Venezia: il Leone d'Oro per la Pace a «Donne di Fede per la Pace»
Il progetto nato in Trentino riceverà domani l'importante riconoscimento
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Arriva da Venezia un riconoscimento importante ad un progetto di pace nato in Trentino, nel 2009, nell'ambito di Officina Medio Oriente, ma di respiro internazionale: stiamo parlando di «Women of Faith for Peace», ovvero «Donne di fede per la Pace», un gruppo di donne, leader nelle varie comunità religiose in diverse zone in conflitto e in situazioni difficili, creato grazie all'impegno di Lia Giovanazzi Beltrami, a suo tempo assessore provinciale alla solidarietà internazionale ma anche regista e scrittrice.
Quell'esperienza, sostenuta dalla Provincia autonoma di Trento, che prosegue anche oggi e anzi continua ad allargarsi, riceverà domani - sabato 30 settembre - a Venezia il Leone d'Oro per la Pace, premio istituito per la prima volta quest'anno nell'ambito del Leone d'Oro, il più prestigioso e storico dei riconoscimenti italiani all’arte e alla cultura (noto soprattutto per il suo legame con la Mostra Internazionale d’Arte Cinematografica di Venezia).
La consegna ufficiale del premio, voluto dal patron del Leone d'Oro, Sileno Candelaresi, e supportato dalla Fondazione Foedus, avverrà durante il Gran Galà del Leone.
Le Donne di Fede per la Pace incontreranno i giovani trentini dal 15 al 19 ottobre 2017. Un incontro pubblico presso l'aula magna del Seminario Maggiore di Trento è previsto per martedì 17 alle ore 17.30.
Storia del gruppo Le Donne di fede per la Pace
Women of Faith for Peace «Donne di fede per la Pace» nasce nel 2009, grazie all’impegno di Lia Beltrami Giovanazzi, regista manager e scrittrice, da sempre impegnata nel dialogo interreligioso e nel cammino di riconciliazione.
«L’idea mi è venuta nell’ambito di una manifestazione che avevo promosso allora, Officina Medioriente, ed è stata subito raccolta da Hedva Goldschmidt, distributrice cinematografica ebrea ortodossa di Gerusalemme.
«Una sorella che ha subito coinvolto le altre straordinarie donne: Adina Bar Shalom, Nuha Farran, Faten Zenati e diverse altre. Con noi fin dall’inizio è venuta anche S. Ecc. Anita Evelyn Stokes Heyford, allora ambasciatrice del Ghana in Italia e presidente del World Food Program delle Nazioni Unite. All’inizio avevano paura, poi la paura si è trasformata in conoscenza, e poi in forte amicizia.»
Dopo un anno di preparazione a Gerusalemme, in un clima di grande conflitto, il primo incontro si è tenuto a Trento dal 16 al 21 marzo del 2010, una primavera di speranza, durante l’incontro di Officina Medio Oriente. Oltre alle donne, erano presenti artisti di fama internazionale come Idan Raichel, e uomini di pace come lo Sheik Bukhari e padre Paolo Dall’Oglio.
Alcuni mesi dopo, nel novembre 2010 una delegazione italiana si è recata a Gerusalemme, visitando l’università per Haredi fondata da Adina Bar Shalom, e i progetti avviati con le donne beduine.
Il lavoro è andato avanti e dal 15 al 20 maggio 2012 un’altra settimana a Trento ha portato nuovi stimoli. Faten, leader musulmana, ha dichiarato a un giornale: "All’inizio eravamo nemiche, lei (una donna ebrea ortodossa) era lì come nemica, ebrea ortodossa, colona. L’ultima notte abbiamo scelto di condividere la camera, per stare più vicine, ebrea e mussulmana, per diventare sorelle".
Al ritorno nelle proprie comunità, inizia a cambiare qualcosa, si avviano nuovi progetti concreti:
- un gruppo di donne ultra ortodosse Haredi partecipa a un corso di soluzione conflitti e si incontra con le donne palestinesi;
- a Lod, la rappresentate musulmana e quella ebrea ortodossa danno vita a un centro sociale multietnico, tuttora perfettamente funzionante;
- la donna drusa dà vita al primo museo e centro per l’identità drusa nello spirito del dialogo;
- partono nuovi progetti di cooperative per le donne beduine.
Nel novembre 2012 le donne, alla presenza di una delegazione italiana, incontrano il sindaco di Gerusalemme.
Il 31 marzo 2014, il primo incontro pubblico a Gerusalemme, presso The Jerusalem Cinemateque. L’iniziativa è stata un momento importante per presentare il percorso che questo gruppo di donne coraggiose e impegnate nella loro comunità sta svolgendo e per pensare assieme a nuove strade da percorrere verso orizzonti di pace.
In quell’occasione è stato realizzato un film documentario «Jerusalem: dreams and reality», che è stato selezionato in numerosi festival in diverse parti del mondo.
All’incontro era presente la giornalista Maria Cecilia Sangiorgi e l’Ambasciatore italiano in Israele, Francesco Maria Talò, che ha introdotto la giornata.
Sempre nel 2014 il progetto è stato presentato al World Food Program e la presidente, l’ambasciatrice Evelyn Stokes Hayford ne è diventato madrina.
Nel frattempo di inizia ad allargare l’esperienza, motivando donne in altre parti del mondo e Lia Beltrami si reca più volte in Kossovo per promuovere l’iniziativa con le donne leader delle cinque minoranze e cerca di far nascere dei gruppi in Colombia, in Africa e in Siria.
8-15 ottobre 2015: nuova settimana intensa per il gruppo di donne in Italia, con l’adesione di nuove giovani dall’Africa e dall’America Latina. Incontri pubblici si tengono a Bolzano, a Trento e a Roma con un seminario a cura della LUISS.
Sempre alla LUISS a Roma si tiene il convegno e incontro con gli studenti, il 14 aprile 2016, «Women of Faith for an Inclusive World».
Nel dicembre 2016 Lia realizza per la Santa Sede, Pontificio Consiglio Cor Unum, il cortometraggio Prayer, con alcune delle donne del gruppo a Betlemme e Gerusalemme. Il cortometraggio viene selezionato in diversi festival nel mondo, per portare un messaggio di speranza attraverso l’arte.
14 giugno 2017 il gruppo iniziale, con nuove esponenti africane ed europee, è stato invitato per una conferenza in Irlanda, a Dublino, dal titolo «Empowered Women – Empower Women» e un incontro presso l’università DCU Centre for Interreligious Dialogue.