Clementina Balter presidente dei vignaioli trentini

Cura del territorio, vivere la natura, produrre vini di alta qualità – Di D. M. Bornancin

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Oggi ci addentriamo nell’attività dei Vignaioli, settore che rappresenta la storia e le caratteristiche di una coltivazione viticola artigianale, imperniata da diverse generazioni su piccole aziende a conduzione familiare, tramandate da nonni a figli e nipoti.
Una realtà fatta di passione, amore per la terra, fatica, di prove e sperimentazioni per produrre uve mature e nel rispetto della vigna e dell’ambiente, che dopo un’attenta lavorazione in cantina danno vini di eccellenza, in grado di interpretare il territorio e il rapporto unico tra questo e il vignaiolo.



Un settore, l’artigianato del vino, che è così stimato da studiosi e storici: La vinificazione di questi piccoli produttori diventa e rimane arte e passione.
Nell’entrare in punta di piedi in questo comparto, che ha fatto la sua parte nella storia del Trentino, e per captare i segreti e l’organizzazione delle cantine, ho incontrato CLEMENTINA BALTER (35 anni) nominata di recente Presidente del Consorzio Vignaioli del Trentino che, insieme al padre Nicola, gestisce la Cantina Balter, sulle colline di Rovereto.
Ecco il momento di confronto con la nuova Presidente del Consorzio Clementina Balter.
 

 
Nella veste di Presidente del Consorzio, cosa mi può raccontare del mondo delle piccole imprese agricole specializzate nella viticoltura?
«Il Consorzio è nato nel 2015 dalla trasformazione dell’omonima Associazione, attiva fin dalla fine degli anni ottanta. Fino a dieci anni fa mio padre ne era il Presidente ed io lo accompagnavo alle riunioni del Direttivo dell’Associazione, dove ho imparato a conoscere il mondo vinicolo trentino, le sue caratteristiche e l’organizzazione delle cantine.
«Nel 2012 il mandato di papà è scaduto ed è iniziato un periodo di importanti novità. Con Lorenzo Cesconi e Nicola Zanotelli, già soci dell’Associazione, abbiamo rinnovato il CDA e avviato un percorso che ha portato alla trasformazione dell’Associazione in Consorzio. Questo cambiamento ci ha permesso di strutturarci, rafforzare l’organizzazione e la capacità di azione e partecipare in maniera organica ai tavoli istituzionali.
«Tre anni fa sono stata eletta Vicepresidente del Consorzio e il 31 maggio scorso Presidente, così subentrando in continuità a Lorenzo Cesconi, attuale Vicepresidente della Federazione Italiana Vignaioli Indipendenti (FIVI), che ha guidato il Consorzio per quasi dieci anni.
«Il nostro Consorzio, tra l’altro, fa parte della FIVI, della quale gestisce anche la segreteria amministrativa. Al Consorzio aderiscono 65 aziende vinicole di piccole e medie dimensioni, dal Garda alle Dolomiti, e la base sociale è in continua crescita e rinnovamento.
«Interesse di tutti gli associati è quello di rafforzare l’immagine e l’identità dei Vignaioli Trentini, come operatori che curano l’intera filiera, dalla vigna al vino.»

«Le aziende vitivinicole sono tutte a carattere familiare, tanto che spesso il nome della cantina corrisponde al cognome della famiglia. La nostra produzione è artigianale, con un’attenzione particolare al territorio e alla sostenibilità delle produzioni, in continuo dialogo tra tradizione e innovazione. Cerchiamo di porre la massima attenzione all’ambiente in cui lavoriamo, perché siamo consapevoli di essere dei custodi delle campagne e del paesaggio trentino. Svolgiamo un’attività in squadra con convinzione e condivisione, attraverso dialoghi e confronti costanti, nel rispetto dello statuto del Consorzio e del Manifesto che indica gli indirizzi e le linee guida, sulla gestione del vigneto e le operazioni di cantina.
«La nostra sede è ad Aldeno, dove è presente un piccolo punto vendita collettivo con i vini di tutte le Cantine aderenti al Consorzio; in ufficio operano due collaboratori in supporto alle aziende associate per la gestione di vari adempimenti amministrativi. La componente burocratica nel nostro settore rischia di essere preponderante, e per le piccole aziende lo è anche di più. Per questo il nostro obiettivo come Consorzio è anche quello di lasciare al Vignaiolo più tempo possibile da dedicare alla campagna, alla cantina e alla vendita del prodotto.»

«Il nuovo CDA è costituito da Clementina Balter (Presidente), Nicola Zanotelli (Vicepresidente), Devis Cobelli, Marco Comai, Francesco de Vigili, Marco Grigolli, Matteo Pojer (Consiglieri). Una squadra giovane ma preparata, che rappresenta bene l’identità della base sociale sia da un punto di vista territoriale che aziendale, in parte in continuità con i CDA precedenti e in parte rinnovata. 
«Nel nostro settore è in atto un forte ricambio generazionale, ed è un passaggio importante da valorizzare al meglio. Nei territori vitivinicoli più blasonati, dal Barolo alla Champagne, il rapporto tra imbottigliatori e ettari vitati è molto basso, anche di un imbottigliatore ogni 5 ettari.
«La presenza di tanti piccoli imbottigliatori crea qualità, diversità, attrattività, reputazione territoriale, enoturismo. In Trentino questo rapporto è di uno ogni 70 ettari, peraltro il doppio circa anche rispetto all’Alto Adige.
«C’è insomma spazio per crescere: il nostro obiettivo è quello di supportare di più i vignaioli trentini nella loro attività e favorire la nascita di nuovi, perché siamo certi che il Trentino ha bisogno di altri vignaioli e di produzioni di qualità, capaci di valorizzare al meglio il nostro territorio e la sua vocazione vitivinicola ed enoturistica.»
 

