Lo scenario in Medioriente è sempre più fosco: siamo in bilico

Israele non ha ancora scatenato l’attacco da terra contro la Palestina perché sarebbe la miccia per un nuovo conflitto mondiale. Ma Netanyahu vuole farlo

La maggior parte della gente si domanda per quale motivo Israele non abbia ancora attaccato la Palestina.
I carri armati di Davide sono in agguato al confine della Striscia di Gaza, riscaldano i motori e basta. Mordono il freno.
Benjamin Netanyahu continua ad annunciare l’attacco da terra, precisando che «è questione di poco». Ma l’ordine non arriva mai.
Ovviamente c’è il problema degli ostaggi che, nel caso di attacco, verrebbero uccisi. Le trattative per liberarli languiscono, nonostante gli sforzi diplomatici di mezzo mondo.
Tuttavia non è questa la vera causa dell’attesa. La realtà guarda lo scenario del mondo intero.
Se Israele attacca, l’Iran scatenerà l’attacco a Israele dalla Siria e dal Libano.

Quindi Israele ha bisogno di tempo per prepararsi. Devono arrivare dagli USA i missili ritenuti indispensabili dai militari. Che peraltro sono già in viaggio.
Ed è qui la gabola maledetta. I missili di cui sta per essere dotato Israele non serviranno per tenere a bada le milizie che potranno arrivare dal Libano o dalla Siria, quanto piuttosto per attaccare a sua volta l’Iran, il vero nemico giurato degli ebrei. Quello che ha fomentato i terroristi di Hamas e li ha dotati di armi micidiali.
Due flotte americane sono già sul posto da tempo. I loro sistemi di difesa antimissile serviranno sia per difendere le navi che per difendere lo stesso Israele. Non si tratta di un’azione militare a fianco dell’alleato, ma una vera e propria «difesa personale».
Il problema semmai sorgerà quando Israele sarà messo in grado di sostenere l’attacco contro l'Iran.

Se Netanyahu darà il via all’operazione da terra, vorrà dire che il dispositivo militare strategico sarà pronto per lo scenario che si andrà a configurare.
Per questo tutto il mondo si sta adoperando per impedire che scatti l’operazione da terra dei carri armati.
Biden si sta dando da fare per convincere (anche monetizzando) gli alleati arabi a non prendere posizione a favore dei terroristi.
Ma prima ancora dei paesi arabi, si è messa di traverso la Turchia: Erdogan ha dichiarato di stare dalla parte di Hamas.
Un paese che fa parte della NATO si pone a favore dei nemici?
E questa è la prima volta che una crisi mondiale mette di fronte paesi appartenenti al medesimo Patto Atlantico.
Siamo in bilico verso un nuovo conflitto mondiale. Dobbiamo impedirlo ad ogni costo.

G. de Mozzi