L’Avvento nel percorso scultoreo di Bruno Lucchi
Le stupende fotografie di «Al compiersi dell’attesa», esposizione nell'aula San Giovanni del Duomo di Trento, dal 25 novembre 2016 al 8 febbraio 2017
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Nel corso di una ricca carriera espositiva in Italia e all’estero culminata con «Lo spazio abitato», memorabile istallazione scultorea negli ampi giardini e specchi d’acqua esterni del MUSE e del quartiere Le Albere per nell’intera stagione estiva 2014, Bruno Lucchi torna a Trento con «Al compiersi dell’attesa», inedita proposta appositamente studiata per l’aula San Giovanni, sotto il presbiterio del Duomo, che accompagnerà i fedeli lungo tutto il periodo liturgico dall’Avvento al Natale 2016.
Un progetto che ha impegnato l’artista trentino per molti mesi, nel recupero della forma di una narrazione sacra che si snoda lungo l’asse longitudinale dell’ambiente per compiersi alla antica quanto suggestiva parete di fondo.
Il tema è sviluppato dallo scultore in gruppi in terracotta, studiati per condurre e coinvolgere lo spettatore nel clima di attesa spirituale del Redentore in sintonia con le tappe del tempo liturgico.
Lungo un ideale tracciato scandito da evocative pietre miliari ispirate alle Antifone maggiori, cantate nella settimana precedente il Natale, sono disposti i gruppi scultorei di grande formato, composti da figure sobrie e allungate, a rendere la successione temporale degli avvenimenti con immediatezza e leggibilità, in equilibrio tra forti accenti simbolici e richiami narrativi evangelici.
Dall’Annunciazione, ambientata e circoscritta da una struttura in acciaio corten, dove Maria in leggera torsione verso l’angelo dà vita alla scena nella casa di Nazareth, alla Coppia in cammino, con Giuseppe e Maria uniti nella attesa del Figlio tra spogli tronchi di betulle, reale elemento di natura a creare un contesto di panica compartecipazione.
Infine Il Bambino: La dolcezza ieratica del bimbo avvolto in fasce, adagiato e innalzato in una culla in ferro, è mostrato al mondo, tra formelle che vanno a comporre, lettera dopo lettera, le parole di Isaia «Puer natus est nobis», realizzate nell’altra modalità espressiva prediletta dallo scultore trentino, ossia imprimendo in terracotta caratteri tipografici e moduli decorativi a corredo e compimento dell’intero contesto.
Carmela Perucchetti