Il salvagente a Salvini: «Hezbollah terroristi islamici»

Mentre il nostro esercito sta faticosamente costruendo una pace duratura tra Israele e Libano, il Ministro dell’Interno getta benzina sul fuoco

Il vicepremier Matteo Salvini è uscito con una battuta infelice nel corso della sua visita in Israele.
Prendendo atto delle iniziative messe in atto dai radicali libanesi al confine con Israele, ha definito «Hezbollah» terroristi islamici.

Un errore piuttosto grossolano, perché Hezbollah significa «Partito armato di Dio» e come tale non è una banda di terroristi. Che tra loro ci possano essere anche dei radicalizzati è assai probabile, ma la battuta non doveva uscire dalle labbra di un Ministro dell’Interno, che dovrebbe essere sempre prudente nelle sue dichiarazioni.
Ma soprattutto dimostra la poca conoscenza che il nostro Ministro dell’Interno ha della situazione in Libano meridionale e in particolare della missione Unifil, voluta dall’ONU e alla quale partecipano 2.000 soldati italiani.
 
A visitare la base di Shama nel Libano meridionale quando il comando era affidato (come oggi) a un generale italiano, ci era andato anche il nostro giornale (vedi).
La missione Unifil era nata per costruire un giusto confine, cioè concordato tra le parti, in modo che tra Libano e Israele non ci fossero più occasioni di guerriglia e di guerra vera e propria.
Hezbollah aveva dato fuoco alle polveri nel 2006 attaccando Israele e prendendo alla sprovvista i soldati della Stella di Davide. L’intervento dell’ONU riuscì a impedire che la guerriglia divenisse guerra vera e propria.
E le forze armate italiane sono riuscite a disarmare Hezbollah senza colpo ferire, semplicemente con la forza della convinzione e del buonsenso.
 
La battuta di oggi ha messo in imbarazzo il nostro comando in Libano, tanto che il Ministero della Difesa ha diramato una nota per prendere le distanze dalle dichiarazioni di Salvini.
Salvini, da parte sua, ha risposto alla nota della Difesa affermando che «i terroristi si chiamano terroristi».
Il che è lapalissiano, ma non può essere generalizzato così alla leggera. Mentre Diplomazie e Forze armate cercano di mantenere faticosamente la pace giorno per giorno in quella parte del Libano meridionale, una battuta così grossolanamente generica potrebbe essere deleteria.
Noi confidiamo nella capacità dei nostri soldati in Libano, ma gettiamo il salvagente a Salvini perché non anneghi in questo mare di cavolate.