Una Donna sul Colle del Quirinale – Di Paolo Farinati

Le donne italiane hanno dimostrato di essere protagoniste almeno quanto gli uomini

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Ho letto e apprezzato molto l'intervista alla Consigliera provinciale Sara Ferrari, apparsa sul giornale il giorno del l'Epifania.
Lei auspica che il nuovo Presidente della Repubblica Italiana sia tra qualche settimana una donna, dopo oltre 75 anni di Presidenti uomini. È pure il mio augurio.
Come in tempi non sospetti, ovvero fin dalla primavera 2019, a più di un anno dalle elezioni comunali, scrivevo e auspicavo per Trento e Rovereto due Sindaci espressione del mondo femminile. Ma non fu così. Nulla di drammatico, sia beninteso, ma la ritengo tuttora un'occasione persa, con il massimo rispetto per gli attuali primi cittadini dei due principali Comuni del Trentino.

In questi anni non facili, complicati ancor più dalla pandemia, le donne hanno raggiunto nell'ambito politico - istituzionali, come pure nelle scienze, nell’economia e nella cultura, posizioni sempre più importanti e prestigiose. E questo sia a livello internazionale che nazionale. Solo per fare alcuni esempi, cito Angela Merkel, Ursula von der Leyen, Cristine Lagarde, Kamala Harris, Emma Bonino, Maria Elisabetta Alberti Casellati, Marta Cartabia, Malala Yousafzai, Francoise Barre - Sinoussi, Dacia Maraini, Beatrice Venezi, Fabiola Gianotti, Samantha Cristoforetti, Greta Thunberg, e potrei continuare con altre centinaia se non migliaia di citazioni.
 
Le donne hanno saputo essere protagoniste in molti ambiti dell'esistenza umana.
Se penso solo a grandi donne italiane, sono certo che Tina Anselmi, Rita Levi Montalcini, Nilde Iotti e Chiara Lubich avrebbero occupato la poltrona più prestigiosa del Quirinale con grandi capacità e indiscussa autorevolezza, onorando e affermando in ogni dove e sempre i valori fondanti della nostra Carta Costituzionale. Va detto, comunque, che in poche nei secoli trascorsi hanno raggiunto tali apici indiscutibili e universalmente riconosciuti. Il maschilismo ha regnato incontrastato per molto, forse troppo, tempo.

Piano piano, e con enorme impegno, fino a giungere ai nostri giorni, le donne hanno saputo conquistare meritatamente prosceni, consensi e applausi storicamente senza pari. Ritengo che ora il clima politico e culturale della nostra Italia sia pronto a favorire la chiamata di una donna alla Presidenza della nostra Repubblica. Sarebbe non solo un fatto simbolico, ma un atto con cui la nostra democrazia mostra e afferma la sua compiutezza e integrità, anche in termini di parità di genere.
 
Una donna capace quale futuro Presidente permetterebbe di dare giusta e doverosa continuità anche al lavoro di Mario Draghi a Palazzo Chigi. Riconoscendo all’attuale Primo Ministro l’indiscussa grande autorevolezza, la forza delle sue relazioni internazionali, la sua stimata laicità, intesa quale sinonimo di rispetto delle istituzioni, dei diversi ruoli e verso tutto e tutti, la sua determinazione e il suo alto senso di responsabilità nel prendere le conseguenti decisioni per il bene della nostra comunità. Anche quelle più difficili, stante la situazione sanitaria, economica e sociale della nostra Italia. I ben centonove provvedimenti presi in meno di un anno, parecchi dei quali attesi da molto tempo, ne sono la prova concreta.

Sono più che convinto che la maggioranza delle italiane e degli italiani hanno nella testa e nel cuore la speranza che questa prospettiva vada a concretizzarsi tra poche settimane.
Del resto, proprio Mario Draghi ha voluto nel suo Governo otto donne su un totale di ventiquattro Ministri, compreso lui, e dando loro deleghe molto importanti. Non siamo ancora ad una parità matematica, ma il passo è stato molto significativo e assai apprezzato dalla gente.
 
Scegliere una donna a sedersi sulla poltrona più importante dello splendido Palazzo del Quirinale porterebbe maggior serenità al clima politico nazionale, darebbe al popolo italiano una rinnovata fiducia, offrirebbe all’Unione Europea e al mondo intero l’immagine di un Paese più moderno, ossia capace di interpretare anche la politica da una visione diversa, non dico migliore, ma certamente arricchita da una sensibilità distinta.

Il mio è solo un modesto auspicio. Le novità nella vita di ognuno di noi sono quasi sempre foriere di entusiasmo e di coraggio. In una comunità grande come la nostra Italia, queste leve si potrebbero moltiplicare per milioni di volte, dando origine ad una forza collettiva impensabile e spesso inesauribile. È solo una speranza e un’illusione il mio pensiero? Non credo.
Vedremo… ad maiora…

Paolo Farinati