Rovereto, Giornata della Memoria 2022
A rammentare Babij Jar, storia didi un massacro senza fine, una serie di iniziative
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Il coro al Mart.
Da undici anni ormai, in occasione della Giornata della memoria, il Laboratorio di storia di Rovereto e il Collettivo Clochart, in collaborazione con la sezione ANPI «Angelo Bettini» Rovereto - Vallagarina, il Comune di Rovereto propongono alle scuole e alla cittadinanza degli spettacoli che vedono protagonisti i giovani attori/musicisti raccolti nel Laboratorio teatrale studentesco sotto la guida del regista Michele Comite.
Per la Giornata della memoria del 2022 le iniziative del 27 gennaio, promosse anche dalla Fondazione Caritro, sono focalizzate sul massacro di ebrei e oppositori (circa centomila) avvenuto a Babij Jar (Kiev) a partire dal 1941 per mano dei nazisti e dei collaborazionisti ucraini: il più grande eccidio di civili perpetrato nel corso della seconda guerra mondiale fuori dai campi, il più dimenticato e nascosto.
«Un massacro – ha detto il Presidente di Fondazione Caritro, Mauro Bondi – che trova la sua drammaticità se non ci si ferma a guardare i grandi numeri, che sono importanti, ma che possono portarci a dimenticare che ciascuno di essi rappresenta un individuo. Dei 33.371 di Babij Jar quello che colpisce è proprio quell’uno: uno come individuo, uno come ciascuno di noi. Ed è questo il senso della memoria, perché si deve capire che non è qualcosa che non ci riguarda, ma che deve essere ricordato affinché non accada più».
«Il linguaggio dell’arte scelto per le manifestazioni di quest’anno è di straordinaria efficacia per arrivare al cuore pensante dei più giovani. Riconoscersi nella storia di ognuna di quelle vittime – ha ricordato l’Assessora Micol Cossali – ci permette di capire che anche quello accaduto 80 anni fa in un paese dell’Ucraina non è qualcosa di lontano, ma un evento in cui noi stessi abbiamo il dovere di specchiarci. Quei percorsi che in cui gruppi di persone arrivano a considerare altri gruppi non degni di essere considerati umani al loro pari non sono alieni alla nostra società, dove esistono ancora persone che propagano idee razziste».
Sull’importanza di parlare ai giovani ha parlato anche Mara Rossi, Presidente di Anpi Rovereto: «L’iniziativa di quest’anno parte da lontano e ha come obiettivo quello di coinvolgere le nuove generazioni per raccontare loro un passato purtroppo ancora attuale. Le ricorrenze civili come questa hanno un profondo valore educativo e servono a riportarci alla nostra responsabilità come società che deve educare i giovani ad essere cittadini a tutto tondo».
Soddisfazione espressa anche dal Commissario della Comunità di Valle, Stefano Bisoffi, che ha sottolineato la capacità di elaborare progetti altamente significativi che nel territorio lagarino.
Il Laboratorio di Storia di Rovereto da oltre dieci anni si è preso carico di raccontare quanto avvenuto il 27 gennaio del 1945 quando sono stati aperti i cancelli di Auschwitz e il mondo ha preso coscienza di cosa fosse avvenuto in quegli anni, come ha ricordato il Presidente Gianfranco Betta: «Non è solo il ricordo, ma deve essere impegno in prima persona, ma anche responsabilità. In ciascuno di noi esiste uno spirito volto alla solidarietà, ma esistono anche pulsioni meno nobili. Levare l’oblio, e nel caso specifico di Babij Jar non se ne è parlato per oltre 40 anni, vuol dire non solo non dimenticare, ma far sì che questo possa incarnarsi in comportamenti più virtuosi».
A rammentare l’eccidio di massa di Babij Jar rimangono lo straordinario romanzo Babij Jar di Anatolij Kuznecov e la 13ª Sinfonia (o quanto meno il I° movimento) che il compositore russo Dimitri Shostakovic realizzò nel dopoguerra su un testo del poeta Evgenij Evtušenko: a questi tre autori, e al loro sforzo di ricordare, si rifà il lavoro del Laboratorio teatrale studentesco.
Alle ore 10.00, riservato per le scuole e alle ore 20.30 per la cittadinanza, andrà quindi in scena Babij Jar. Storia di un massacro senza fine (Kiev, settembre 1941- novembre 1943) al Teatro Zandonai, in Corso Bettini 82.
Lo spettacolo teatrale con la regia di Michele Comite, è realizzato in collaborazione con il Laboratorio di storia di Rovereto, il Collettivo Clochart e oltre 15 giovani del Laboratorio teatrale studentesco.
Le musiche di Dmítrij Šostakóvi? e Marcello Fera sono eseguite da La Piccola Orchestra Lumière, Coro S. Ilario (dir. Federico Mozzi), Ludovico del Pra - basso solista, diretti da Marcello Fera.
Le coreografie sono di Hillary Anghileri e la scenografia è un progetto imponente di Tazio Emanuele Leoni: alta 5 metri e lunga 12 metri rappresenta la parete del burrone di Babij Jar, una presenza inquietante e carica di drammaticità sullo sfondo del Teatro Zandonai.
Per la realizzazione della scenografia hanno lavorato oltre 10 giovani volontari e l’Associazione Delicius, ospitati in una sala comunale del Comune di Besenello.