Difensore Civico per la Provincia di Trento: la relazione 2013

La dottoressa Longo illustra i numeri del suo ufficio e offre alcuni spunti migliorativi

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Questa mattina si è tenuta a Palazzo Trentini la conferenza stampa di illustrazione della relazione annuale del difensore civico e garante dei minori della Provincia di Trento.
Un’occasione eccezionale, quella di quest’anno, che cade nel momento dell’avvicendamento tra l’ex difensore avv. Raffaello Sampaolesi e la dott.ssa Daniela Longo (nelle foto). La relazione sarà oggetto di una discussione in aula il 22 o 23 luglio prossimi.
Dorigatti: «Un ruolo strategico per l’amministrazione e per i cittadini in un momento di grave crisi economica.»
 
Dopo aver ringraziato per il lavoro svolto il dott. Sampaolesi e la dott.ssa Maria Ravelli, difensore civico e direttrice dell’Ufficio nella passata legislatura, il Presidente del Consiglio provinciale Bruno Dorigatti, ha espresso alcune riflessioni in merito al ruolo dell’istituto del difensore ed al servizio offerto, un servizio di supporto qualificato e gratuito sempre più centrale, soprattutto in una fase di crisi economica come quella attuale.
I cittadini sono sempre più attenti al corretto operato della Pubblica Amministrazione, sia sul piano dei diritti individuali che su quello dell’interesse collettivo, ha osservato Dorigatti, ed è bene che abbiano a disposizione un organismo che opera senza costi: questo garantisce non solo l’esistenza formale di un diritto del cittadino, ma la sua concreta esigibilità.
E nel contempo, impone alla Pubblica Amministrazione, ad ogni livello, di operare secondo criteri di trasparenza, efficienza, imparzialità e correttezza non solo formale.
Il Presidente ha poi colto volentieri lo spunto offerto dalla relazione, poi illustrata da Longo, laddove si sottolinea «l’eccessiva complessità dell’ordinamento: in Italia, e anche in Trentino, la produzione normativa è eccessiva e frammentata – ha ammesso il Presidente, – tanto da rendere arduo il compito non solo di applicarla, ma persino di interpretarla».
«Un ordinamento eccessivo non è affatto ordinato, tutt’altro: dobbiamo averlo ben chiaro, e lavorare di conseguenza, a partire dalla produzione legislativa, verso un obiettivo di semplificazione e riordino normativo.»
 
Longo: la complessità normativa, non è il solo elemento di criticità
«Un compito delicato, quello di illustrare il lavoro svolto da altri», – ha ammesso la dott.ssa Daniela Longo nominata recentemente difensore civico della Provincia autonoma di Trento per la corrente legislatura.
Longo ha organizzato il proprio intervento su due direttrici, fornendo i numeri sull’andamento dell’Ufficio (pratiche, contenuti delle pratiche, tempi di risposta (si veda apposita sezione), per poi passare ad alcuni suggerimenti migliorativi.
Tra gli elementi di criticità rilevati spicca quello della complessità normativa: c’è una tale stratificazione di norme, corroborate da delibere, pareri e atti aggiuntivi, che risulta spesso difficile fornire risposte celeri e precise anche per gli stessi addetti ai lavori.
 
Molto spesso le istanze, sono richieste di aiuto nell’interpretazione delle leggi e nella comprensione dei propri diritti, (un compito che Longo ha definito fondamentale tra quelli attribuiti al difensore civico).
L’invito non troppo celato al Consiglio provinciale e definito «molto difficile» da Longo, è quello di procedere ad un riordino delle norme esistenti e ad una semplificazione dei passaggi.
Longo ha quindi posto l’attenzione su alcune situazioni di commistione tra pubblico e privato che nel caso di taluni enti, come ad esempio Itea spa, renderebbero difficile il reperimento delle informazioni.
 
L’invito rivolto in questo caso all’esecutivo provinciale è stato quello di sollecitare, nei limiti del possibile, una maggiore trasparenza ed un miglioramento dell’accessibilità alle informazioni.
Il difensore civico ha quindi rivolto una critica all’Azienda sanitaria, per la quale ha rilevato la capacità di fornire risposte «esaustive in apparenza, ma carenti sui punti dolenti»: in una materia tanto delicata occorre a suo avviso maggiore trasparenza e chiarezza.
Longo ha quindi toccato il tema che ha definito a lei caro dei minori e la funzione del garante, affidata dal 2009 allo stesso difensore civico: in questo contesto, la carenza di personale permette solo di svolgere le funzioni essenziali, ha detto.
 
Due progetti sono in serbo per quest’ultimo settore e saranno messi a punto prossimamente: l’istituzione di un albo di volontari per svolgere la funzione di tutori e un’iniziativa sull’«uso sicuro del web», con particolare riferimento al mondo dell’infanzia, quello maggiormente a rischio.
 
Infine, i dati rivelerebbero che nonostante una diffusione capillare dell’istituto del difensore civico (l’ufficio sarebbe presente in ben 15 sedi), l’80% degli utenti si rivolge all’Ufficio di Trento, con una sempre maggiore incidenza del contatto via mail.
In tal senso sarà studiata una modalità di promozione e di diffusione della conoscenza del servizio del difensore civico sul territorio trentino: un servizio che se fosse più conosciuto sarebbe sicuramente utilizzato con maggior frequenza.
 
 La relazione, o meglio i numeri
I numeri che misurano l’accesso al servizio si sono sostanzialmente attestati nella media degli ultimi 10 anni. 1020 utenti si sono rivolti nel 2013 al difensore civico, per la maggior parte (l’80%), presso la sede di Trento.
Su questo numero 956 sono state le istanze definite nel corso dell’anno. Le materie hanno riguardato per il 36% l’ordinamento, per il 34% il territorio e l’ambiente, per il 6% la tutela dei minori, per il 9% l’economia e il lavoro e per il 15% i servizi sociali e culturali.
Tempi di risposta degli interlocutori: Longo ha definito «virtuosi» i destinatari che hanno risposto entro 15 giorni, che sarebbero ben il 27%.
Gli enti «meno virtuosi», che sforano il tempo di tre mesi per produrre una risposta sarebbero invece il 14%, mentre oltre il 40% darebbe risposta alle richieste in un tempo che varia da uno a due mesi.
Dalla relazione emergono infine altri appunti critici riguardo alcune storture nell’applicazione dell’Icef, i limiti a tratti discutibili della nuova Scia in campo urbanistico, diversi problemi di trasparenza sulle spese condominiali ITEA, proiezione di film non adatti ai minori in alcuni istituti scolastici.