Agosto degasperiano 2024: «Amare il nostro tempo»
Dal 27 luglio al 14 settembre riparte la rassegna itinerante di eventi organizzata dalla Fondazione Alcide De Gasperi che tocca quest’anno la sua IX edizione
La grafica della nona edizione dell'Agosto degasperiano.
Dal 27 luglio al 14 settembre riparte il viaggio dell’Agosto degasperiano, la rassegna itinerante di eventi organizzata dalla Fondazione Trentina Alcide De Gasperi che tocca quest’anno la sua IX edizione. Un programma che si snoda da Pieve Tesino a Trento, toccando i luoghi cari allo statista trentino e facendone il teatro di una riflessione corale che, guardando oltre le piccole cose, invita a porsi quelle domande fondamentali da cui spesso scappiamo. Otto grandi interpreti del nostro tempo, otto lezioni pubbliche, otto occasioni per liberare il pensiero e dare ascolto a idee e scelte capaci di lasciare un segno positivo nella storia. |
«Non capiamo più che cosa è buono, che cosa è vero, che cosa è giusto, che cosa è santo… capiamo solo cosa è utile. Come se ne esce?»
L’avevamo lasciato così l’«Agosto degasperiano», con questa domanda rimasta in sospeso.
A porla era Umberto Galimberti, che di fronte a un auditorium Santa Chiara al gran completo si era immerso con implacabile lucidità nell’inquietudine che percorre il nostro tempo, onorando il tema cardine sviluppato dalla passata edizione della rassegna.
Un anno più tardi, il nuovo viaggio dell’Agosto degasperiano riparte proprio da lì, da quella sospensione, e per dare una risposta agli interrogativi evocati da Galimberti si affida a un titolo-manifesto: «Amare il nostro tempo».
Per confrontarsi con questo tema la rassegna di eventi estivi promossa dalla Fondazione Trentina Alcide De Gasperi, che dal 27 luglio al 14 settembre percorrerà i territori cari allo statista, da Pieve Tesino fino a Trento lungo tutta la Valsugana, anche quest’anno chiama in Trentino grandi interpreti del panorama nazionale, chiedendo loro di non sostare su considerazioni effimere, ma di aiutarci a guardare lontano, ponendoci quelle domande fondamentali che molto spesso la frenesia delle nostre vite ci consente di evitare.
«Amare il nostro tempo»: non è probabilmente questa la reazione più immediata di fronte alla violenza, alla sofferenza e alla paura che abitano le nostre giornate.
Eppure, è proprio quando tutto sembra andare per il peggio che si aprono spiragli per fare la differenza. Ecco perché l’Agosto degasperiano 2024 vuole andare controcorrente e anziché profeta di sventura preferisce farsi inno di speranza e determinazione, ispirandosi alle parole dell’ultimo discorso di Aldo Moro al suo partito: «Se fosse possibile dire: saltiamo questo tempo e andiamo direttamente a questo domani, credo che tutti accetteremmo di farlo, ma, cari amici, non è possibile; oggi dobbiamo vivere, oggi è la nostra responsabilità.
«Si tratta di essere coraggiosi e fiduciosi al tempo stesso, si tratta di vivere il tempo che ci è stato dato con tutte le sue difficoltà… Camminiamo insieme perché l’avvenire appartiene in larga misura ancora a noi.»
Era il 28 febbraio 1978: due settimane più tardi si sarebbe consumato il rapimento che avrebbe sconvolto l’Italia, scrivendo una delle pagine più tristi della storia recente del Paese.
Ma la tragica fine di Aldo Moro non svuota la sua lezione profonda, piuttosto ce la consegna, invitandoci a farla nostra e calarla nei contesti, certo molto differenti, della nostra quotidianità.
Rimettere in ordine le priorità per non attraversare la vita a occhi chiusi.
