Modi de dir 'n trentìm/ 11 – Di Cornelio Galas
Undicesima puntata dei modi di dire e frasi fatte della tradizione dialettica trentina
VARDA LA MARE E SPOSA LA FIOLA – Indagine sulla base dei concetti della fisiognomica. Con reale proiezione negli anni dei possibili mutamenti della nubenda.
PER LA COMPAGNIA S’E’ MARIDA’ ANCHE ’N FRATE – Oltre le gambe c’è di più.
NO GH’E’ PARENTA’ CHE NO SIA SMERDA’ – Ovvero: invidie, maldicenze, pettegolezzi, malignità si trovano dentro ogni parentado. E in paese se ne parla …
LA MARE PIETOSA FA LA FIOLA TEGNOSA – A forza di dir di sì si ricevono tanti no. E capricci.
MEIO N’AIUTO CHE ZINQUANTA CONSIGLI – Tra il dire ed il fare…
CHI STUDIA MASA MAT DEVENTA, CHI STUDIA GNENT PORTA LA BRENTA – La via di mezzo? Scuole di formazione professionale.
PER STAR BEN, CIAPA ‘L MONDO COME ‘L VEN – Carpe diem. Oh capitano, mio Capitano…
SE CIAPA PU’ MOSCHE CON NA GOZA DE MEL CHE CON EN BOCAL DE FEN – Gentilezza e astuzia sono più efficaci di tutto il resto.
CHI NO GH’A’ CARITA’ CON LE BESTIE NO LA GH’A CON NESUN – Il rischio di essere abbandonati dall’insospettabile amico, coniuge, conoscente, parente e affini all’autogrill. E non per sbadataggine.
SE, MO’ E MA, TRE COIONI DA ADAMO EN QUA – Meglio «senza se e senza ma», e anche senza «mò».
NO GH’È MAL DE BALE – Come sopra: senza se e senza ma.
L’E’ MEIO VIN TORBOL CHE ACQUA SCIETA – Cloro? Proprietà oligominerali? No, la tradizione consiglia un buon bicchiere di vino anche se torbido.
TROVAR QUEL DE ‘L FORMAI – Il pericolo di un incontro (con l’addetto al caseificio? Con il venditore di formaggi arrabbiato per conto suo?) certamente da evitare in determinate situazioni. Anche una minaccia: Te derài che ven quel dal formài.
STAGION DELE ZIGOLE – Periodo in cui bisogna accontentarsi di pane e cipolla. In attesa della ripresa …
ESSER AL REVERS – Trovarsi in un posto dove difficilmente fa capolino il sole. «Essèr revèrs» significa invece agire in maniera diversa rispetto al normale. «Oscia, ’sa fat? Vara che no l’è miga con en bicier a la volta che te brèvi el prà neh».
NAR A PEOTI – Non significa camminare con i piedi piccoli. O almeno non riguarda solo chi ha numeri di scarpa bassi. È quasi uno sfottò: «Ah caro da chi envanti te devi lassàr star la machina, bisogn nàr a peòti».
LA VA DE PETOLOTI – Le cose si mettono male. E non occorre spiegare di più...
SBARA’ FOR DALE MINE – Scheggia impazzita dopo unametaforica esplosione. Di corsa. Trafelato.
EMBIBIAR SU UN – Darla ad intendere. Magari con una Bibbia sui generis.
DARGHE SORA – Non fa parte del verbale di un pestaggio. Si tratta di rifare qualcosa. Ma anche «aggiungere» qualcosa. «Ho comprà na cana per pescar. I m’ha dat sora sto zestèl per i pesàti… bel vera? Pecà che quando ’l se bagna el deventa pu picol».
SENTIRSEN TANTE CHE TERA – Avete presente la quantità - in miliardi di miliardi di miliardi di metri cubi - della crosta terrestre? Ecco, quando si usa questa esclamazione vuol dire che si è ricevuta una sequela infinita di rimproveri, lamentele, offese, ingiurie.
TEGNIR SOTO CIAVE – Custodire cose preziose. Meno frequente in riferimento a sequestri di persona.
AVERGHE LE LUGANEGHE TACADE SU – Cioè: essere a posto in fatto di scorta viveri. Tranquillità. L’importante è aspettare almeno che si stagionino prima di tirarle giù (le luganeghe).
NO ARIVARGHE GNANCA CO LA SCALA – Ad afferfare le luganeghe di cui sopra? Anche. In genere non riuscire a centrare un obiettivo nemmeno con un aiutino. «No ghe vol la scala per arivarghe»: si dice di un concetto, di una risposta, di una soluzione talmente facile che si potrebbe fare a meno di agevolazioni, consigli, suggerimenti sul da farsi.
VARDAR ’N LE VERZE – Conseguenze dello strabismo. O di momenti in cui, come dire, si ha lo sguardo fisso, perso nel vuoto. O ancora quando si è assorbiti da altri pensieri e ci si estranea dalla realtà.
RESTAR MALSAORI’ – Restare con l’amaro in bocca. O altri sapori, retrogusti che deludono, non soddisfano, fanno schifo…
ESSER FIOL DE SO PARE – Non occorre insomma l’esame del Dna per stabilire la paternità. Perch talis pater talis filius.
PRESENTARSE CO LE MAN EN MAN – Avete presente gli amici che si presentano alla cena, da voi invitati, con il tovagliolo sotto il mento e le posate pronte in mano e… nient’altro? O quelli che vi portano una bottiglia di vino tappo corona comprata al Discount per 40 centesimi?
STIZAR SOTO – Dar aria alla brace, attizzare il fuoco, seminare zizzania, fomentare polemiche.
DARGHE ENDRIO LE SO STRAZZE – Lei da questo momento si può ritenere licenziato. Questi i suoi effetti personali. Attenda nostre comunicazioni. Ma il sindacato dov’è? Ah già che non c’è più l’articolo 18… Frase anche inviabile con sms se si tratta dell’addio tra fidanzati. Più complicato in caso di rottura matrimoniale.
NO ESSER FARINA DA FAR OSTIE – Insomma, non essere propriamente uno stinco di santo.
SE ’L GAL EL CANTA CHE ’L SO TEMP NO L’È, SE NO VEGN EL SOL EL RESTA COME L’È – Altra previsione del tempo con la massima incertezza.
QUANDO LE ANADRE LE SCHERZA SU L’ACQUA PREST CAMBIA ’L TEMP – Attenzione: le anatre devono scherzare, non fare sul serio.
PAN VIN E LEGNA E PO’ LASA CHE LA VEGNA – L’importanza del focolare domestico e dell’enogastronomia quando fuori piove o nevica.
NO GH’È ALTRA PREMURA CHE QUANDE LA MERDA L’È MADURA – Mi scappa la pupù, mi scappa la pupù, mi scappa la pupù papà.