Libia, segnale importante l’incontro Piantedosi-Haftar
Federpetroli: «Questa apertura istituzionale italiana, oltre a gestire al meglio il traffico di essere umani, porterà anche a una fase di difesa commerciale»
«Riteniamo che l'incontro in Libia del Ministro dell'Interno del Governo italiano Matteo Piantedosi e del Vice Ministro per gli Affari Esteri e della Cooperazione Internazionale Edmondo Cirielli con il Gen. Khalifa Haftar a Bengasi sia un segnale importante e coraggioso da parte del Governo italiano.
«Si delinea un grande passo in avanti nei rapporti bilaterali tra Italia-Libia in fase di stallo da anni» – ha dichiarato il Presidente di FederPetroli Italia Michele Marsiglia a seguito della missione libica dei due esponenti del Governo.
Continua Marsiglia: «Nel 2020 con FederPetroli Italia esprimemmo la nostra posizione a favore di un dialogo nei confronti del generale Haftar, ritenendo lo stesso un valido interlocutore su diverse posizioni internazionali, in primis la ripresa dell'industria dell'Oil & Gas tra l'Italia e la Libia.
«La nostra posizione, sostenuta negli anni, al tempo compromise i rapporti con un importante diplomatico italiano in Libia (oggi in altra sede europea), ritenendo “FederPetroli Italia dalla parte di un criminale”.
«In pochi anni un cambio di rotta, un segnale importante e coraggioso da parte del Governo italiano che rafforza le posizioni della Federazione in politica estera.»
«Siamo convinti e certi che, questa nuova fase di apertura istituzionale italiana, oltre a gestire al meglio il traffico di essere umani, porterà anche a una fase di difesa commerciale e tutela della situazione che oggi vede la Libia e le attività italiane vittime di scioperi e tensioni su importanti impianti petroliferi locali» – le parole del Presidente di FederPetroli Italia.
Le proteste hanno interessato i membri della milizia Petroleum Facilities Guard (PFG) con il blocco di flussi di gas in un complesso facente capo alla compagnia Mellitah Oil & Gas nella città di Al-Zawiya.
Si tratta di un’azienda di cui ENI detiene l’80% della produzione. L'impianto è uno snodo per l’esportazione del gas libico verso la Sicilia.