Che fine hanno fatto al termine della Grande Guerra?

Caddero tutte le dinastie degli Imperi Centrali – 1. La Turchia: il sultano Mehmet VI

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Nella prima guerra mondiale l'Impero Ottomano si alleò con gli Imperi Centrali e con essi fu pesantemente sconfitto, malgrado avesse inflitto alle forze francesi, a quelle britanniche, a quelle australiane e a quelle neozelandesi una pesante sconfitta a Gallipoli, grazie all'insipienza alleata e al genio militare del Tenente colonnello (Yarbay) Mustafa Kemal Pascià, allora comandante della 19ª Divisione della Quinta Armata ottomana.
Durante la guerra - in cui esplose la Rivolta Araba - il governo dei «Giovani turchi», timoroso che gli armeni dell'Impero potessero allearsi coi russi, procedette a massacri e deportazioni, ricordati col nome di «genocidio armeno», che ancora oggi le autorità turche stentano a riconoscere esplicitamente nei termini proposti dalla maggioranza degli storici.
 
Con la sconfitta, l'Impero ottomano fu dissolto, perdendo i territori del Vicino Oriente, che passarono alla Francia e alla Gran Bretagna, grazie agli accordi segreti Sykes-Picot, ufficializzati dalla Società delle Nazioni e rivelati solo grazie al neo-costituito governo dell'Unione Sovietica.
Nel novembre del 1922 l'ultimo sultano Mehmed VI fu deposto per volere del vittorioso movimento repubblicano kemalista, a causa dei disastri che la guerra mondiale aveva causato, e l'Impero divenne nel 1923 l'attuale Repubblica turca.
 
Dopo la sconfitta l'Impero, già notevolmente ridotto dal Trattato di Sèvres a parte della penisola anatolica e della Tracia orientale, dovette subire anche l'occupazione straniera, con la Grecia che prese la zona di Smirne e gli eserciti anglo-italo-francesi che presidiavano le regioni costiere.
A guidare il movimento di indipendenza nazionale fu un generale dell'esercito ottomano, Mustafà Kemal Pascià, detto in seguito Atatürk (padre dei Turchi), che si era messo in mostra nella vittoriosa battaglia di Gallipoli e che aveva anche partecipato alla rivoluzione dei «Giovani Turchi».
 
Nella guerra greco-turca del 1919-1922, britannici, italiani e francesi preferirono lasciare il campo e sgomberare le loro forze armate dalla regione, e i greci dovettero affrontare da soli la riscossa turca, così come da soli avevano proceduto ad occupare ampie aree turche.
In poco più di due anni i Greci furono ripetutamente sconfitti e costretti a lasciare Smirne. Nel novembre del 1922 fu abolito il Sultanato e nel 1923 fu proclamata la Repubblica Turca, di cui Atatürk fu il primo Presidente.
Sopravvisse per poco la dignità califfale nella persona di Abdul Mejid II ma nel 1924 la Grande Assemblea Nazionale dichiarò conclusa tale esperienza califfale, almeno nella linea dinastica del casato ottomano.
 

 
Mehmet, in italiano conosciuto come Maometto VI, era nato a Istanbul il 14 gennaio 1861).
Fu il trentaseiesimo e ultimo sultano dell'Impero ottomano che regnò dal 1918 al 1922.
Fu inoltre il centesimo Califfo dell'Islam.
Nel nono giorno successivo alla sua nascita egli venne ufficialmente circonciso con una cerimonia ufficiale che si tenne nella Sala della Circoncisione (Sünnet Odasi) del Palazzo Topkapı.
Suo padre era il sultano Abdülmecid I, mentre sua madre era Gülüstü (1831 – maggio 1861), una circassa.
Come fratello minore di Mehmet V Resad, Mehmet gli succedette a causa del suicidio dell'erede al trono Yusuf Izzettin.
Venne incoronato il 4 luglio 1918 come il 36° padishah.
 
La prima guerra mondiale si era risolta in un completo disastro per l'impero ottomano: le forze britanniche avevano occupato Baghdad e Gerusalemme e gran parte dell'impero doveva essere diviso tra gli alleati europei.
Alla conferenza di Sanremo dell'aprile 1920, ai francesi era stato dato un mandato fiduciario sulla Siria e agli inglesi su Palestina e Mesopotamia.
Il 10 agosto 1920 gli ambasciatori di Mehmet VI firmarono, senza opporre resistenze alla durezza dell'accordo, il Trattato di Sèvres, con il quale si riconoscevano i mandati, si aboliva il controllo ottomano sull'Anatolia e Smirne, venivano considerevolmente ridotti i confini della Turchia, e si riconosceva l'indipendenza di Hijaz.
 
L'accettazione del trattato da parte del sultano provocò forti agitazioni e fece mobilitare i nazionalisti turchi.
Un nuovo governo, la Grande Assemblea Nazionale Turca, guidato da Mustafa Kemal, con base ad Ankara, si era formato contemporaneamente allo svolgersi della conferenza, nell'aprile 1920.
Dopo duri scontri, il 23 aprile l'esercito del Califfo si arrese e il governo di Mehmet fu sconfessato e venne promulgata una costituzione temporanea.
 
Il successo dei nazionalisti dopo una brillante campagna militare contro truppe di guerriglieri armeni in Anatolia orientale, di francesi in Cilicia e di greci, portò all'abolizione del sultanato il 1º novembre 1922 (mantenendo nella dinastia ottomana la sola carica di califfo).
Il 17 novembre Mehmet lasciò Istanbul a bordo di una nave da guerra britannica.
Condannato all'esilio a Malta, Mehmet in seguito passò gli ultimi anni della sua vita sulla riviera ligure.
Il 19 novembre 1922, dopo essere stato dichiarato decaduto, suo cugino venne eletto califfo col nome di Abdul Mejid II, divenendo la nuova guida della dinastia.
Morì il 16 maggio 1926 a Villa delle Magnolie in Sanremo, venendo sepolto a Damasco.

GdM