Il 4 luglio 1944 avvenne la Strage di Cavriglia

I tedeschi uccisero per rappresaglia 192 civili: 93 morti a Meleto Valdarno, 73 a Castelnuovo dei Sabbioni, 4 a San Martino, 2 a Massa Sabbioni, 11 a Le Matole

Il Coordinamento nazionale docenti della disciplina dei diritti umani vuole ricodare la strage nazista di Cavriglia, avvenuta il 4 luglio 1944 in provincia di Arezzo, in cui persero la vita 192 civili (93 morti a Meleto Valdarno, 73 a Castelnuovo dei Sabbioni, 4 a San Martino, 2 a Massa Sabbioni, 11 a Le Matole).
Le dinamiche con cui si svolse il dramma furono atroci: gli uomini, divisi dalle donne, furono trucidati in massa nella piazza cittadina dai reparti tedeschi specializzati della Divisione Hermann Göring; a morire furono indistintamente giovanissimi e anziani.
Vogliamo sottolineare il coraggio con cui i due parroci, insigniti della medaglia d’Argento al Valor Militare, il 7 luglio 1991, Don Ferrante Bagiardi, Don Giovanni Fondelli, si sono spesi fino all’ultimo cercando di salvare vite umane, purtroppo non riuscendovi e perdendo anche la propria.
 
Dopo la strage i soldati nazisti scomparvero dalla valle d'Avane senza lasciare traccia di sé.
Nessuno seppe più niente di loro e la popolazione, che non vide mai fatta giustizia sulla morte dei propri padri, tentò nel tempo di spiegarsi i motivi del massacro.
Nacquero così progressivamente negli anni la tesi della rappresaglia, del controllo del territorio, quindi quella che voleva come preordinatori della strage i repubblichini locali che intendevano distruggere la radice storica comunista di questa società.
Nessuno si preoccupò mai dei veri responsabili tedeschi, dei cosiddetti cani che dormono da non stuzzicare, nessuno dette più peso alle loro strategie, ai loro piani, alle loro origini ed alle loro filosofie di guerra, stabilite ai prodromi del secondo conflitto mondiale da Adolf Hitler.
 
Grazie allo studio attento e dettagliato dell'inchiesta portata a termine dallo Special Investigation Branch inglese tra il 1944 ed il 1945 nei luoghi scenari delle stragi, secretata fino agli anni novanta negli archivi di Kew (Londra) e nel noto Armadio della vergogna a Roma, il ricercatore di Storia Contemporanea all'Università di Firenze Filippo Boni con il fondamentale aiuto della più importante memoria storica vivente di Castelnuovo dei Sabbioni, Emilio Polverini (figlio di una vittima), ha ritrovato nomi, cognomi e fotografie dei soldati che quella mattina si resero protagonisti del massacro e li ha pubblicati nel libro «Colpire la Comunità: 4-11 luglio 1944, le stragi naziste a Cavriglia» edito dalla Regione Toscana, in cui in un'analisi storico-scientifica dettagliata e puntuale, dopo aver ricostruito il contesto storico e narrativo della strage, è riuscito a portare alla luce quella che fu la reale strategia del terrore nazista, politica di guerra che era sempre stata un caposaldo della Wehrmacht prima e durante la seconda guerra mondiale.