Elezioni Presidente della Repubblica: fatta la prima votazione

Ovviamente nulla di fatto – A Roma anche i tre delegati del Consiglio regionale del Trentino-Alto Adige/Südtirol

Fa sorridere che la stampa – che sapeva benissimo che le prime tre tornate di voto per il Presidente della Repubblica sarebbero andate a vuoto – annunci al mondo con grande delusione che per il Colle la fumata è nera.
In pratica, solo sabato i grandi elettori faranno sul serio e lì sì una fumata nera avrebbe un sacco di significati. E non positivi, perché vorrebbe dire che gli accordi presi fin qui sono stati tempo perso.
Come sempre l’atteggiamento dei partiti è stato lontano dai canoni che i cittadini si aspettano. Un esempio per tutti. L’idea di porre il veto su qualsiasi candidato scelto da Renzi e Berlusconi, indipendentemente di chi sia la persona, è volgare prima ancora che politicamente scorretto.
Il significato che hanno le prime tre votazioni, il cui risultato positivo si ha solo con i due terzi degli elettori, è diventato ormai solo un modo per bruciare nomi eccellenti ma non graditi. E questo vale anche per Mattarella che, per quanto abbia tutte le carte a posto, evidentemente non è il candidato prescelto.
Questo vale poco per gli altri nomi, perché sono stati espressi da partiti che non approveranno mai la scelta della maggioranza.
 
A rappresentare la nostra Regione, la Presidente del Consiglio regionale, Chiara Avanzo, il Vicepresidente Thomas Widmann ed il Consigliere Alessandro Urzì.
«Siamo chiamati ad una grande responsabilità - commenta la Presidente Avanzo - L'auspicio è che emerga una persona che sappia incarnare i valori più alti della nostra Costituzione e che sia consapevole del percorso che ha portato la nostra Regione ad essere un esempio di eccellenza in molti ambiti, non ultimo quello dell'amministrazione. La reale conoscenza della nostra Autonomia, delle sue caratteristiche e delle peculiarità della terra di cui siamo oggi chiamati ad essere rappresentanti, è la nostra migliore tutela.»
«La cosa più importante - ha dichiarato il vicepresidente Thomas Widmann - é che il Presidente sia una persona che conosca la nostra Autonomia ed é quindi pensabile che la figura ideale non sia troppo giovane, per poter comprendere così il cammino fatto fino ad oggi.»
«Ritengo sia un errore non cercare da subito una intesa parlamentare più ampia rispetto a quella necessaria alla quarta. Credo che il Presidente dovrebbe essere avvertito da tutti, o per lo meno dalla maggior parte dei cittadini, come figura di garanzia.»
 
La prima «chiama» è stata alle ore 15.00.
Si è iniziato con i 321 senatori, poi sono stati chiamati i 630 deputati ed infine i 58 delegati regionali.
Ciascun elettore, chiamato ad entrare nel Catafalco, ha potuto esprimere un singolo voto.
Al termine delle votazioni, la Presidente della Camera ha letto una ad una le schede.
Per i primi tre scrutini, come abbiamo detto, il quorum necessario alla elezione del Presidente è di 673 voti, pari ai due terzi dei votanti, dalla quarta ne basteranno 505, ovvero la maggioranza assoluta.
Quando il quorum sarà raggiunto, verrà proclamato il nuovo Presidente della Repubblica.