«Insieme per il Trentino del 2030» – Di Maurizio D. Bornancin

Dall’assemblea 2021 Confindustria un nuovo progetto per il futuro: il trentino per la qualità della vita e del lavoro

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Questi gli obiettivi emersi dall’Assemblea 2021 degli Industriali trentini e i punti più indicativi degli interventi e delle proposte emerse dal mondo industriale.
Ad aprire i lavori il Presidente Manzana che, nel saluto e nei ringraziamenti di rito, ha subito messo in chiaro che la società trentina, dopo la pandemia, ha il dovere di reinventare il lavoro dal punto di vista di una responsabilità complessiva, questo anche per un processo produttivo in movimento.
Al centro vanno poste le persone e la qualità della vita. Il desiderio di Confindustria Trento è che il Trentino sappia insinuarsi bene nel vento della ripresa.
 
La ripartenza, ha precisato il presidente, dopo un duro anno ci ha dato delle opportunità per continuare il lavoro e per andare avanti; certo dobbiamo tutti adattarci alla nuova normalità, alle nuove regole, per il bene di tutti.
Ognuno deve fare la propria parte.
«Noi siamo qui per fare questo con umiltà, per dare il nostro contributo e per lavorare insieme e uscire dalla crisi più rafforzati, noi e l’intera società.
«Abbiamo cercato di stare vicino alle nostre imprese e capire come venirne fuori attraverso un’ampia riflessione e analisi, per definire come deve essere il nostro futuro.»
 
Abbiamo, allo scopo, messo in campo un progetto chiamato «Duemilatrentino-futuro presente», un’iniziativa che pensa al Trentino del 2030.
Per questo programma futuro ne è uscita una collaborazione con lo Studio Ambrosetti e, in conformità ad un’analisi del tessuto socio economico locale è nato un progetto che è presentato in quest’occasione.
La regia di questa giornata è stata affidata a Rosalba Reggio, giornalista del Sole 24 Ore.
La moderatrice ha così dato la parola a Lorenzo Tavazzi, Responsabile Area Scenari dello Studio Ambrosetti, il quale ha illustrato gli aspetti più rilevanti sull’evoluzione del tessuto economico e sociale del sistema Trentino, dal confronto con le istituzioni, con la realtà imprenditoriale e con i rappresentanti della ricerca e della formazione, per arrivare a un quadro d’insieme e mettere in luce il ruolo dell’Autonomia, qualificandone le eccellenze presenti.
 
Tutto questo per giungere a una visione del Trentino del 2030 che tenga conto degli indirizzi europei indicati dal PNRR (piano nazionale di ripresa e resilienza), già approvato dalla Comunità Europea.
Il tema centrale, sulla base della situazione attuale delle imprese e della comunità trentina, è il riposizionamento del Trentino nel futuro, per trovare dinamiche di sviluppo in un ambiente dove i territori sono sempre più competitivi tra loro.
Tuttavia, vi sono campanelli d’allarme che devono essere presi in considerazione come: il PIL, che nel nostro territorio è aumentato meno che in altre regioni vicine compreso l’Alto Adige, la produttività è più bassa, ed anche la ricerca ha percentuali inferiori al Nord Est.
 

 
Dal 2010 il manifatturiero è in crescita, ma con quote inferiori rispetto ad altre zone d’Italia. Dopo la pandemia e la debole crescita in atto, siamo di fronte a flussi che portano cambiamenti e che si aprono a nuovi mercati.
In pochi anni si stima che si svilupperà significativamente «lo smart working».
Quindi, siamo e saremo davanti ad un cambiamento storico nell’ambito lavorativo. L’imprenditoria non può trovarsi impreparata.
Tavazzi ha indicato i punti di forza del Trentino quali: la qualità della vita, longevità, la forma digitale in atto, le eccellenze universitarie e della ricerca, il patrimonio naturalistico e paesaggistico; ma ci sono anche alcuni punti di debolezza che non si possono sottovalutare cui: la burocrazia, le difficoltà a trovare personale, un sistema di staticità, di chiusura, di lentezza e di autoreferenzialità.
 
Gli strumenti per migliorare gli obiettivi e raggiungere la visione del Trentino del 2030 sono racchiusi in un impianto di strategie, che sono così tracciati: rendere l’individuo al centro degli interessi e delle attività produttive (nuovo umanesimo) con moderni modelli di lavoro e d’impresa; promuovere un protocollo d’intesa sulla qualità del lavoro e ripensare il progettone in chiave di politiche attive; valorizzare il ruolo delle imprese come ambiente professionalizzante; porre il Trentino come luogo per attirare talenti, nuove imprese e famiglie; creare un nuovo modello di turismo incentrato anche sullo sviluppo delle attività sportive; rinforzare e migliorare la collaborazione tra pubblico e privato semplificandone le fasi amministrative, già in parte sperimentate con le procedure di aiuti in ambito pandemico; impostare un forte rilancio dell’Autonomia, come valore in un territorio dinamico e sostenibile, puntando sulle produzioni e sui servizi pur rimanendo attenti all’ambiente e al territorio.
 
