Herbert Dorfmann: «Pieno sostegno al rapporto Draghi»
Mario Draghi ha presentato oggi in Parlamento europeo il suo atteso rapporto sulla competitività nell’Unione
In un documento di 400 pagine, l’ex presidente della BCE presenta chiare raccomandazioni su come la politica economica europea dovrebbe essere finanziata e coordinata per non restare indietro sulla scena mondiale.
Il gruppo del Partito Popolare Europeo (PPE) sostiene con vigore le misure contenute in questo rapporto, da tempo convinto che la competitività debba essere uno dei principi guida dell’azione dell’Ue.
L’europarlamentare sudtirolese Herbert Dorfmann, membro del PPE, sottolinea l’importanza di attuare queste raccomandazioni:
«L’Europa sta indubbiamente affrontando una serie di crisi - dalla recessione economica al cambiamento climatico e alle conseguenze della guerra alle nostre frontiere.
«Le proposte di Draghi sono ambiziose ma necessarie per mettere l’Europa sulla strada giusta.»
Il rapporto Draghi chiede un investimento annuale di 800 miliardi di euro in tecnologia, difesa e innovazione per garantire la leadership tecnologica del nostro continente.
Secondo l’ex presidente della BCE, senza questi investimenti l’Europa rimarrà indietro rispetto agli Stati Uniti e alla Cina.
«Dobbiamo agire subito se non vogliamo perdere il nostro posto di potenza economica e innovativa globale, – evidenzia Dorfmann. – Un allentamento dei controlli sulle fusioni, in particolare nel settore delle telecomunicazioni, dovrebbe servire a rafforzare l’innovazione.
«Draghi propone anche un debito comune europeo per finanziare progetti industriali e di difesa, un tema controverso che continua a dividere gli stati membri.»
Particolare preoccupazione destano i prezzi dell’energia troppo elevati.
«L’Europa ha i prezzi dell’energia più alti al mondo e questo rappresenta un enorme onere per la nostra industria, – afferma Dorfmann. – In tal senso, il rapporto presentato oggi identifica la transizione verso la produzione e il consumo di energie pulite come una delle soluzioni chiave per aiutare l’Europa a raggiungere un approvvigionamento energetico stabile e conveniente a lungo termine.»
Un altro punto importante è la mancanza di dinamismo dell’economia europea.
«Solo quattro delle più grandi aziende tecnologiche del mondo hanno sede in Europa. L’Europa deve riuscire a colmare il suo gap di innovazione rispetto a Stati Uniti e Cina e trasformare le buone idee in successi imprenditoriali, invece di essere frenata dalle normative, – continua Dorfmann. – Se non integriamo l’intelligenza artificiale al processo produttivo e non riflettiamo a come utilizzarla in modo sensato, resteremo ancora più indietro.»
Il rapporto sottolinea anche la necessità di una strategia coordinata per le materie prime, soprattutto per quelle critiche come il rame e il litio, per contrastare il monopolio della Cina.
Inoltre, Draghi fa notare che solo dieci stati membri raggiungono l’obiettivo di una spesa per la difesa pari al 2% del Pil.
Dorfmann commenta a riguardo: «Senza una difesa forte e progetti industriali comuni, l’Europa sarà più insicura, più diseguale e meno capace di determinare il proprio destino».
Il gruppo del PPE vede nell’attuazione delle proposte di Draghi un’opportunità per rendere l’Europa più indipendente economicamente e politicamente e per preservare i suoi valori fondamentali come la democrazia, la libertà, la pace e la prosperità.
«Se non difendiamo con determinazione questi valori, perderemo le basi su cui si fonda il nostro sistema”, ha sottolineato Dorfmann, che conclude con un chiaro appello:
«La volontà di cambiare deve esserci. Il futuro dell’Ue dipende da questo: o diamo forma a questo cambiamento insieme o rischiamo la stagnazione e la divisione.
«Solo se davvero unita, l’Europa può affermare la sua forza nel mondo.»
Foto: Mario Draghi e ©Herbert Dorfmann.