Rotary 2019 - 2020: si chiude il cerchio – Di Luciana Grillo

Si conclude oggi ufficialmente l’anno sociale rotariano, un presidente esce, un altro entra. Nuove idee, altri programmi, nel segno della continuità e del «servire»

Per chiudere degnamente questo anno difficile, tormentato dal Covid 19, i presidenti uscenti degli otto club trentini, supportati finanziariamente anche dal Distretto 2060, hanno consegnato il 29 giugno un nuovo sistema ecografico portatile alle Unità operative di Pneumologia di Trento e di Arco.
La notizia l’abbiamo già data ieri, ma è bene precisare che questo sistema consentirà il monitoraggio dei pazienti mediante una app; ci si potrà servire di uno smartphone o di un tablet in contatto diretto con il paziente.
Le immagini potranno essere archiviate sia con il sistema Pacs, già utilizzato dall’APSS, sia con il sistema di intelligenza artificiale che è stato sviluppato in collaborazione con l’Università degli Studi di Trento e che è già utilizzato per le ecografie nelle RSA.
 
L’assessora Stefania Segnana, presente al momento della consegna, ha ringraziato i presidenti dei club, sottolineando che un dono al reparto di Pneumologia ha un valore aggiunto, dopo l’emergenza che ha drammaticamente coinvolto proprio questo reparto.
Ha preso poi la parola il direttore generale dell’APSS Paolo Bordon (per una strana coincidenza, anche lui uscente) che ha ringraziato i club, insieme al direttore dell’ospedale Santa Chiara – Mario Grattarola – e al direttore dell’Unità operativa di Pneumologia – Dino Sella.
 
A nome degli otto presidenti trentini, l’assistente del Governatore ha ricordato i contributi che il Rotary ha offerto, le mascherine, i respiratori polmonari e i monitor donati per sostenere la lotta contro il coronavirus e, in questa particolare occasione, ha citato anche gli 89 club del Triveneto che hanno partecipato all’acquisto di questi nuovi sistemi ecografici portatili.
Saranno utilizzati anche oltre l’emergenza, e rappresentano la gratitudine di tutti i rotariani del Triveneto nei confronti del personale sanitario che tanto si è adoperato per il bene dei pazienti.
 
Una chiusura di un anno sociale travagliato così propositiva e compatta può essere vista come un segno di unità collaborativa fra i club che ancora una volta hanno capito le esigenze e risposto generosamente alle aspettative dei loro territori.