«Distretto Family Audit Le Palazzine» – Di Daniele M. Bornancin
Sono il primo distretto di servizi in comune: a Trento la qualità aziendale passa anche attraverso quest’esperienza privata di Spini di Gardolo
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Si tratta di tre aziende situate in edifici confinanti, che hanno voluto avviare un progetto di organizzazione e di gestione di alcuni servizi per i dipendenti, in forma comune.
Una novità questa, che non è una struttura di distretti industriali produttivi del manifatturiero, così come sono vissuti nella storia del sistema produttivo italiano, ma la messa in comune di attività volte a migliorare la vita dei collaboratori all'interno delle aziende.
Un nuovo modello organizzativo che con ogni probabilità potrà dare buoni frutti, sia in questa fase iniziale, sia in futuro.
Storicamente, nel 1972, fu l'economista inglese Alfred Marshall che sottolineò il ruolo delle economie esterne, quale elemento fondamentale grazie al quale le piccole imprese potevano conseguire i vantaggi tipici delle produzioni su larga scala, in virtù di una forte concentrazione in un'area geografica ben definita.
Il termine «distretto», infatti, è solitamente usato per definire strutture aziendali diverse: distretti di competenza, di sistemi industriali, di produzione, di ricerca e d’innovazione, di nuove tecnologie.
Allora perché sono costituiti i distretti? I motivi possono essere diversi: per aumentare la capacità delle PMI, per sostenere progetti di ricerca con una gestione in partecipazione, per realizzare un sistema unico di tutela ambientale e per altri comparti.
Sono gruppi formati da aziende, tra loro collegate, tutti appartenenti a un determinato settore o a settori diversi, uniti da caratteristiche comuni e ubicati in ambiti territoriali circoscritti, con una rete consolidata d’interrelazioni economiche e sociali.
Giova ricordare che negli anni settanta i distretti di sviluppo industriale hanno trovato in Italia le condizioni ideali per svilupparsi ed espandersi contemporaneamente alle prime avvisaglie della crisi delle grandi imprese.
Oggi la legislazione italiana riconosce circa 2000 distretti distribuiti sull'intero territorio nazionale.
Questi costituiscono una forma originale di agglomerazione d’imprese, caratterizzata da una forte specializzazione industriale, ossia da una particolare vocazione delle produzioni verso uno o più settori tra loro correlati.
Nella forma tradizionale essi sono sistemi manifatturieri locali, formati da imprese artigiane e industriali di medie e piccole dimensioni, legate tra loro da strette relazioni.
In questo caso, unico in Trentino, si tratta di tre aziende: Bauer (insaporitori, granulati alimentari, dadi) -18 lavoratori, Delta informatica (informatica e soluzioni software) - 100 dipendenti e Dedagroup, (tecnologie applicative informatiche e sistemi integrati) – 1.600 tra dipendenti e collaboratori, tutte confinanti e ubicate a Spini di Gardolo, che hanno creato un modello per progettare e creare servizi di qualità condivisi per favorire la conciliazione famiglia–lavoro e un migliore benessere del loro patrimonio professionale ed umano.
Da qui è partito il «Distretto Family Audit Le Palazzine», il primo in forma privata, affiancato dall'Agenzia provinciale per la famiglia.
Per tradurre quest’idea in progetto reale e per l'avvio delle attività è stato sottoscritto uno specifico accordo tra le parti e precisamente: per la Bauer, che riveste il compito di capofila di questa iniziativa, Giovanna Flor (amministratore unico), per Delta Informatica S.p.A. Pompeo Viganò (presidente), per Dedagroup S.p.A. Gianni Camisa (amministratore delegato della società), per la Provincia Ugo Rossi Presidente della Giunta.
A questa presentazione hanno partecipato: Luciano Malfer dirigente dell'Agenzia per la famiglia e Valentina Gilli direttore delle risorse umane di Dedagroup.
L'obiettivo di questo distretto è di fare sinergia nello sviluppo dei servizi aziendali e nell'attivazione d’iniziative funzionali e di qualità per i lavoratori delle tre imprese, con un conseguente e successivo utilizzo da parte delle aziende della zona.
Un inizio per affrontare insieme, imprese ed Agenzia per la famiglia (PAT), l'organizzazione di servizi, che riguardano la formazione del personale, la ristorazione collettiva, il doposcuola, il telelavoro, i nidi aziendali in gestione unitaria, l'attività postale e di spedizione, l'allestimento delle sale riunioni, le traduzioni di lingue estere, e altre sperimentazioni che nasceranno durante il percorso del distretto.
Misure e servizi volti a trovare modi migliori per la qualità nel sistema lavorativo e quindi per perfezionare l'eccellenza delle aziende e porre così la massima attenzione alla soddisfazione e al benessere dei lavoratori, che sono sempre il “bene” delle aziende.
Un privato che realizza, che prova, che sperimenta modelli della gestione in partnership, che crede in quell'operare insieme, abbassando i livelli d’invidia imprenditoriale, o gelosie varie, per ottenere buoni risultati e quindi una migliore produttività.
L'accordo sottoscritto da queste imprese è incorniciato dalla l.p. 2/2011, che istituisce il distretto per la famiglia, quale circuito economico e culturale a base locale, all'interno del quale attori diversi, per ambito di attività e finalità, operano con l'intento di promuovere la famiglia con figli e una responsabilità territoriale coerente con il sistema trentino.
Uno dei punti principali di questa intesa è quello della conciliazione tra tempi di lavoro e tempi di cura della famiglia, quali utili strumenti che consentono di rendere i datori di lavoro più attenti alle esigenze familiari dei dipendenti.
La Bauer nel 2016 è stata la prima azienda del settore alimentare a ottenere la certificazione Family Audit, mentre le altre due società hanno in corso di definizione la procedura.
Questa certificazione è uno strumento decisionale che promuove un cambiamento culturale e organizzativo all'interno della vita dell'impresa e consente di adottare delle politiche di gestione del personale, orientate alla soddisfazione dei propri dipendenti e delle loro famiglie.
Si realizza attraverso un processo di valutazione sistematica, periodica e standardizzata, che permette quindi di ottenere una certificazione Famiy audit.
Una nuova impostazione basata sulla compartecipazione dei collaboratori per introdurre soluzioni organizzative innovative, sulla flessibilità del lavoratore alla gestione dei servizi, che diventa un valore fondamentale per il progresso e lo sviluppo aziendale.
Tutto questo è certamente un impegno aziendale notevole che si caratterizza per un’operatività a carattere triennale, con la costituzione di un apposito gruppo di coordinamento tra le parti, di un referente tecnico e di un referente istituzionale, per così verificare il percorso del progetto e le eventuali difficoltà cammin facendo.
Un sistema aperto a nuove adesioni di piccole imprese operanti nella zona produttiva ed economica a Nord di Trento, che può diventare anche esempio per altre zone periferiche del sistema produttivo trentino.
Un ragionare insieme, come vicini di casa aperti ad altri, questa la speranza e l'impegno di queste tre realtà aziendali pioniere del futuro della comunità.
Un'iniziativa senza steccati, con servizi di qualità e di contiguità dove il coraggio e la condivisione fanno da collante in un cammino forse difficile, ma necessario.
Si parte da qui... allora avanti tutta!
Daniele Maurizio Bornancin