Fare autocritica – personale e collettiva – ma poi rimettersi in cammino più decisi e forse anche meno soli. Cercare oltre il dolore che popola ogni epoca il senso della resistenza più autentica: quella contro la tentazione di arrendersi al male e lasciarsi cambiare, divenendone parte.
È questo lo spirito che dà forma alle otto tappe dell’Agosto degasperiano e, forse, anche il modo migliore per onorare la ricorrenza dei 70 anni dalla morte di Alcide De Gasperi: un uomo che non ha mai smesso di credere nel futuro, perché mai ha smesso di credere nell’umanità.
Il programma dell’Agosto degasperiano 2024 è stato presentato questa mattina dal direttore Marco Odorizzi nella sede della Fondazione.
Giunta quest’anno alla nona edizione, il direttore ha riassunto il senso della rassegna:
«Come ogni anno vogliamo raccogliere la sensibilità di De Gasperi per l’impegno civile e politico, e confonderla con le prospettive che ci offre il presente.
«L’Agosto degasperiano diventa così, ogni anno, uno strumento per mettere in circolo il pensiero e uno spazio per mettersi in ascolto delle istanze che provengono dalle comunità e dalle voci più sensibili del dibattito pubblico.»
Riepilogando il senso delle edizioni più recenti, il direttore è passato a spiegare l’inversione di senso del titolo di quest’anno rispetto alle scorse rassegne, Amare il nostro tempo:
«Si tratta di un’edizione che nasce più dal cuore che dalla testa. È per questo motivo che dopo il grande successo dell’anno scorso, ci siamo seduti a un tavolo e ci siamo detti: è giusto parlare delle incertezze e delle inquietudini che abitano la nostra società, ma forse è necessario un cambio di paradigma, per provare ad amare un tempo oggettivamente difficile, in cui qualcosa sembra sgretolarsi.»
Gli otto incontri dell’Agosto degasperiano non vogliono quindi mettersi in coda alle retoriche dominanti:
«Vogliamo cercare insieme al pubblico le fonti di luce del nostro presente confuso, guidati dalla voglia di impegnarsi per vivere appieno il nostro presente e dalla fiducia che attraverso la democrazia l’umanità possa farsi ancora del bene reciprocamente.
«Un atto d’amore che guida la nostra attività didattica e di ricerca.»
Per concludere con un ringraziamento e un doveroso ricordo:
«Ogni anno ci chiediamo se abbiamo le forze per mettere in piedi la rassegna. La fiducia e la curiosità che sentiamo dal nostro pubblico affezionato però ci responsabilizza e ci dà l’energia per credere in quello che facciamo.
«Un‘energia che si nutre anche di partner storici e nuovi, su tutti vorrei citare la Fondazione Valtes con cui abbiamo avviato una collaborazione larga, e Lisa Orlandi della Piccola Libreria di Levico con cui il confronto è vivo tutto l’anno.
«Un pensiero speciale va a Sara Tomaselli, che ci ha lasciati improvvisamente giovanissima un anno fa, fotografa ufficiale di molte edizioni dell’Agosto degasperiano.
«Nel riverbero positivo dell’Agosto degasperiano 2024 risplende anche la luce del suo sguardo creativo nel vedere il mondo.»
Luciano Violante.
Il programma
«Amare il nostro tempo» è innanzitutto uno sforzo di comprensione: la volontà di abbracciare la bellezza che abita la nostra fragilità e incompiutezza.
Partendo da queste premesse, l’Agosto degasperiano 2024 prende il via accogliendo a Civezzano sabato 27 luglio Luciano Violante, magistrato, saggista, già Presidente della Camera dei deputati e a lungo protagonista della vita delle istituzioni.
Mescolando diritto, filosofia e un’intima esperienza autobiografica, la sua riflessione affronta uno dei grandi tabù del mondo contemporaneo, quello della morte: la chiave per riscoprire il valore della vita.
