obblighi assunti dai beneficiari Lunelli riguardo non solo alla Villa in sè, ma pure al parco e ai circostanti boschi di proprietà.
In particolare si tratta dei seguenti impegni:

c) Onere di mantenere e curare razionalmente il parco e il bosco.
d) Onere di approntare nel bosco un percorso dotato di panchine e luoghi di sosta da destinare al pubblico.
e) Onere di provvedere alla cura e al mantenimento invernale della fauna selvatica che abita il bosco.
Nella sgradevole realtà dei fatti i beneficiari fratelli Lunelli si sono ben guardati dall'onorare gli impegni assunti come contropartita della generosa donazione. Lungi dal mettere a disposizione del pubblico, cioè soprattutto dei cittadini di Trento, il parco e il bosco loro donati, essi hanno fatto apporre ai confini della proprietà minacciosi cartelli del seguente tenore: "Proprietà privata - Divieto raccolta funghi - Divieto di passaggio. I responsabili verranno denunciati - art. 624 C.P.".
Nella stessa ottica di un incontrollato sfruttamento privatistico del complesso di Villa Margone essi hanno ora presentato la sopracitata richiesta di trasformazione di coltura, con il proposito di ottenere dai luoghi una produzione spumantistica "di altissima qualità" .
Non pare tuttavia che la produzione di spumanti, sia pure di "altissima qualità", rientri tra gli obblighi a suo tempo assunti dai fratelli Lunelli.
Il WWF del Trentino Alto Adige sottolinea come l'atto di donazione stipulato tra il Barone Teofilo Alessandro Salvadori e i fratelli Franco, Luigi, Mauro e Giorgio Lunelli non possa in alcun modo essere classificato come un semplice atto privato, destinato a svolgere i propri effetti unicamente tra i contraenti. Si tratta invece di un atto pubblico e indirizzato al pubblico bene, di un impegno comune liberamente assunto dalle parti a favore della città di Trento e più in generale della collettività. Come inequivocabilmente precisato in atti, scopo comune al cedente e al concessionario
è stato quello di conservare alla città di Trento un complesso di grande valore storico, artistico e ambientale. Non vi può essere dubbio alcuno che tra i beni da conservare e proteggere, tra l'altro con misure minuziosamente elencate, siano compresi il parco e la totalità del bosco che circondano Villa Margone. E' indiscutibile che la conversione a vigneto, come richiesta, verrebbe a determinare un radicale mutamento delle condizioni e dell'aspetto dei luoghi. E' pure indiscutibile che l'utilizzazione agricola renderebbe impossibile la messa a disposizione al pubblico del territorio, come prevista dal punto d) sopra riportato. Ugualmente diverrebbe impossibile la permanenza in loco della fauna selvatica, composta da cervi, caprioli, camosci, volpi e lepri e non certo solo da picchi verdi, allocchi e scoiattoli come pretende lo studio d'impatto.
Verrebbe certamente meno "l'integrità, di paesaggio bucolico e silvestre" così esemplarmente descritta dallo studio del Prof. Passamani
E' opportuno sottolineare come il bosco soprastante Villa Margone, di agevole accesso, costituisca l'area forestale più vasta, a parità di quota, nei dintorni della città. Vi sono conservate testimonianze del primo conflitto mondiale e dell'attività di boscaioli e carbonai meritevoli di essere conservate.
L'impegno di conservazione e tutela, liberamente assunto dai fratelli Lunelli con atto notarile può essere qualificato come promessa al pubblico, ai sensi e per gli effetti dell'art. 1989 C.C.. Resta comunque indiscutibile che in base all'art. 793, secondo comma del C.C., per l'adempimento dell'onere assunto dai donatari può agire qualsiasi interessato.
Nella sua qualità di Associazione statutariamente abilitata alla tutela e alla promozione del patrimonio naturale e alla difesa del pubblico interesse, il WWF del Trentino Alto Adige ritiene di avere veste per richiedere che la domanda di trasformazione di coltura in località Terlaga di Ravina venga respinta.

Si allega:
1) copia contratto donazione;
2) documentazione fotografica.

Trento, 17 maggio 2007

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RISPOSTA FAMIGLIA LUNELLI

Sorpresa e offesa. E' così che la famiglia Lunelli ha reagito alla sortita del WWF sul complesso di Villa Margon.

"Sorpresi", hanno spiegato i Lunelli, "perché non pensavamo fosse una colpa trasformare una piccola parte di bosco in un vigneto e che ciò potesse essere visto come uno sfregio all'ambiente". "Ma siamo anche offesi", continuano i Lunelli, "per i toni usati dal WWF che arriva a parlare di "incontrollato sfruttamento privatistico di Villa Margon".

"E allora è il caso di ricordarlo pubblicamente. Noi Lunelli, con le sole nostre risorse, senza nulla avere dall'ente pubblico e investendo cifre importanti, abbiamo restituito all'antico splendore un complesso che era stato abbandonato e scivolava verso un inevitabile degrado in tutti sensi, negli immobili, nel patrimonio artistico e nell'ambiente circostante. Il WWF parla di sfruttamento privatistico tralasciando di spiegare che Villa Margon è aperta al pubblico, gratuitamente, e anche in questo caso senza oneri per l'ente pubblico, centododici giorni l'anno ed è sempre disponibile per manifestazioni di grande spessore. Ma ciò che più conta, per rispondere alle insinuazioni del WWF, è che il bosco del quale s'è chiesta la trasformazione in vigneto non fa parte del parco di Villa Margon: é invece pertinenza della nostra famiglia".

"Conservare alla città di Trento un complesso di grande valore artistico e paesaggistico qual è Villa Margon è un obiettivo che la nostra famiglia ha sempre condiviso. L'abbiamo anche perseguito e ne siamo orgogliosi, come possono testimoniarlo le migliaia di persone che hanno visitato Villa Margon, scoprendone il ritorno all'originaria bellezza. Sarebbe questo lo sfruttamento privatistico?".

Trento, 17 maggio 2007