Francesco Giavazzi al Festival dell'Economia online
Appunti per la ripresa, l'importante saranno i programmi di investimento degli Stati
Come sarà la ripresa dell’economia mondiale colpita dall'emergenza Covid-19? Sarà lenta o sarà molto rapida. Il dibattito fra gli economisti è aperto. Tito Boeri, direttore scientifico del Festival dell’Economia di Trento, ne ha parlato nel pomeriggio con Francesco Giavazzi, professore ordinario di Economia politica presso l’Università Bocconi, nell'ambito del Festival dell’Economia online.
«Alcuni economisti come Paul Krugman e Larry Summers – ha esordito Giavazzi – sostengono che la ripresa sarà più veloce altri che sarà più lenta.
«Sarebbe un peccato – ha proseguito – se perdessimo questa occasione per adeguare la nostra economia ad una situazione in cui i cambiamenti saranno sempre più frequenti, pensiamo, ad esempio, a quelli climatici.
«Saranno molto importanti le scelte che faranno gli Stati. Dovranno valutare con attenzione dove investire.
«Il rischio è sempre che l’indebitamento pubblico possa andare nella direzione sbagliata".
«La cosa più importante da fare ora sono i programmi – ha proseguito Giavazzi – lo Stato italiano deve elaborare un programma che parta dai bisogni. Occorre investire in riforme ed investimenti.
«La Commissione europea sta indicando dove investire le risorse del Recovery Found ed ha il diritto di indicare i settori che considera meno efficienti.
«Ma bisogna capire quali sono i settori in cui investire, anche perché altrimenti le politiche industriali possono essere molto pericolose.
«Non si deve mai sprecare una buona crisi, – ha aggiunto Giavazzi. – Questa, ad esempio, ci ha dato la possibilità di utilizzare molte meglio le tecnologie”.
Rispondendo ad una domanda proveniente dal pubblico online Giavazzi ha parlato di anche un’eventuale riforma fiscale.
«L’ultima riforma fiscale – ha detto – la fece Visentini nel 1973, cambiando tutto il sistema. Poi abbiamo fatto dieci aggiustamenti all'anno e ora il sistema non è più coerente.
«Bisognerebbe riscrivere da zero le regole fiscali, ma questo richiede competenze e tempo.»
Infine, il professor Giavazzi ha dato la sua opinione sulla questione del prestito di 6,3 miliardi di Euro chiesto da FCA ad Intesa Sanpaolo a fronte di una garanzia dello Stato.
«Cosa succede se le cose andranno male – si è chiesto Giavazzi - i cittadini pagheranno 4 miliardi di euro?
«Bisognerebbe innanzitutto capire se quello di FCA è un problema di capitale o di liquidità. Se fosse un problema di capitale andrebbe bene prevedere che lo Stato garantistica un prestito, ma sarebbe auspicabile che partecipasse al capitale dell’azienda, che utilizzasse in quel modo il suo potere di azionista, votando in assemblea e dando degli indirizzi, senza intervenire nella gestione quotidiana.
«E soprattutto sarebbe un modo per partecipare agli eventuali profitti futuri e non solo alle perdite.»