Cartoline di Bruno Lucchi: La polvere magica
Le poche rose superstiti erano ancora belle e ricoperte da una leggera brina quasi come se dopo averle inumidite fossero fatte rotolare nello zucchero
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Non aveva mai fatto freddo come quella mattina. Il mese di novembre ci aveva regalato temperature miti.
Sono uscito da casa con piumino sciarpa e guanti cercavo di non badare al gelo, pensando a quello che avrei fatto poco dopo una volta arrivato in studio.
Sapevo che sarebbe arrivato il sole ma ancora la nebbia lo filtrava e l’umidità aumentava la percezione del freddo.
Con le mani in tasca camminavo a testa bassa assorto nei miei pensieri.
Gli occhi fortunatamente non si curano delle temperature e curiosi cercano immagini fermandosi anche su quelle meno appariscenti.
Lungo la strada in una aiuola poco lontano da casa, delle piccole rose iceberg richiamano la mia attenzione.
Credo che il loro nome provenga dal colore dei ghiacciai innevati.
Le poche rose superstiti erano ancora belle e ricoperte da una leggera brina quasi come se dopo averle inumidite fossero fatte rotolare nello zucchero.
Non avevo voglia di levarmi i guanti per fotografarle con il cellulare, troppo il freddo.
Riprendo il mio cammino e poco più avanti il mio sguardo viene catturato da un nuovo gruppo di rose con i petali contornati da un candido ricamo bianco.
La meraviglia di questi fiori. Il freddo li aveva un po’ sciupati ma la brina con il suo delicato tocco rinnova la bellezza della natura.
A questo punto ho sentito che dovevo portare con me questo spettacolo prima che il sole facesse svanire l’incanto con l’intento di ritornare l’indomani sui miei passi con la mia fidata Nikon.
Estraggo il cellulare e il resto è pura emozione.
Più tardi al lavoro non facevo che ripensare alla magia su cui o posato lo sguardo e alle parole di Stephen Littleword, «Fin da piccolo pensavo che la brina fosse polvere magica che il vento regalava all’inverno per renderlo più bello, dolce e meraviglioso. Quando quella polvere magica copre ogni cosa, so che la natura non lascia nulla al caso».
Il giorno dopo la polvere magica ha ripetuto l’incantesimo, le rose mi hanno aspettato resistendo alle temperature notturne per un'altra alba di bellezza.
Bruno Lucchi
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