Attentato a Donald Trump, aggiornamento
L’attentatore, Thomas Matthew Crooks, è stato ucciso. Era repubblicano
L’attentatore di Trump è stato ucciso dai cecchini dei Servizi Segreti.
Si chiamava Thomas Matthew Crooks, aveva 20 anni e, secondo l’FBI, era registrato come elettore repubblicano, cioè sostenitore di Donald Trump al quale ha sparato.
Essendo morto, rimane «presunto» attentatore di Trump.
Ma le polemiche non si sono fatte attendere.
Sia perché pare che solo gli agenti delle forze dell’ordine non si fossero accorte della presenza del killer sul tetto di fronte, sia perché non erano stati collocati agenti nei tetti delle vicinanze come accade di solito, sia perché - come da tradizione americana – l’attentatore è stato ucciso invece che catturato.
Avrebbe certamente potuto spiegare tante cose, a partire dal perché.
Trump sta bene. Si è fatto portare alla sua residenza in Florida, dove riposerà in mezzo ai suoi campi da golf, pronto a partire domani per un altro comizio in attesa della sua nomination ufficiale a candidato per i repubblicani.
Come c’era da aspettarsi, qualche estremista sostenitore di Trump ha accusato il presidente Biden di aver fomentato il clima di odio.
Biden ha parlato alla nazione, dicendo che l’attentato è un episodio assolutamente da condannare e che non appartiene alla cultura americana.
Sappiamo che in passato di attentati ce ne sono stati altri, alcuni dei quali mortali.
Ricordiamo Lincoln, che fu ucciso a teatro alla fine della Guerra di secessione, e Kennedy che fu ucciso a Dallas. Ma furono feriti anche Ford, Roosvelt e Reagan.