«Era l’anno 1917» – Di Adelina Conotter Menestrina
«I ricordi della mia vita a Vela di Trento dall’Impero attraverso le due guerre mondiali»
Titolo: Era l’anno 1917
Autrice: Adelina Conotter Menestrina
Curato da: Fabio Menestrina
Editore: Edizioni del Faro, 2016
Pagine: 203, illustrate, brossura
Prezzo di copertina: € 16
Il contenuto
1839. Giovanni Antonio Knottner nasce all’«Istituto delle partorienti e degli esposti» che aveva sede nei pressi del Santuario delle Laste, sulla collina di Trento, da Barbara Knottner, di origini tirolesi. Da grande sarà Giovanni Battista Conotter.
Questo libro raccoglie la storia della sua famiglia con i fatti, gli eventi, gli affetti rimasti impressi nella memoria di Adelina Conotter, sua nipote, nata nel 1917 durante la prima guerra mondiale a Vela di Trento, nell’allora Contea del Tirolo dell’Impero asburgico.
Sulla base di documenti autentici e grazie alle testimonianze della nipote, il testo ricostruisce la vita del capostipite, che era rimasta per tanti anni sconosciuta e misteriosa, racconta le vicende della famiglia, inserita nel contesto rurale delle campagne di Vela alle falde del Monte Bondone, riporta alla luce costumi e abitudini del tempo.
Adelina ricorda i suoi affetti (i genitori, i fratelli, gli amici), ripercorre i piccoli e grandi aspetti del microcosmo familiare e amicale in cui è vissuta, il tutto inserito nel contesto storico e sociale del Novecento e degli avvenimenti che lo hanno segnato: la Grande Guerra che si era portata via lo zio materno, la povertà e la precarietà della vita quotidiana proprie della maggior parte della popolazione, l’avvento del fascismo, la seconda guerra mondiale con la tragedia della perdita di due fratelli.
Per arrivare al matrimonio in tempo di guerra, alla nascita dei figli, al dopoguerra della speranza, della rinascita e del benessere, fino ai nostri giorni.
L’Autrice
Adelina Conotter è nata a Vela di Trento il 10 dicembre 1917.
«Quando la guerra si porta via due figli, due fratelli, tutto il resto è visto in modo ridimensionato. Di peggio non ci poteva capitare…
Per l’immagine di copertina ho scelto una fotografia dell’immediato dopoguerra che mi è cara, perché in essa intravedo un’apertura della vita al mondo, il futuro, la speranza.
«Per la quarta di copertina una foto attuale, che propone l’inizio di un nuovo ciclo con le stesse attese di ieri.»