 
Mi può descrivere la storia e la struttura della Cantina Balter?
«La nostra storia risale al 500, in un ambiente dove l’arte del tempo era raffigurata sulle pareti degli edifici. Nel 1872 il nostro antenato Francesco, della famiglia Balter, decise di acquistare il Castelliere, edificio che gestirà insieme al fratello Attilio. Le due guerre interruppero tutte le attività agricole della zona e la struttura, essendo in posizione collinare e strategica per le battaglie, venne utilizzata dalle truppe tedesche come base contraerea. Solo nel 1965, dopo la bonifica del terreno circostante, messa in atto da Francesco (detto Franco) vengono piantate le vigne.
«Da allora la nostra famiglia non ha più smesso di occuparsi della loro coltivazione. Successivamente mio nonno Francesco con i figli decise di investire per creare una propria cantina interrata, scavata nella pietra, sotto il Castelliere.»

«Quando nonno Francesco viene a mancare è mio padre Nicola a portare avanti la campagna e la coltivazione delle viti. Quest’azienda agricola, posta sulla cima che sovrasta Rovereto, a poca distanza dalla Campana della pace, inizia la vinificazione nel 1990. È circondata da dieci ettari di vigneti rivolti a sud, in pieno sole, che permette una migliore maturazione delle uve. Il costante lavoro ha reso possibile un significativo sviluppo dell’azienda agricola. Nel 2011, dopo gli studi, ho iniziato a lavorarci anch’io, occupandomi da subito della parte amministrativa e commerciale, dello sviluppo del prodotto e delle relazioni esterne.
«Ora, insieme a papà, portiamo avanti la cantina con grandi soddisfazioni. Per una donna il lavoro in un’azienda agricola specializzata in viticoltura è impegnativo, senza orari; se poi si ha una famiglia con bimbi piccoli, come nel mio caso, l’impegno è ancora maggiore. Per questo è necessario avere una forte passione, un’attenzione continua, con specifici obiettivi che sono sempre condivisi dai collaboratori e dalla famiglia stessa, visto che si tratta di una piccola realtà familiare.»

«Le nostre giornate sono lunghe e alla fine la stanchezza si sente, ma ci mettiamo il cuore e poi rimangono le tante soddisfazioni e i riconoscimenti delle guide di settore oltre a quelle dei nostri affezionati clienti, provenienti da varie regioni italiane e da paesi europei e non.
«La presenza di donne a capo di aziende vitivinicole e realtà associative è in aumento, e sono felice di contribuire in tal senso. Credo che il contributo femminile possa essere fondamentale anche in questo settore. Un settore sempre in bilico tra tradizione e innovazione e che per questo richiede la capacità di continuare a cambiare, formazione, e preparazione.»



Un’ultima considerazione sul settore vinicolo e sul futuro del Trentino?
«Il settore vinicolo trentino è composito, con attori molto diversi tra loro. Io credo che tutti, a cominciare dagli organi deputati alla tutela e alla valorizzazione del vino trentino, devono avere come obiettivo quello di migliorare la percezione della qualità dei vini trentini e la reputazione enologica del nostro territorio.
«Per il nostro Consorzio sono molto importanti anche le collaborazioni di settore, come ad esempio quella stretta negli ultimi anni con i Vignaioli dell’Alto Adige, che ha dato concreti risultati sul piano promozionale e commerciale.»

«Il prossimo futuro è ricco di sfide epocali, che incrociano quelle più generali: dalla conversione ecologica a quella sociale fino alla transizione digitale. Chi opera nel nostro settore, chi coltiva il territorio, ha più di altri il compito di tutelarlo e garantirne la sostenibilità e la riproducibilità. Dovremo essere in grado di produrre di meno e meglio, limitando al massimo la nostra impronta ecologica, nel rispetto dell’ambiente e della comunità all’interno della quale operiamo. Vogliamo portare nei bicchieri un prodotto sempre più buono e al contempo sano, anima del nostro territorio.
«Grazie alla digitalizzazione la speranza è quella di aprire sempre nuovi canali e commerciali e ridurre l’impatto della burocrazia, anche se purtroppo negli ultimi anni su questo tema si è paradossalmente fatto un passo indietro invece che avanti. Il digitale però non può e non deve sostituire l’approccio umano, perché le nostre aziende siamo noi, uomini e donne, artigiani.»

«Per noi vignaioli l’obiettivo è anche incrementare l’interesse per il nostro settore con visite guidate nelle cantine e nei vigneti, e qui si colloca anche per il Trentino la sfida dell’enoturismo. Che per essere vinta ha però bisogno di più attori, di più interpreti del territorio, e qui ritorna la sfida di vedere presto nascere nuove aziende. Sfida che speriamo possa essere condivisa anche dalle Istituzioni trentine con l’approntamento di strumenti adeguati allo scopo.»

Complimenti Presidente e buon lavoro a Lei e a tutti i Vignaioli trentini.

A cura di Maurizio Bornancin