Il 3 gennaio di 70 anni fa nasceva la Radiotelevisione Italiana
Nata nel 1923, divenne operativa nel 1924, divenne EIAR nel 1927, poi RAI nel 1944 e infine RAI Radiotelevisione Italiana nel 1954 con la nascita della televisione
La mattina del 3 gennaio 1954 l'annunciatrice televisiva Fulvia Colombo diede avvio alle trasmissioni televisive regolari del Programma Nazionale (l'attuale Rai 1).
Il primo programma televisivo in assoluto fu Arrivi e partenze, condotto da Mike Bongiorno e Armando Pizzo.
L'avvio delle trasmissioni televisive comportò durante gli anni cinquanta la costruzione della rete nazionale dei trasmettitori televisivi: ai già esistenti impianti di Torino-Eremo, Milano-Corso Sempione e Roma-Monte Mario si aggiunsero nel 1953 Monte Penice, Portofino Vetta, Monte Peglia e Monte Serra, e nel 1954 Monte Venda, cosicché nel 1954 era coperto il 36% circa della popolazione.
Nel 1955 venne aggiunto Monte Faito e nel 1956 la rete venne completata con gli impianti di Monte Argentario, Monte Conero, Monte Nerone, Monte Vergine, Monte Caccia, Monte Sambuco, Monte Scuro, Gambarie, Monte Pellegrino, Monte Soro, Monte Limbara e Punta Badde Urbara.
Nel 1955, in occasione delle elezioni del Presidente della Repubblica, si tenne la prima telecronaca della seduta parlamentare.
L'anno successivo, i VII Giochi olimpici invernali, disputatisi a Cortina d'Ampezzo, furono i primi a essere trasmessi a un'audience internazionale in Eurovisione.
I diritti di trasmissione furono ceduti gratuitamente alla Rai, alla quale fu riconosciuto anche un rimborso spese di 10 milioni di lire per coprire i costi per portare le apparecchiature fino a Cortina.
I primi televisori bianco nero costavano 450.000 lire. Con poco di più si poteva acquistare la 500 Fiat, lo stipendio di un anno.
Nel 1955 uscì la prima puntata di «Lascia o Raddoppia?»
Nel 1957, con un decennio di anticipo rispetto alla tempistica inizialmente prevista, tutto il territorio italiano fu coperto dal segnale televisivo.
Quello stesso anno iniziò la fortunata serie di «Il Musichiere».
Il 3 febbraio la Rai iniziò a trasmettere messaggi pubblicitari in TV con Carosello, mentre il 19 dicembre a Roma venne inaugurato lo storico centro di produzione televisivo di via Teulada 66.
Il 25 novembre 1958 iniziarono i corsi di Telescuola, rivolti ai ragazzi impossibilitati a frequentare la scuola obbligatoria.
A questo, nel 1960, si sarebbe affiancato «Non è mai troppo tardi», programma rivolto agli adulti analfabeti, condotto dall'amabile maestro Alberto Manzi.
Nel 1960 debuttò il programma radiofonico «Tutto il calcio minuto per minuto», programma storico tuttora in onda su Rai Radio 1.
Quello stesso anno mise in onda in diretta i Giochi Olimpici di Roma, in bianco e nero.
Il 4 novembre 1961 Rosanna Vaudetti inaugurò la seconda rete televisiva, denominata Secondo Programma, oggi Rai 2.
Nel 1965 si tenne per la prima volta in Italia l’Eurovision Song Contest, ospitato nell'Auditorium Rai di Napoli: l'azienda ne curò anche le trasmissioni.
Il 15 luglio 1967 la Rai partecipò al primo collegamento televisivo satellitare diretto con tutti i continenti.
Nel 1968 andò in onda lo sceneggiato «Odissea», prima produzione realizzata a colori.
Nel 1965 la Direzionale Generale Rai si sposta nella nuova sede di viale Mazzini nel quartiere Prati di Roma.
Nel 1972, i Giochi della XX Olimpiade, tenutisi a Monaco di Baviera, furono trasmessi a colori, dopo parere affermativo del Consiglio Superiore Tecnico delle Telecomunicazioni, con sistemi PAL e SECAM.
Il 15 dicembre terminò la concessione dei servizi radiotelevisivi, che venne prorogata di un anno fino all'approvazione della riforma del settore radiotelevisivo. Nella stessa sede si stabilì che il controllo della SIPRA fosse assunto interamente dalla Rai.
