Messner. «Racconto la montagna anche con il cinema»

Sold out al Trento Film Festival per la prima mondiale del suo film documentario

«Ho scelto di raccontare la montagna, in questa mia ennesima vita, attraverso il cinema dopo averlo fatto già con i musei e i libri.»
Lo ha detto il regista Reinhold Messner, ieri a Trento, in occasione della prima mondiale del film Holy Mountain in concorso al 66° Trento Film Festival.
«Ho utilizzato il mezzo cinema, per la seconda volta come storyteller della montagna – ha detto Messner in una sala che ha registrato sold out – e ho voluto narrare con le immagini una delle montagne più maestose, l’Ama Dablam in Nepal, per rivivere un memorabile salvataggio (del 1979) da parte del mio team di una spedizione neozelandese in grave pericolo.»
 
«Il documentario – ha raccontato prima della proiezione – è un viaggio che mescola la parte documentaristica, con immagini di archivio, rare e di repertorio, e attori come mio figlio che ricostruiscono le parti della storia seguendo sempre la storia reale fatta di testimonianze dirette.»
«Gli sherpa – ha spiegato Messner – sono dei gruppi etnici delle montagne del Nepal, sono un popolo vero e proprio e non solo le guide e portatori di alta quota ingaggiati per le spedizioni himalayane.
«Loro considerano la montagna dove vivono sacra e quindi quando noi alpinisti siamo arrivati lì non erano poi così contenti perché per loro la montagna doveva rimanere inviolata.»