Tutto questo in una cornice che comprenda una forte apertura, sia verso il mondo tedesco, sia verso le regioni del Nord Est, accompagnata da una serie di criteri di condivisione delle strategie, per pianificare una nuova immagine di un Trentino collettivo.
È seguito uno scambio d’idee tra il Presidente Fugatti e il Presidente di Confindustria Manzana, sollecitati dalle domande di Rosalba Reggio.
 
Manzana ha evidenziato poi che l’industria trentina, nonostante tutto, è andata avanti; già nel primo semestre 2021, e mostra una progressione di crescita di fatturato superiore agli ultimi due anni, anche l’export sta dando segnali positivi, con quote di mercato in nuovi Paesi, rilevando che vi sono però preoccupazioni per l’aumento dei costi dell’energia, delle materie prime e dei semi lavorati, che andranno a incidere sui prezzi al consumo.
Per crescere si deve qualificare il territorio, anche attraverso le infrastrutture che sono fondamentali per i collegamenti.
Prosegue: «Dobbiamo ritrovare le radici dell’Autonomia, che deve essere rivitalizzata, puntando su una rinnovata collaborazione tra le forze economiche e sociali e le istituzioni.
«È necessario valorizzare la centralità della persona e della qualità della vita come leva per lo sviluppo, integrando le eccellenze (mettere a terra le nostre eccellenze) con collaborazioni continue e con un Patto per il lavoro.»
 

 
Proposta questa che ha già ricevuto il parere favorevole dei sindacati CGIL, CISL UIL.
«Ora si tratta – ha chiuso Manzana – di fare ognuno la propria parte, noi con questo progetto abbiamo cominciato e intendiamo proseguire insieme ai rappresentanti delle realtà trentine.»
 
Fugatti, dal canto suo, ha messo in luce che l’Amministrazione provinciale ha affrontato in modo diverso il tema della burocrazia, con una riduzione dei tempi e una semplificazione, sia pure sperimentale nel progetto Riparti Trentino, esperienza nata in ambito Covid, che ha facilitato l’accesso ai contributi per tutti i settori economici.
Bisogna ora puntare ad attrarre maggiormente il turismo di qualità, in un sistema che ha capacità di investire.
Un ragionamento va fatto sulle infrastrutture.
«Oggi ci sono arterie che vanno fatte, sono necessarie per la crescita, servono investimenti, sia pubblici sia privati, dobbiamo credere nelle partnership pubblico- private. Certo c’è molto da fare, anche il sistema degli appalti deve essere rivisto.»
 
A chiudere i lavori, in collegamento esterno, il Presidente Nazionale di Confindustria Bonomi, che ha posto all’attenzione l’importanza delle riforme dell’istruzione e della formazione professionale, dei «centri per l’impiego, che sono da rivedere».
«Come imprenditori dobbiamo seguire i processi di trasformazione in atto che sono importanti per uno Stato moderno e inclusivo.
«Le previsioni del Centro Studi di Confindustria, indicano che è in atto una risalita più forte delle attese, il PIL è aumentato del 6,1% rispetto al periodo ante covid, e nel 2022 si prevede una nuova crescita del 4,1%.
«Questi sono indicatori importanti per l’economia. Il sistema digitale, ambientale e la sostenibilità economica, non è solo un obiettivo, ma una necessità per stare al passo con i tempi. Si devono accompagnare le transizioni.
«Dobbiamo lavorare insieme per rispondere alle esigenze individuali dei giovani e degli anziani, creando una coscienza collettiva. Ecco perché sono indispensabili subito le riforme.
«La nostra Associazione rappresenta 150 mila imprenditori che sono stati sempre ancorati al nostro Paese e che anche nei periodi di crisi hanno fatto quello che dovevano fare ed anche oggi sono pronti alla grande trasformazione per il futuro del nostro Paese.
«Come imprenditori dobbiamo restare uniti e fare sistema, valorizzando le potenzialità delle forze presenti in questo Trentino. Noi faremo la nostra parte.»
 
Un incontro, quello del mondo imprenditoriale locale, che ha offerto una serie di spunti importanti, ed ha delineato nuovi scenari già dai prossimi anni, che ha fatto conoscere la forza del settore industriale, la volontà e responsabilità degli imprenditori, la voglia di avviarsi verso nuovi traguardi, per il bene della comunità:
Mi auguro pertanto che il Trentino possa, in poco tempo, diventare una vera e qualificata eccellenza del nostro Paese.

A cura di Maurizio Bornancin