Il 14 aprile 1975 viene approvata la Legge n. 103 che portò a una prima riforma della Rai: il controllo della società passava dal Governo al Parlamento, attraverso la Commissione parlamentare per l'indirizzo generale e la vigilanza dei servizi radiotelevisivi, per garantire il pluralismo della società.
Venne decisa la realizzazione di una terza rete nazionale da affiancare alle prime due; queste ultime vennero ribattezzate Rete 1 (o TV1) e Rete 2 (o TV2).[29] Si sancì, inoltre, che la concessione dovesse essere data a una società per azioni completamente pubblica, quindi le azioni vennero suddivise tra IRI, con il 99,55%, e la SIAE, con lo 0,45%.
Infine si stabilì che il consiglio di amministrazione fosse composto da «16 membri, di cui: sei eletti dall'assemblea dei soci; dieci eletti dalla Commissione parlamentare con la maggioranza di tre quinti dei suoi componenti, dei quali 4 scelti sulla base delle designazioni effettuate dai consigli regionali.
Il 1º gennaio 1977 si concluse, dopo vent'anni, la rubrica pubblicitaria Carosello. Un mese più tardi iniziarono ufficialmente le trasmissioni televisive a colori.
I primi televisori a colori costavano come un anno di stipendio di allora.
Il 15 dicembre 1979 Fabiana Udenio inaugurò Rete 3 o TV3, rete televisiva inizialmente progettata e realizzata per la diffusione di programmi su base regionale. Nello stesso periodo fu deliberato l'aumento del capitale sociale da 10 a 40 miliardi di lire.
Il 1984 è anche l'anno di esordio de «La piovra», serie andata in onda complessivamente in dieci miniserie dal 1984 al 2001.
Ancora oggi considerata la serie televisiva italiana più famosa nel mondo, le dieci miniserie hanno ottenuto grandi consensi di pubblico (una media di 10 milioni di spettatori e punte di 15 milioni) e sono state esportate con altrettanto successo in oltre 80 nazioni.
Nel 1990 partirono le sperimentazioni delle trasmissioni satellitari, tramite RaiSat, riguardanti la radio ad alta definizione e i programmi televisivi in alta definizione e multilingua.
Dal centro tecnico di produzione radiotelevisivo di Saxa Rubra vennero diretti i lavori per la trasmissione dei Mondiali di calcio Italia '90, che rappresentarono la prima comunicazione punto-multipunto di programmi ad alta definizione.
Il 6 agosto venne promulgata la Disciplina del sistema radiotelevisivo pubblico e privato, con la quale veniva riorganizzato anche il consiglio di amministrazione Rai, che sarebbe stato rinnovato a ogni inizio di legislatura da parte della Commissione di vigilanza.
A febbraio del 1996 la Rai creò il suo primo sito web, www.rai.it e a fine 1997 lancia i primi canali tematici digitali via satellite: il primo in ordine cronologico fu RaiSat 2, rivolto a un pubblico di ragazzi, che viene lanciato il 29 settembre; RaiSat 1, che si occupa di cultura e spettacolo, viene lanciato il 27 ottobre; ultimo in ordine di tempo, RaiSat 3, dedicato ai programmi di Rai Educational, lanciato 13 ottobre 1997.
Nel 1999, dopo aver creato la Divisione Trasmissione e Diffusione, incorporò la NewCo TD.[34] Il 26 aprile venne aperto Rai News 24, il primo canale notiziario italiano a diffusione nazionale a trasmettere in diretta 24 ore al giorno.
Nel 2000, a causa della liquidazione della holding pubblica IRI, il 99,5% delle azioni passarono a Rai Holding S.p.A., in mano al Ministero dell'economia.
Il 27 settembre 2005 la Rai creò il proprio canale ufficiale su YouTube, attraverso il quale iniziarono a essere pubblicati video tratti dal sito ufficiale Rai.tv (online da dicembre dello stesso anno), poi quasi completamente eliminati a partire dal 1º giugno 2014 (sia i propri sia quelli caricati da altri utenti).
Il 1º novembre 2006 debuttò RaiSat YoYo all'interno della piattaforma Sky Italia, nato in seguito alla scissione di RaiSat Ragazzi in due canali differenti, il secondo dei quali era RaiSat Smash (per ragazzi fino ai 19 anni). Il 1º giugno 2007 nasce il canale televisivo Rai Gulp sulle frequenze di Rai Doc e Rai Futura, emittenti chiuse poco prima del suo lancio.
Il resto non è più storia, ma la nostra vita di tutti i giorni.