Iraq: intervento militare dell’Italia per la diga di Mosul

Saranno circa 450 i militari italiani impegnati a tutelare l’impresa italiana che si occuperà della ristrutturazione della diga in una delle zone più calde del Paese

L’assegnazione ad una azienda italiana dei lavori di ripristino della diga di Mosul - senza i quali la struttura rischierebbe di crollare creando ingenti danni umanitari e ambientali - è un riconoscimento dell’eccellenza italiana per le industrie del settore.
Al contempo, richiede un intervento, una cornice di sicurezza a tutela dei lavoratori.
Mosul  è una delle zone più strategiche per gli equilibri della regione, fonte di finanziamento essenziale per l’Isis.
A spiegare le ragioni del nuovo intervento in territorio iracheno, il Ministro della Difesa, Roberta Pinotti, ospite della trasmissione Agorà su Rai Tre.
«I militari andranno a proteggere il lavoro di altri italiani che dovranno rimettere in sesto una infrastruttura fondamentale per il futuro dell’Iraq, – ha spiegato. – La diga ha un problema strutturale significativo sul quale bisogna intervenire altrimenti c'è il rischio di un disastro umanitario e ambientale.»
 
Ad oggi nella coalizione anti Isis quello italiano è il secondo contingente fra tutti i paesi che partecipano, secondo soltanto agli Stati Uniti: è presente a Baghdad e a Erbil, con contingenti dedicati anche all’addestramento delle forze di polizia locali.
Intervistata dal giornalista Gerardo Greco, il Ministro ha detto che l’Italia - presente in diverse missioni internazionali tra le quali Afghanistan, Libano, Corno d’Africa e Kosovo - e sta fornendo un importante lavoro politico - diplomatico per quanto riguarda la Siria.
Politica e diplomazia al lavoro anche per Libia.
«L’Italia è pronta a fare quello che la situazione richiede» ha detto il Ministro, ribadendo naturalmente la necessità che prima sia proclamato un governo legittimo, riconosciuto da tutte le parti interessate, di unità nazionale.