Konzept/Concetto Heimat, doppia mostra – Di Daniela Larentis
Inaugurata al Granaio di Nomi e presentata a Bolzano presso SKB ARTES, con la curatela di Eleonora Klauser Soldà, Lisa Trockner, Remo Forchini e Valentine Kostner
Raum Verwurzerlung - Radicazione (Lissy Pernthaler, Leonora Prugger, Laura Pan).
Inaugurata venerdì 13 settembre 2024, alle 18.30, al Granaio di Nomi (Trento) la mostra «Konzept/Concetto Heimat», curata da Eleonora Klauser Soldà e Lisa Trockner, con la co-curatela di Remo Forchini e Valentine Kostner.
Tra gli interventi in programma, la presentazione del critico d’arte Fiorenzo Degasperi.
L’esposizione, pensata in occasione del 75° anniversario dell’Heimatpflegeverband Südtirol, è stata realizzata in collaborazione con il Südtiroler Künstlerbund e il Granaio di Nomi.
Si tratta di un’esposizione congiunta: parte della mostra è ospitata a Bolzano, presso SKB ARTES in via Weggenstein 12 A, dove l’inaugurazione ha avuto luogo sabato 7 settembre 2024 (presentazione critica di Eleonora Klauser Soldà e Lisa Trockner).
In entrambe le sedi sarà visitabile fino al 25 ottobre 2024. Attraverso le opere esposte, i 25 artisti esplorano il concetto di «casa» non solo come luogo fisico, ma anche come spazio interiore e simbolico, un crocevia di memorie, esperienze e trasformazioni personali e collettive.
Alle cerimonie di apertura a Bolzano e a Nomi sono intervenuti: Alexander Zoeggeler, presidente del Südtiroler Künstlerbund; Claudia Plaikner, presidente dell’Heimatpflegeverband Südtirol; Rinaldo Maffei, sindaco di Nomi; le curatrici Lisa Trockner ed Eleonora Klauser Soldà; Philipp Achammer, assessore all’istruzione e cultura tedesca; il co-curatore Remo Forchini e il critico d’arte Fiorenzo Degasperi.
Raum Tradition - Tradizione (Ariel Trettl, Walter Blaas):
Hanno spiegato le curatrici Eleonora Klauser Soldá e Lisa Trockner:
«In questa ampia mostra, tra le sedi SKB ARTES, l'area esterna del NOI Techpark e il Granaio di Nomi, 25 artisti e artiste della regione esplorano il concetto di Heimat attraverso diversi mezzi espressivi e su vari livelli di contenuto.
«Essi decostruiscono il termine e indagano quali dimensioni il concetto complesso e stratificato di Heimat possa comprendere a livello culturale, geografico, sociale, politico ed emotivo, sia nel presente che in futuro. Radicate fin dalla prima infanzia, la Heimat accompagna le persone per tutta la vita, plasmando identità e intere famiglie.
«Essa può essere familiare o perduta, e funge da costrutto utopico che allo stesso tempo trasmette una condizione emotiva apparentemente reale. La parola tedesca Heimat è difficile da tradurre in italiano - come in altre lingue - e pochi concetti sono così fortemente connotati da emozioni e al contempo così profondamente sfumati.
«In un mondo in costante cambiamento, che comporta una perdita di legami sociali, la cura della tradizione e della Heimat appare come un'alternativa alla moderna rapidità digitalizzata. Heimat viene vissuta da una parte come un rifugio arcadico che stimola l'auto-riflessione.
«D'altra parte, la storia e la situazione politica attuale mostrano come questo ideale possa essere strumentalizzato e portare all'esclusione, fino alla violenza e alla guerra.
«In condizioni di vita fondamentalmente mutate, il concetto di Heimat assume sempre più nuovi significati. In relazione alle ondate migratorie, Heimat rappresenta un'interfaccia complessa che solleva domande di appartenenza, radicamento culturale e capacità di adattamento.
«Le persone che lasciano la loro Heimat e vivono in nuovi ambienti cercano modi per definire la propria identità nel conflitto tra passato e presente. A ciò si aggiunge l'influenza del cambiamento climatico, che comporta non solo cambiamenti fisici ma anche emotivi.
«La solastalgia - la sensazione di nostalgia senza aver lasciato la propria casa, provocata dai cambiamenti ambientali nella propria area - si sta diffondendo.»
Il critico d’arte Fiorenzo Degasperi ha inoltre evidenziato in un passo del suo contributo:
«La parola Heimat racchiude il termine Heim, che vuol dire casa, ed evoca quindi lo stretto legame tra l’individuo e il luogo, tra l’uomo e la casa/fuoco/focolare. Casa, territorio, calore, festa e rito: tutto questo è Heimat, parola che vive sull’orlo degli abissi e degli sconfinamenti, che è corpo e che è limite.
«Gli artisti sono stati e sono ancor oggi i migliori indagatori dei molteplici scambi e incontri tra queste due dimensioni, quella dell’uomo e quella della terra cui l’uomo appartiene, chi inabissandosi nella casa-guscio-caverna, chi operando sul proprio corpo-pelle-mondo per cercare il senso stesso del vivere, chi evidenziando la delicatezza di un equilibrio che il cambiamento climatico ha messo a repentaglio.
«Dalla figurazione all’astrazione, dalla materia alla sensibilità corporea, dal video all’installazione, dalla pittura all’utilizzo di svariati media: le tecniche e i linguaggi smuovono l’Io e l’Anima e sono strumento della relazione dell’artista con la propria terra.»
Tra gli espositori a Nomi figurano: Leonhard Angerer, Hannes Egger, Ulrich Egger, Manuel Oberkalmsteiner, Laura Pan, Christian Piffrader, Gustav Willeit, Kira Kessler, Paula Prugger, Andreas Zingerle, Elisabeth Oberrauch, Italo Bressan, Karolina Gacke.
Gli artisti esposti a Bolzano includono: Leonhard Angerer, Walter Blaas, Italo Bressan, Susanne Burchia, Stefano Cagol, Hannes Egger, Ulrich Egger, Karolina Gacke, Werner Gasser, Elisabeth Hölzl, Elias Jocher, Wil-ma Kammerer, Kira Kessler, Angelo Demitri Morandini, Manuel Oberkalmsteiner, Elisabeth Oberrauch, Laura Pan, Lissy Pernthaler, Christian Piffrader, Leonora Prugger, Paula Prugger, Sylvie Riant, Ariel Trettel, Gustav Willeit, Andreas Zingerle.
Una mostra da non perdere, «Heimat» invita a una profonda riflessione sul rapporto tra identità e territorio, mettendo in luce come l’arte possa interpretare e rielaborare le nostre radici in un mondo sempre più interconnesso e dinamico.
Daniela Larentis – [email protected]