XX congresso Spi, urgente l’avvio del nuovo welfare anziani

Purin riconfermato alla guida dei pensionati Cgil – Preoccupazione per la situazione del Paese e perplessità sulla riforma che introduce quota 100

Dare piena attuazione alla riforma del welfare anziani e soprattutto strutturare sui territori lo Spazio Argento per assicurare una presa in carico dei bisogni degli anziani e delle loro famiglie.
Gli anziani in Trentino sono il 25 per cento di tutta la popolazione ed è crescente il numero dei non autosufficienti.
Per questa ragione l’avvio del nuovo sistema non è rinviabile. E’ questa la priorità che lo Spi del Trentino pone all’attenzione del nuovo governo provinciale.
Il sindacato dei pensionati e delle pensionate della Cgil ha celebrato oggi il suo XX congresso indicando le linee sui cui muovere l’azione sindacale per i prossimi quattro anni.
 
L’assise dei delegati e delle delegate ha anche riconfermato alla guida dei 13mila iscritti trentini il segretario uscente Ruggero Purin.
«La riforma del welfare anziani – ha detto Purin – rappresenta uno snodo decisivo nel percorso di qualificazione e potenziamento della promozione di servizi a sostegno dell’invecchiamento attivo della popolazione trentina e di presa in carico dei bisogni socio-sanitari delle famiglie, delle persone anziane, soprattutto di quelle più fragili. 
«L’attuazione dello Spazio Argento è un’urgenza, in quanto è il luogo della presa in carico dei bisogni delle persone anziane e delle loro famiglie e il soggetto organizzativo per il coordinamento degli enti pubblici e delle organizzazioni del privato sociale operanti a livello provinciale e territoriale nell’erogazione dei servizi connessi all’invecchiamento. Per lo Spi del Trentino è questa l’unica strada per superare l’eccessiva frammentazione dei soggetti pubblici e privati erogatori delle prestazioni e di rendere omogenea la loro offerta
 
Nella relazione del segretario così come nel dibattito congressuale è emersa anche la preoccupazione per la difficile situazione che attraversa l’Italia, per il clima di paura e intolleranza sempre più diffuso, per la precarietà della situazione economica e per le scelte annunciate dal governo.
«Resta grande la preoccupazione per il futuro del nostro Paese che rischia il tracollo ed il ritorno al recente passato a seguito della manovra economica proposta dalla maggioranza di governo che potrebbe ridare fiato ad una crisi passata ma mai superata del tutto così come crescente è la preoccupazione per le scelte di chiusura, di intolleranza, di vero e proprio razzismo che stanno permeando la politica del Governo rispetto al fenomeno dei migranti
Non poteva mancare, dunque, una riflessione sulla riforma del sistema previdenziale, con il superamento della Legge Fornero.
 
Un cambiamento atteso anche dalla Cgil e dallo Spi, che non può però prescindere dalla previsione di un sistema flessibile di uscita, dall’introduzione di una pensione di garanzia per i giovani e tutti coloro che hanno carriere discontinue, dal rimuovere nel sistema contributivo i vincoli del 2,8 e del 1,5 volte l’assegno sociale che penalizzano i bassi salari. E ancora non ci può essere una riforma equa se non si riconosce anche il lavoro di cura.
Tante priorità che non sembrano trovare risposta nel progetto di cui si discute in queste settimane.
«Basta spot e qualche generico aggiustamento – ha incalzato Purin. – Serve dare coerenza, sostenibilità ed equità al sistema e, per quanto riguarda la legge Fornero, vogliamo una riforma che seppur gradualmente ne superi l’impianto complessivo.»
 
Non mancano poi le perplessità su «quota 100», che peraltro – ha fatto notare il segretario dei pensionati – è già arrivata a quota 102.
«Meglio di niente ma poco appetibile per gli effetti di riduzione dell’assegno che si verrebbe a percepire.»
Purin ha messo in guardia sottolineando come le risorse per finanziarie una riforma in questa direzione non po' essere fatta a spese dei più deboli.
«Se per recuperare risorse si cancellasse, ad esempio, l’APE sociale, si danneggerebbero i lavoratori manuali e le lavoratrici e chi assiste familiari disabili. Il problema è che le risorse non bastano, per fare quello che annuncia il Governo, servono 12/13 miliardi solo per andare in pensione con la quota e con 41 anni di contributi a prescindere dall’età.»
 
Senza dimenticare che è indispensabile tutelare il potere d’acquisto delle pensioni attuali e sostenere l’investimento nelle pensioni complementari per assicurare assegni dignitosi ai pensionati di domani.
Si è discusso dunque di immigrazione e valore dell’accoglienza, di necessità di rafforzare e al contempo cambiare l’Europa unita.
Ci si è soffermati sull’invecchiamento attivo, creando le condizioni per mettere a disposizione di tutta la collettività un’importante risorsa qual è quella rappresentata dalla comunità degli anziani e delle anziane che hanno ancora molto da dare alla società in termini di proposte, progetti, volontariato e solidarietà.
 
Il congresso si è aperto con un minuto di silenzio ricordando che in queste ore in regione hanno perso la vita a causa del maltempo.
Durante il congresso delegati e delegate hanno anche eletto la nuova assemblea generale e il nuovo direttivo.