Altissima la prevenzione contro il terrorismo di matrice islamica
Lo ha ribadito Alfano al question time alla Camera – No hot spot ad Augusta, valutazioni aperte sul tema riacquisto cittadinanza
«Ad Augusta non si farà l'hot spot.»
Lo ha affermato oggi pomeriggio alla Camera dei Deputati il ministro dell'Interno Angelino Alfano rispondendo durante il question time a una serie di interrogazioni, soprattutto su immigrazione e contrasto al terrorismo di matrice islamica.
Certo è che «l'Europa deve muoversi di più sui ricollocamenti», l'Italia sta facendo la sua parte e «non accetterà egoismi nazionali a fronte del senso di responsabilità» messo in campo sia sul fronte dell'accoglienza che della separazione dei migranti irregolari dai profughi.
I primi vanno «rimpatriati con una procedura Europea», facendo leva sul «peso dell'Europa» e sulla cooperazione internazionale; «gli altri devono essere ricollocati tra i 28 Paesi europei».
Sul fronte immigrazione, «l'Italia è dalla parte giusta della storia», ha detto il ministro, segnalando che si assiste ora a un «ritorno accentuato di migranti rispetto ai numeri dello scorso anno» causato probabilmente dall'affrettarsi degli scafisti dopo la nomina del nuovo governo libico. Con quest'ultimo «dobbiamo attivarci immediatamente» per bloccare i flussi.
L'attività di prevenzione
Rispondendo sul terrorismo jihadista, Alfano ha ribadito che l'Italia ha risposto «con una straordinaria azione di prevenzione» alla «lunga cronologia del terrore che dal 2001» non ha risparmiato nessun continente «cambiando continuamente lo schema d'attacco».
Ricordando il lavoro continuo di programmazione e analisi degli elementi investigativi da parte del Comitato di analisi strategica antiterrorismo il ministro ha sottolineato anche che l'Italia è tra i Paesi europei che hanno meno foreign fighters, i combattenti stranieri, figura esistente da anni e ora fuori legge dopo l'approvazione del decreto antiterrorismo.
Il «punto politico oggi è migliorare l'attività di prevenzione e intelligence» ha proseguito affrontando il nodo immigrazione irregolare e di seconda generazione/terrorismo di matrice islamica. «In Italia facciamo ogni attenzione e sforzo» basati anche sull'alta capacità di cooperazione con le intelligence degli altri Paesi.
Non si può escludere il transito nel territorio di sospetti terroristi, visto che molti viaggiano con passaporto europeo. Ma la prevenzione funziona, come dimostra il recente arresto su mandato internazionale, in provincia di Salerno, di un cittadino algerino, ha detto il ministro, ricordando anche che alcuni dei 6 cittadini stranieri di origine eritrea arrestati nei giorni scorsi a Roma «sono stati rintracciati presso l'immobile di via Curtatone il cui sgombero è stato inserito dalla prefettura in un elenco di obiettivi prioritari».
I numeri dei controlli antiterrorismo
I controlli ci sono e portano frutti, ha aggiunto rispondendo con i numeri a un'atra interrogazione sul tema. Dal 1° gennaio 2015 sono state controllate circa 113.000 persone sospette e 2.310 perquisite per sospetta contiguità con l'estremismo religioso.
Sono stati controllati oltre 23.000 veicoli, i passeggeri di 251 navi su rotte agevoli per i foreign fighters, 65 persone indagate e 422 arrestate, 75 espulse per motivi di sicurezza nazionale, in quanto radicalizzate. Tra queste, 5 imam, individuati grazie alla vigilanza sui luoghi di culto e alla collaborazione delle comunità islamiche.
Riacquisto della cittadinanza
Sulla questione del riacquisto della cittadinanza italiana, oggetto della prima interrogazione, il ministro dell'Interno ha assicurato «disponibilità a valutare i temi di merito» anche se la questione è complessa.
Gli aspetti più problematici, segnalati dal ministero degli Affari esteri, ha spiegato Alfano, sono la trasmissione «iure sanguinis» della cittadinanza, che estendendola anche ai discendenti porterebbe a un affievolimento del legame con l'Italia, e il numero indeterminato dei beneficiari, che rende difficile calcolare gli oneri finanziari.