Una mossa incomprensibile – Di Paolo Farinati

AGS Alto Garda Servizi SPA esce dal Gruppo Dolomiti Energia

 
Ormai è ufficiale: Alto Garda Servizi (AGS SpA) esce dalla compagine azionaria del Gruppo Dolomiti Energia.
La scelta del Comune di Riva del Garda, socio di maggioranza di AGS col 56,63% del capitale sociale, è indubbiamente non solo legittima ma pure da rispettare.
In tutta modestia, questo fatto stimola in me alcune brevi considerazioni. Le faccio avendo avuto l’onore di essere Amministratore di ASM di Rovereto prima e di Trentino Servizi dopo, dal 1990 al 2001, e in seguito Assessore delegato anche alle Società partecipate del Comune di Rovereto dal 2005 al 2010.

ASM di Rovereto, nata come Azienda Servizi Municipalizzati ad inizio degli Anni ‘80, inglobando la storica Azienda Elettrica di Rovereto, a metà degli Anni ‘90 vive la sua trasformata in S.p.A., sull’onda dei decreti Bersani e Letta di privatizzazione e di liberalizzazione in Italia dei servizi pubblici imprenditoriali. Furono accolti nel capitale sociale della nuova S.p.A. anche alcuni Comuni della Vallagarina. Fu una prima «bozza» di creazione di un possibile sistema provinciale trentino dei servizi pubblici primari (produzione e distribuzione di energia elettrica, metano, acqua, rifiuti solidi urbani).
 
Nel 1998 avviene un fatto storico e dirompente per il Trentino: la fusione tra ASM di Rovereto e SIT di Trento e la conseguente nascita di Trentino Servizi.
Qui il disegno si fa più nitido e dai contorni più individuabili e maggiormente radicati sul territorio. Via via negli anni a seguire sono molti i Comuni ad aderire al progetto imprenditoriale di Trentino Servizi. Tra il 2006 e il 2007 avviene un ulteriore passaggio epocale e lungimirante per il Trentino: a Trentino Servizi si affianca Tecnofin, società strategica detenuta dalla PAT, che porta in dote la gestione delle maggiori centrali idroelettriche esistenti sul territorio della Provincia di Trento, prima in mano totalmente ad ENEL e Edison.


 
Nasce il Gruppo Dolomiti Energia, oggi il sesto gruppo italiano operante nel settore delle multiutilities, che si avvale della professionalità di oltre 1400 dipendenti, ha un fatturato pari a circa un miliardo e 500 milioni di euro e garantisce ogni anno preziosi dividendi milionari ai propri Soci.
Il capitale sociale del Gruppo DE è tra il 70 e il 75% in mano, direttamente o indirettamente, a soci pubblici (PAT, Comuni di Rovereto, Trento e altri), che nominano la maggioranza degli amministratori e indicano anno dopo anno le strategie del Gruppo.
 
In occasione della costituzione di Dolomiti Energia S.p.A., fu invitato al tavolo delle trattative pure il Comune di Riva del Garda, che però non fu disposto ad esserne socio fondatore per scelta dell’allora Amministrazione comunale del Sindaco Claudio Molinari.
Riva del Garda entrò, comunque, qualche anno dopo con la sua AGS.
Questa breve narrazione ci fa facilmente capire come oggi il Gruppo Dolomiti Energia, a cui fa riferimento per i propri servizi primari ben oltre l’85% dei cittadini del Trentino, sia soggetto strategico per la nostra comunità, per la tutela presente e futura del nostro territorio, per la qualità dei servizi offerti, per l’entità del suo patrimonio, per il suo essere strumento forte e affidabile della politica provinciale e dei molti Comuni soci.

In tal senso, non capisco la scelta di uscire dal Gruppo DE da parte del Comune di Riva del Garda.
Gli oltre undici milioni di euro che incasserà, immagino che siano certamente importanti per quella Amministrazione comunale, ma una volta spesi e, quindi, finiti, non ci saranno più.
Diverso è, a mio modesto avviso, essere soggetto che può incidere nelle politiche aziendali del Gruppo DE, anche con importanti investimenti nell’Alto Garda. A cui aggiungo il beneficio annuale di significativi flussi finanziari per quel Comune, attraverso i ricchi dividendi.
Ma, ripeto, rispetto quanto deciso dal Comune di Riva del Garda. Il tempo è e sarà sempre galantuomo.
 


A chi andranno le azioni vendute da AGS? Per lo statuto di Dolomiti Energia ogni socio può esercitare il diritto di prelazione, in base alle quote azionarie oggi detenute.
In sintesi, le 4.861,800 azioni cedute da AGS andranno assegnate a quei soci disposti a pagarle, dopo necessaria rigorosa stima, ognuna 2,35 euro. Findolomiti Energia, il socio maggioritario del Gruppo Dolomiti Energia, il cui capitale sociale è suddiviso pariteticamente tra la PAT e i due Comuni di Rovereto e Trento, ha già disposto tra i sei e i sette milioni e mezzo di euro, a seconda dei soci che non opteranno, per acquisire la propria nuova quota azionaria.
 
Il Comune di Trento ha anch’esso deliberato l’investimento di 700mila euro per la quota ad esso spettante.
La cosa molto sorprendente è la decisione presa dal Comune di Rovereto, socio fondatore storicamente sia di Trentino Servizi che di Dolomiti Energia e di Findolomiti Energia(!): non acquisterà le azioni ad esso spettante, per un valore di circa 500 mila euro(!). Spero che alla base della deliberazione non vi siano solo calcoli finanziari, peraltro fatti su un bilancio comunale 2022 di ben oltre 120 milioni di euro(!).
 
Questa scelta mostra una netta non percezione del valore complessivo, societario, economico e politico, del Gruppo Dolomiti Energia per il nostro Comune di Rovereto e per l’intera nostra comunità roveretana e lagarina.
Vedo in tutto questo una chiara mancanza di visione e di lungimiranza amministrativa.
Non posso che definirla un’ignoranza, nel vero significato di non conoscenza, imperdonabile.
Mi auguro solo, se siamo ancora in tempo, che il Sindaco Francesco Valduga, la sua Giunta e l’intero Consiglio comunale abbiano a riflettere ulteriormente, addivenendo a ben altra decisione.

C’è in gioco anche la qualità della vita della nostra comunità, sempre migliorabile sia beninteso, ma che proprio per questo necessita sempre di una capacità decisionale basata su una profonda conoscenza e su un alto senso di responsabilità.

Paolo Farinati