Schmid sulle Foibe: «La mia posizione è di ferma condanna»

«Auspico peraltro un convegno serio, affidato al Museo Storico Trentino, per stabilire dei punti fermi e oggettivi di questa storia, anche per le nuove generazioni»

Sandro Schmid - Foto l'Adigetto.it 2014.

Non era passata inosservata l’assenza di comunicati da parte dell’ANPI in occasione del «Giorno del Ricordo», in onore delle vittime delle Foibe, ricorrenza sinonimo della «Giornata della memoria», celebrata in onore alle vittime della Shoah.
Noi abbiamo sempre lamentato che la solennità di una memoria per fatti così gravi venisse celebrata in date diverse, perché non debbono esistore differenze tra le vittime di una tragedia e quelle di un’altra.
Ma soprattutto non abbiamo mai gradito che gli attestati di solidarietà arrivassero più per una ricorrenza piuttosto che per l’altra.
Per questo, ascoltando quanti ci hanno chiesto lumi, abbiamo domandato a Sandro Schmid - presidente trentino dell’Associazione Nazionale Partigiani d’Italia - per quale motivo si sia scordato dell’anniversario delle Foibe.
Di seguito la sua risposta. 

Gent.mo Direttore,
La posizione di netta condanna della tragedia delle Foibe, dell'Anpi e mia personale, è già stata espressa da tempo.
Le Foibe non giustificano né il «vendettismo» rispetto ai crimini del fascismo né, tanto meno, la «pulizia etnica».
Le Foibe e il drammatico esodo di massa degli italiani, sono l'ultimo anello di una storia lunga e straordinariamente complessa di queste terre di confine.
Il Giorno del Ricordo dovrebbe essere l'occasione per affrontare questa complessità. Affrontarla con uno spirito di riconciliazione fondato sulla verità storica.
Per fare questo la storia va raccontata leggendo «tutte» le sue pagine. Questo è anche il metodo migliore per evitare strumentalizzazioni faziose, da qualunque parte provengano.
Ripropongo un convegno unitario, di studio sulla storia di queste terre di confine, dall'irredentismo italiano e slavo della seconda metà dell'Ottocento, alla Prima Guerra Mondiale con l'annessione all'Italia dell'Istria, al fascismo e al processo persecutorio e di italianizzazione (peggiore di quello dell'Alto Adige), all'occupazione del Regime fascista in Slovenia, le violenza nazifasciste dopo l'8 settembre 1943, la Resistenza dei militari italiani come a Cefalonia e il ruolo (complesso e talvolta conflittuale) del movimento partigiano italiano e titino.
L'occupazione jugoslava fino al dramma delle Foibe e dell'Esodo, e di come l'Italia ha «accolto» i profughi.
Un convegno serio, affidato alla collaborazione scientifica del Museo Storico Trentino, è la strada migliore di una riflessione matura e oggettiva per stabilire dei punti fermi e oggettivi di questa storia, anche per le nuove generazioni.
Per fare questo non occorre aspettare un altro anno, ma si può programmare per i prossimi mesi.
Sandro Schmid

Condividiamo la posizione di Sandro Schmid. Ci piace l’idea di un convegno sulle vittime delle Foibe e, ancora di più, sulla piatta accoglienza che lo Stato Italiano riservò ai profughi istriani.
Ci preme sottolineare che la tragedia delle Foibe resta tale comunque siano le risultanze di una ricostruzione storica di quegli eventi: le vittime restano vittime, indipendentemente dalle regioni storiche che le hanno generate.
 
G. de Mozzi.