120 anni di Sait: omaggio al fondatore Emanuele Lanzerotti
Sono iniziate oggi a Romeno le iniziative per celebrare la ricorrenza con la partecipazione insieme con nipote Mariagrazia Sironi e dello storico Renzo Tommasi
Il mondo della cooperazione di consumo trentina si è dato appuntamento stamani a Romeno, nell’alta Valle di Non.
Lì è sepolto da vent’anni l’ing. Emanuele Lanzerotti (Romeno 1872, Masnago 1955) fondatore del Sait, e da lì hanno preso avvio le iniziative per i 120 anni di vita dell’ente, nato esattamente il 23 novembre 1899.
La figura di Lanzerotti – che a Romeno, suo paese natale, ha fondato anche la Famiglia cooperativa, la Cassa Rurale e la latteria sociale – è stata ricordata dalla nipote Mariagrazia Sironi, la quale ha raccontato tratti di vita vissuta mettendo in luce anche le caratteristiche umane e familiari del fondatore di Sait.
A cominciare dal ritratto della moglie Emma, nobile di una famiglia di Taio, che ha condiviso profondamente le idee e le iniziative del marito, divenendone anzi la più ascoltata consigliera.
La celebrazione è iniziata al cimitero di Romeno, con una preghiera del parroco don Giuseppe Seppi, la deposizione di una corona portata dal presidente di Sait Roberto Simoni e dalla presidente della Cooperazione Trentina Marina Mattarei.
Particolarmente simbolica anche la deposizione di alcuni semi, per iniziativa della nipote, «affinché il seme della cooperazione continui a germogliare».
Nella sala «Lanzerotti» della locale filiale della Cassa Rurale gli interventi istituzionali e le relazioni dello storico Renzo Tommasi, che ha tracciato la biografia di Lanzerotti soffermandosi sulle molteplici attualità del personaggio, le sue iniziative, i successi e anche gli insuccessi, le difficoltà che ha incontrato e le incomprensioni di una società che forse non era sufficientemente preparata ad accettare le sue innovazioni.
Tanto che dovette trasferirsi «in Italia», prima a Malcesine, poi Milano e Masnago (Varese), dove morì nel 1955.
Un racconto storico intrecciato dai ricordi familiari della nipote Mariagrazia Sironi, accompagnata anche dalla figlia Antonia.
Lanzerotti, laureato brillantemente in ingegneria, filosofia e teologia, ebbe molti interessi, e fu un geniale innovatore e promotore di iniziative. Fondò cooperative, banche, centrali elettriche, progettò ferrovie.
Sua l’idea di collegare con una tramvia Belluno con Saint Moritz, prefigurando un treno che attraversasse le Alpi e si collegasse con le ferrovie svizzere, e da lì con quelle francesi, immaginando un beneficio anche turistico per il Trentino.
Di quel progetto rimane oggi solo la Trento-Malé.
Si spese con tutte le forze per l’elettrificazione del Trentino, quasi casa per casa, ed arrivò anche a progettare impianti e centrali di produzione elettrica eolica.
«Non smise mai di pensare al Trentino e alla sua cooperazione anche quando dovette trasferirsi a Varese – dice oggi la nipote – ne ha sempre parlato con tutti, comprese le giovani generazioni, fino alla fine della sua vita.»
«Quello spirito innovatore, le sue invenzioni – ha affermato il presidente di Sait Roberto Simoni – noi ce le portiamo ancora dentro e sono molto attuali. Il suo messaggio è di grande modernità ed è più che mai valido ancora oggi.»
«Ha osato coltivare un sogno, e ci ha messo tutta la sua competenza, dobbiamo averne profondo rispetto, – ha affermato la presidente della Cooperazione Trentina Marina Mattarei. – Ha avuto la capacità di traguardare la filiera, individuando la necessità di costruire una rete, avendo sempre a cuore la centralità della persona.»
Della sua figura hanno parlato anche il presidente della Cassa Rurale Val di Non Silvio Mucchi e il sindaco di Romeno Luca Fattor.
«Le visioni di Lanzerotti – ha affermato lo storico Renzo Tommasi – sono ancora attuali.
«Egli ci insegna che avere un ideale nella vita e perseguirlo è la cosa migliore che una persona possa fare, e lui ne ha perseguiti e realizzati più di uno.»