Calenda: «Servono politiche industriali mirate»
Il nuovo ministro allo sviluppo economico al Festival dell'Economia
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«Trovo stucchevole il dibattito sul fatto se il Paese sia o meno uscito dalla crisi perché i dati non si prestano ad un’interpretazione univoca.»
Così il nuovo ministro allo sviluppo economico Carlo Calenda, che oggi pomeriggio è intervenuto al Festival dell’economia di Trento.
«Leggere i dati sull’Italia è molto difficile – ha detto – perché il nostro è un paese diviso, tra imprese che competono sui mercati internazionali ed imprese legate al mercato domestico, di cui molte vanno molto male e non riescono a innovare e ad aumentare la produttività.
«Ma siamo anche il quinto paese al mondo per esportazione, con l'export che è cresciuto di 150 miliardi dal 2001 a oggi, anche se tra le 200mila imprese che esportano, quelle veramente integrate nella catena globale del valore sono 14-15mila.
«Ogni mese ci sono dati contraddittori tra loro, bisogna mettere da parte questo dibattito e guardare a una lettura più profonda dei dati. Compito della politica è mettere in campo politiche industriali più mirate e attente ai singoli segmenti.»
Parlando degli interventi che il Governo sta portando avanti, Calenda ha ricordato che «dopo il successo dei voucher per gli export manager si sta ora ragionando su nuovi voucher per fornire, alle Pmi un po' più grandi, consulenti in grado di sostenerle per preparare business plan adeguati e che consenta loro di mettersi in contatto coi mercati finanziari.
«Oggi la disponibilità capitale di rischio sulle imprese che esportano c'è, ma c'è un fortissimo gap da colmare sulla capacità di presentare un piano finanziario e un piano industriale.
«Per questo stiamo selezionando aziende di consulenza top che con un contributo del Mise facciano tutoraggio alle Pmi e le mettono in contatto con tutte le modalità di accesso ai finanziamenti, dai fondi pubblici, a quelli privati come i private equità.»
«La mia scommessa – ha detto ancora Calenda – è avere per settembre un piano industriale per il ministero, prima di tutto con un elenco di quello che dovrebbe e non dovrebbe esserci, con totale trasparenza su quello che va o non va eliminato, con la tempistica necessaria per chiudere gli incentivi che non servono più, che non sono così tanti in termini di importi, ma sono tantissimi in termini di numero, e piccolissimi.»