L’ISIS ha rivendicato l’attentato al consolato italiano del Cairo

Sono stati fatti esplodere 250 kg di tritolo, ma non ci sono ancora certezze sulla paternità dell’atto criminale

Il Califfato islamico ha rivendicato l’attentato perpetrato stamattina di fronte alla sede del Consolato italiano del Cairo.
C’era da aspettarsi una rivendicazione da parte dei cialtroni dell’ISIS, ma sono troppe le contraddizioni riscontrate.
La stessa Procura del Cairo dà più credito alla pista che vede coinvolti gli antagonisti del presidente Al-Sisi, il cui obbiettivo sarebbe stato quello di uccidere il giudice Ahmed al-Fuddaly, considerato vicino al presidente.
Di solito il giudice passa davanti al consolato italiano e sarebbe plausibile che il disegno criminale sia fallito per ragioni tecniche, dato che è stato innescato con un dispositivo a distanza.
Per essere un attentato contro l’Italia, ci si domanda infatti perché non sia avvenuto a un’ora e in una giornata in cui i dipendenti della sede diplomatica sono al lavoro.
Gentiloni invece si sente sicuro che l’obbiettivo fosse l’Italia.
Il presidente Mattarella ha dichiarato «vile» l’attentato, perché indipendentemente dagli obbiettivi che si erano posti i terroristi è morto un poliziotto e sono rimaste ferite otto persone, tre delle quali gravi.
Renzi ha dichiarato, al contrario, che l’Italia non lascerà sola l’Egitto. Come dire che non è l’Italia ad avere problemi direttamente generati dal terrorismo internazionale.
Certo è che sono stati utilizzati 250 kg di tritolo, il che sta a dimostrare che comunque volevano uccidere.