Ancora ci provano con le truffe del finto parente arrestato

La Questura di Bolzano invita la gente a fare attenzione ai lestofanti in circolazione

Nella giornata di ieri, la Questura di Bolzano ha ricevuto due segnalazioni di tentativi di truffa subiti da altrettante signore, una 71enne e una 79enne, entrambe residenti di Bolzano.
Le stesse avevano ricevuto una chiamata sulla propria utenza fissa da una donna, che, sostenendo di trovarsi in un Ufficio di Polizia, comunicava all’interlocutrice che un loro parente aveva causato un incidente stradale in cui era morto un bambino e chiedeva loro, a titolo di cauzione, denaro o monili per rimettere in libertà il congiunto.
 
In uno dei due casi venivano addirittura chiesti 50.000 euro per evitare la carcerazione del parente.
Le signore contattate, memori delle varie campagne informative intraprese dal Comune di Bolzano e dalla Questura, non sono cadute nella trappola, interrompendo la comunicazione ed informando subito la Polizia di Stato.
Gli Agenti sono immediatamente intervenuti sul posto per accertare che nessuno fosse entrato nella loro abitazione.
 
La Questura di Bolzano, nel ribadire che nel nostro ordinamento non esiste l’istituto della cauzione e che quindi nessun arrestato può essere messo in libertà dietro consegna di denaro, invita tutti, e in particolar modo le persone anziane, a prestare massima attenzione a questo tipo di richieste telefoniche, consigliando di avvisare SEMPRE, come successo nella giornata di ieri, le Forze dell’Ordine attaraverso il 112 NUE.