Dorigatti: «Una comunità accogliente rafforza la propria umanità»
Il «grazie» dei profughi siriani accolti in Trentino e ricevuti da Dorigatti, Viola e Civico
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«Ringrazio tutte le persone, le associazioni e le istituzioni di questo Paese e del Trentino che hanno lavorato tanto per portarci dal Libano in Italia. Ringrazio in particolare i volontari dell’Operazione Colomba che ci hanno assistito e aiutato nel viaggio. Per noi è un privilegio essere arrivati per primi in Europa attraverso questo corridoio umanitario senza il quale stavamo già pensando di prendere la via del mare. Il Trentino è un posto molto bello dove ci siamo sentiti subito accolti. Speriamo di diventare con tutta questa comunità una grande famiglia.»
Sono le parole piene di riconoscenza e gioia con cui Aburabia Satouf si è rivolto al presidente del Consiglio provinciale Bruno Dorigatti, che insieme al vicepresidente Walter Viola e al consigliere Mattia Civico ha ricevuto stamane sei dei 29 siriani giunti a Trento qualche giorno fa dopo la fuga dal loro Paese martoriato dalla guerra e i quattro anni poi trascorsi nel campo libanese di Tel Abbas.
Con Aburabia a palazzo Trentini c’era anche la famiglia di Rami Satouf formata dai piccoli Hahoumi, Habudi e dalla mamma, accompagnati dall’interprete, Marta Matassoni di Rovereto, volontaria dell’Operazione Colomba, che ha condiviso insieme a loro l’esperienza del campo profughi in Libano.
«Il corridoio umanitario è una strada nuova.»
Dorigatti ha dato agli ospiti il benvenuto della comunità trentina, ricordando l’impegno approvato in dicembre dal Consiglio provinciale attraverso un ordine del giorno proposto da Civico, di sostenere concretamente il corridoio umanitario grazie al quale molte famiglie di profughi, che scappando dalla Siria avevano trovato rifugio in Libano, ora possono finalmente raggiungere l’Europa.
Il corridoio umanitario potrebbe permettere ad altre 1000 persone di arrivare dal Libano in Italia.
«Siamo convinti che una comunità come la nostra, dimostrandosi accogliente verso i profughi non aiuta solo loro ma anche la propria umanità», ha osservato il presidente.
Che ha aggiunto: «Il crescente afflusso di profughi costituisce una grande emergenza che dobbiamo saper governare, altrimenti a rimetterci è la qualità del nostro sistema e la nostra democrazia.»
«Questo canale umanitario – ha proseguito Dorigatti –mostra che esiste una strada diversa e solidale per affrontare il problema, una strada solidale che allenta la tensione tra i profughi e i cittadini di questo territorio.»
«E perché la convivenza tra noi possa diventare fratellanza – ha concluso il presidente – occorre un reciproco rispetto delle tradizioni e delle regole di ciascuno.»
Viola: «Non era scontato il consenso all’ordine del giorno.»
Il vicepresidente Viola, nel dare anche lui il benvenuto ai profughi, ha sottolineato che in Consiglio provinciale non era affatto scontato che l’ordine del giorno per il corridoio umanitario ottenesse una larghissima maggioranza e nessun voto contrario come poi è accaduto, perché la questione profughi è spesso motivo di contrasti, e questo è un segnale molto positivo del senso di solidarietà e fratellanza esistente in questa nostra comunità.
«Voi – ha aggiunto Viola – oggi rappresentate qui un esempio virtuoso e significativo anche in prospettiva di come questa emergenza possa essere affrontata, testimoniando che la comunità trentina è una comunità accogliente.»
«Vi auguro – ha concluso il vicepresidente rivolto ai sei siriani – una permanenza positiva, un futuro ritorno in una Siria pacificata e vi assicuro che per la pace, anche se piccolo, il Trentino farà la propria parte.»