Storie di donne, letteratura di genere/ 534 – Di Luciana Grillo
Camilla Sernagiotto, Senza scadenza. L’intramontabile packaging made in Italy – L’eccellenza del made in Italy idi 60 aziende che hanno aperto i propri archivi
Titolo: Senza scadenza. L'intramontabile packaging Made
in Italy - Ediz. illustrata
Autrice: Camilla Sernagiotto
Editore: Ultra, 2023
Pagine: 352, illustrato. Brossura
Prezzo di copertina: € 29
Questo bel libro, si lascia sfogliare e leggere con curiosità, perché racconta l’importanza che le scatole – di cui l’autrice è collezionista – hanno avuto nel tempo, sia quelle semplici di cartone che quelle di latta, o di altri materiali.
Più che di scatole, in realtà si tratta di contenitori, di ceramica o porcellana o legno, che venivano conservati anche quando il loro contenuto era finito. O di bottiglie, di barattoli, di boccette che negli anni sono rimasti uguali, sia come dimensioni e forma che come etichetta e decori.
Anche io, come l’autrice, ho ricordi legati a scatole, penso a quella metallica della Coccoina e al barattolo in ceramica bianca e blu di Amarena Fabbri.
Come sosteneva Oriana Fallaci, «Ogni oggetto sopravvissuto al Passato è prezioso perché porta in sé un’illusione di eternità», e dunque scegliamo, fra gli oggetti che Camilla Sernagiotto ha selezionato, quelli che in qualche modo sono anche per noi preziosi.
Parto da un liquore della mia terra di origine, l’«Amaro Lucano», nato nel lontano 1894 dall’intuizione di Pasquale Vena che, dopo aver lavorato presso la rinomata pasticceria napoletana Scaturchio, tornò a Pisticci e cominciò a distillare e mescolare le erbe.
Per realizzare l’Amaro, impiegò oltre trenta erbe e oli essenziali. E l’Amaro prese il volo, prima si diffuse in regione, poi nel sud, dopo in tutta Italia, fino a varcare i confini nazionali, spinto anche da una pubblicità intelligente che giocava sulle indiscusse qualità dell’uomo lucano: «Cosa vuoi di più dalla vita? Un Lucano!».
È poi la volta dei «Baci Perugina», i più famosi cioccolatini incartati con i messaggi d’amore, nati nel 1922, quando era già stata prodotta la tavoletta Luisa, che prende il nome dalla creatrice Luisa Spagnoli.
Ancora oggi i cartigli accompagnano i cioccolatini, l’incarto di stagnola è un po’ cambiato, mentre la ricetta è rimasta sempre la stessa.
E passiamo alla storia della piccola distilleria Fabbri, nata nel 1905, guidata oggi dalla quarta generazione che è alla testa di un’azienda che distribuisce i suoi prodotti in tutto il mondo.
Quanto alla confezione di amarene in ceramica bianca e blu, nata negli anni ’50, va detto non soltanto che il suo contenuto è apprezzato in tutto il mondo, ma anche che il vaso è stato riconosciuto dal Tribunale del Popolo di Shanghai «come inimitabile… chiudendo un contenzioso che ha visto l’azienda italiana impegnata dal 2019 a difendere la proprietà intellettuale legata al suo packaging da un tentativo di imitazione da parte di un’azienda dolciaria cinese».
Altro prodotto dalla storia antica è il Liquore Strega, creato da Giuseppe Alberti di Benevento nel 1860: la leggenda racconta che si trattava di una pozione magica prodotta dalle tante streghe che ballavano il Sabba di notte, sotto un «Noce magico».
E le coppie che la bevevano si univano per sempre.
Nei primi decenni del ‘900 la famiglia Alberti intuì l’importanza della comunicazione pubblicitaria e affidò a Fortunato Depero il compito di realizzare i manifesti che ancora oggi, stampati sulle etichette, donano al liquore un sapore retrò e diventano un valore aggiunto.
I prodotti di cui Camilla Sernagiotto racconta la storia e descrive il packaging sono tanti, e bellissime sono le illustrazioni, ma non si può scrivere di tutti.
Indispensabile parlare della Nutella per me, grande consumatrice dalla più tenera età: se la «Nutella», con il nome e l’etichetta che vediamo sugli scaffali dei supermercati, è nata negli anni ’60, il prodotto esiste da tempo: nel 1946 nacque il Giandujot, solido, da tagliare; nel 1951 fu la volta della Supercrema, un giandujot morbido e profumato inventato da Pietro Ferrero e migliorato dal figlio Michele, a cui si deve la Nutella, messa in commercio prima in Germania che in Italia.
Successo planetario! Il 5 febbraio, infatti, in tutto il mondo si celebra il World Nutella Day, iniziativa nata spontaneamente da un gruppo di incalliti consumatori.
Alla Nutella le Poste Italiane hanno dedicato un francobollo commemorativo in occasione del suo cinquantesimo compleanno, mentre il Ministero dell’Economia ha emesso una moneta d’argento coniata dalla Zecca per i 75 anni dell’Azienda.
La Nutella, amata da piccini e aduli, è considerata un antidepressivo e consumata da molti divi dello spettacolo e dagli sportivi: due nomi come esempio, Francesco Totti e Monica Bellucci.
In questo libro, dove trovano posto colla, lieviti, prodotti per la rasatura e pennelli, la chiusura non può non essere dedicata al cioccolato e al panettone, e dunque si incontrano i cioccolatini Venchi, tra i quali si ricordano (e si gustano ancora) i Cuba Rhum, sempre confezionati con eleganza, il panettone Vergari, racchiuso in una scatola-cappelliera e le figurine «Zaini», collezionabili, che avevano come soggetti stelle del cinema e campioni sportivi.
Da qui – era il 1930 - nacque il boom del cioccolato. L’azienda, alla morte di Luigi, nel 1938 passò nelle mani della vedova Olga, una delle prime imprenditrici italiane, che aveva a cuore la sua famiglia e i dipendenti: prima di lasciare l’azienda ai figli, sapendo che i tempi cambiavano e che le donne avrebbero potuto utilizzare il cioccolato in vari modi, creò il Block, «un blocco di cioccolato fondente ideale per ogni dolce…» che decide di battezzare Emilia, come la tata che l’aveva aiutata a far crescere i suoi bambini.
Poi, dopo il Block, sono arrivati i Boeri…ed io, che sono una golosona, devo smettere per non fare un’indigestione di odori e ricordi.
Luciana Grillo - [email protected]
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