Possono coesistere mountain bike, e-bike e montagna?

La SAT alla Fondazione Caritro per apre il dibattito sul tema «L’economia dei territori»

È possibile una coesistenza tra mountain bike, e-bike e montagna?
E, se possibile, come renderla un obiettivo comune e condiviso tra portatori di interesse e non?
È possibile raggiungere un accordo convincente che possa trovare il giusto compromesso tra ambiente, sostenibilità e turismo?
È possibile percorrere un sentiero comune, che permetta una collaborazione vantaggiosa per tutte le sue parti?
Da questi interrogativi SAT (Società degli Alpinisti Tridentini) prosegue il suo impegno di studio e riflessione su di un fenomeno – la mountain bike - che ormai coinvolge tutti gli appassionati di montagna.
SAT pone l’esigenza di ragionare e riflettere sul tema della frequentazione della montagna anche con la bicicletta elettrica. Fenomeno di forte attualità, la cui crescita è in rapida e continua evoluzione.
 
A parlarne nella sezione «Economia dei Territori» del #FestivalEconomiaTrento presso la Fondazione CARITRO, nel panel «Montagna e bici: ambiente, sostenibilità, turismo», moderato da Pierangelo Soldavini, giornalista Il Sole 24 Ore, sono stati: Anna Facchini, presidente SAT; Umberto Martini, professore ordinario di Economia e gestione delle imprese UNITN; Vittorio Menghini, responsabile prodotto bike APT Val di Sole; Luca Bortolotti, vicepresidente IMBA (International Mountain Bicycling Association Italia).
 
«Per SAT – dice la presidente Anna Facchini – si tratta di riprendere le fila di un discorso iniziato ben vent’anni fa. È un ritorno al passato, con lo sguardo però rivolto saldamente al futuro.
«Era il 2010 quando si tenne la prima giornata di studi su questo tema. Da allora lo scopo di SAT rimane lo stesso: dare il giusto spazio ad un fenomeno che di anno in anno cresce esponenzialmente, adattando le riflessioni ai cambiamenti in atto tra sostenibilità, turismo, corretto utilizzo delle risorse, ambiente.
«È necessario fare il punto della situazione, raccogliere tutto ciò che è stato fatto in questi anni e ciò che ancora si può e si deve fare.
«Tra gli obiettivi vi è quello di creare progetti di sistema per una gestione coordinata del patrimonio montano promuovendo un turismo responsabile.»
 
Nel corso del 2022 l’Università di Trento ha avviato un tirocinio presso la SAT presentando a settembre il risultato di una ricerca in 12 località turistiche della Provincia Autonoma di Trento con l’appoggio della SAT.
L’obiettivo dell’indagine è stato quello di realizzare una lettura più realistica del fenomeno, individuando il profilo dei bikers, i loro interessi e la loro consapevolezza di regole e rischi legati a questa pratica.
Umberto Martini, professore ordinario di Economia e gestione delle imprese UNITN ha quindi evidenziato che per garantire una pacifica convivenza tra portatori di interessi e quindi trovare soluzioni eque, è anzitutto necessario partire dalla consapevolezza del problema.
«Serve uno sforzo ragionevole per trovare una sintesi. Non è facile lavorare mettendo insieme i diversi punti di vista, ma per arrivare a una ottimizzazione congiunta e non individuale si deve trovare il giusto incastro, perché, come succede nei puzzle, non è sufficiente avere tutti i pezzi.»
 
Di «gestione degli equilibri» ha parlato anche Vittorio Menghini, responsabile prodotto bike APT Val di Sole presentando il progetto di sviluppo e condivisione tra portatori d’interesse della Val di Sole.
«Stiamo lavorando su diversi tavoli di lavoro con il coinvolgimento di Comuni e Asuc, proprietari dei terreni, per implementare i territori bike.
«Con SAT c’è un confronto collaborativo. Ogni anno finanziamo la manutenzione dei percorsi bike e di trekking e stiamo investendo sulla segnaletica soprattutto quando si tratta di sentieri promiscui biker-pedoni.»
 
Luca Bortolotti, vicepresidente IMBA (International Mountain Bicycling Association Italia) si è focalizzato sulla formazione e sulla gestione.
«Non è più pensabile lasciare la manutenzione solo in carico al volontariato che non può più sostenere il peso antropico che si riversa nei sentieri dovuto anche al fenomeno delle e-bike.
«La rete sentieristica nazionale è nata per esigenze di una economia rurale e montana praticamente estinta e non per una fruizione ricreativa.
«Quindi se da un lato servono cultura e formazione dall’altro serve gestione. Come IMBA ci occupiamo di formazione per ridurre gli errori che si fanno sul territorio e al territorio, quando si vanno a modificare e manutentare i sentieri.»
 
A tirare le fila Anna Facchini.
«SAT – ha affermato – promuove le attività all'aria aperta, in mezzo alla natura. Lo fa da sempre e da sempre con un occhio di riguardo alle cose preziose che ci circondano. I sentieri sono controllati e mantenuti da nugoli di volontari che regalano proprio tempo e faticano per lavorare con l'unica gratitudine di creare condizioni per camminate alla portata di tutti, bambini, adulti, anziani, runner e ...ciclisti.
«Purché ci sia, da parte di tutti, riconoscenza e rispetto. E quindi benvenuti anche ai ciclisti, ma l'impegno comune deve essere quello di creare reti: reti di persone, di enti, di associazioni che condividano con spirito di collaborazione gli obiettivi, che collaborino nel reperire le risorse necessarie che sappiano incentivare insieme alle attività outdoor una cultura rispettosa di sé, degli altri, dell'ambiente e del territorio Collaborazione e integrazione devono essere quindi gli imperativi per il futuro.»