Lunedì 5 agosto la rassegna raggiunge Borgo Valsugana, il paese dove De Gasperi trascorse i momenti più belli della sua vita privata, per incontrare la celebre biologa e divulgatrice scientifica Antonella Viola: dopo aver provato a fare pace con la morte, a lei sarà richiesto di aiutarci a fare pace con la nostra dimensione materiale.
Capire e accettare i limiti e i ritmi del nostro corpo, senza per questo sottovalutarne le potenzialità: una via dell’equilibrio che può insegnarci a volerci un po’ più bene.
Giovedì 8 agosto si sale a Vigolo Vattaro per parlare di democrazia: sarà l’economista e saggista Leonardo Becchetti a scuotere le nostre coscienze ricordandoci, come avrebbe fatto De Gasperi, che “la politica si fa o si subisce” e proponendoci un nuovo paradigma civile ed economico immaginabile nel quale essere protagonisti e non vittime delle sfide dei nostri giorni.
Sfide che includono tragicamente quella della guerra: una realtà che l’Occidente aveva forse dimenticato lasciando inascoltato il monito della memoria, a cui Agnese Pini, direttrice de «La Nazione» e di varie altre testate nazionali, si incarica invece di dare voce venerdì 14 agosto, nelle sale di Casa Raphael a Roncegno Terme.
Discendente di una famiglia rimasta vittima degli eccidi nazifascisti, ci racconta la storia di allora, che è poi la storia di oggi e di ogni guerra: quella che vede i civili, gli ultimi, vittime inermi di una violenza senza senso.
Domenica 18 agosto si rinnoverà invece l’appuntamento con la «Lectio degasperiana», l’evento più rappresentativo della Fondazione: un’occasione per commemorare lo statista, nei giorni dell’anniversario della sua morte, accogliendo nel suo paese natale, Pieve Tesino, Ivan Maffeis, Arcivescovo di Perugia-Città della Pieve, un trentino che, come De Gasperi, ha dentro di sé lo spirito della sua terra e lo sguardo universale della fede.
Dal deserto della democrazia alla rinascita della politica: la sua rivisitazione del decennio di governo degasperiano si preannuncia ricca di riflessi che rimandano al presente.
Archiviata la Lectio degasperiana, la rassegna si vena di echi letterari accogliendo una delle autrici più acclamate degli ultimi anni, fresca vincitrice del Premio Strega: Donatella Di Pietrantonio. Ospite tra le mura del bellissimo Castel Ivano, mercoledì 21 agosto in un evento realizzato in collaborazione con Arte Sella, ci parlerà della fragilità che ci pervade in ogni età della vita, dalla nascita alla morte: una dimensione di cui spesso proviamo vergogna, ma che è invece il ponte tra noi, gli altri e la natura. La strada maestra per vincere la paura e l’emarginazione.
Dopo una breve pausa, nell’ultimo appuntamento estivo l’Agosto degasperiano incontra a Levico Terme, sabato 14 settembre, una delle protagoniste più amate della televisione e della radio italiane, la giornalista e scrittrice Daria Bignardi, ad accompagnarci a scoprire l’affollata solitudine del carcere.
Un luogo dove forse non vorremmo mai entrare, ma che si rivela capace di raccontarci ciò che siamo e ciò che cerchiamo di dimenticare di essere. L’evento è in collaborazione con l’Alzheimer Fest che si svolge in quei giorni a Levico.
Infine, dopo una lunga pausa, l’Agosto degasperiano propone un evento autunnale, fuori rassegna, grazie alla collaborazione con l’Associazione AMA, accogliendo domenica 17 novembre, nell’auditorium del Conservatorio F.A. Bonporti di Trento, un grande ospite internazionale, tra i più brillanti pensatori contemporanei: il filosofo e psicoanalista franco-argentino Miguel Benasayag.
A lui il compito di raccogliere l'appello di una società impaurita e proporle una scommessa per un futuro diverso.