Cooperativa sociale IRIFOR del Trentino – Di Nadia Clementi
Dal 2015 Nobel dell'assistenza alla disabilità visiva in Europa: ne parliamo con il Direttore Ferdinando Ceccato
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Tra i cinque sensi il più scontato è la vista, al tempo stesso è quello che la maggior parte di noi afferma essere indispensabile per avere una vita soddisfacente e il solo pensiero di poterlo perdere getta nel panico.
A qualcuno purtroppo succede questo a causa di una malattia oppure c'è chi nasce non vedente. Due situazioni diverse che vengono affrontate, ovviamente, in modi differenti; spesso nei confronti dei ciechi dalla nascita si prova meno compassione, convinti che tutto sommato sono abituati, eppure noi normodotati non ci rendiamo conto dei continui ostacoli che tutti i giorni queste persone devono affrontare.
Perdere la vista a causa di una malattia è forse l'incubo più ricorrente di chi, come spesso capita con l'età, si trova di anno in anno a veder calare le diottrie.
Qualche volta il problema è davvero grave oppure incorrono malattia terribili, come il glaucoma o alcuni tipi di tumore, e la condanna è ormai certa.
Nel nostro territorio ad occuparsi della salute e dei diritti delle persone ipovedenti e cieche ci pensa dal 2008 la Cooperativa Sociale IRIFOR del Trentino Onlus, il cui fondatore e presidente sin dalla nascita è Ferdinando Ceccato.
Ceccato ha lasciato in gennaio 2016 la carica più alta di Irifor e al suo posto c'è oggi Fernando Cioffi, ma non per questo è cessato il suo attivismo: la Cooperativa da ora avrà anche un Direttore nominato all’unanimità dal Consiglio proprio nella persona di Ceccato.
L’ex presidente, dunque, cambia il proprio ruolo all’interno dell’organizzazione ma restano assolutamente invariati l’impegno e la passione che dedica alla missione di Irifor.
Fin dalla sua fondazione la Cooperativa è un punto di riferimento per la disabilità visiva in Trentino nonchè un esempio di buone prassi a livello nazionale.
E nel 2015 in occasione della decima Assemblea Generale tenutasi a Londra in ottobre, l'EBU, l'Unione Europea dei Ciechi, ha conferito proprio a Irifor - il Vision for Equality Award.
Si tratta di una sorta di premio Nobel che viene assegnato a chi si è maggiormente distinto nell'impegno a favore dei ciechi e degli ipovedenti e nella rimozione delle barriere architettoniche, economiche, culturali e sociali che ostacolano le pari opportunità per i disabili visivi.
La Cooperativa Irifor si rivolge a persone con minorazioni visive di vario grado, familiari di persone affette da disabilità visiva, bambini nati prematuri, operatori sociali e personale docente.
Tanti i servizi offerti da Ceccato e il suo staff: consulenza psicologica, attività diagnostica, formazione professionalizzante, trasporto disabili ma anche spettacoli e cene «al buio» apprezzatissime da tutti.
Per saperne di più abbiamo incontrato il Direttore Ferdinando Ceccato, al quale abbiamo rivolto le seguenti domande.
Direttore, visto il suo cambio di veste all'interno di Irifor le chiediamo di farci un bilancio delle vostre attività dal 2008 ad oggi. Come sono cambiati la cooperativa e i suoi utenti?
«Il mio è un cambio di ruolo ma ciò non modifica la sostanza del mio impegno per la Cooperativa e tutte le attività proposte. Dal 2008 più che di cambiamenti interni o dell’utenza dovremmo parlare di un aumento sia del numero degli utenti di tutti i servizi sia di un aumento del numero dei servizi stessi.
«Dalla nascita della Cooperativa, infatti, negli anni si sono aggiunte attività. Dal 2013 è attivo il trasporto disabili con il servizio MuoverSi in collaborazione con la Provincia, dal 2014 grazie alla Convenzione con l’Azienda Provinciale per i Servizi Sanitari il centro di riabilitazione accoglie centinaia di nuovi utenti all’anno, il progetto dell’assistenza scolastica è sempre attivo con, ad oggi, 75 studenti seguiti sul territorio provinciale.
«Oltre a tutto ciò, proseguono sempre a gonfie vele le attività di sensibilizzazione rivolte alle scuole e alla popolazione in generale.»
Uno dei servizi più apprezzati dalla popolazione di vedenti è quello delle cene e degli spettacoli al buio. Ci può spiegare meglio di cosa si tratta e perchè secondo Lei interessano così tanto?
«Gli eventi al buio sono iniziative a cui teniamo particolarmente poiché sono un prezioso veicolo per far conoscere ai partecipanti la condizione del disabile visivo ma al contempo presentarne le risorse e le potenzialità con cui può condurre una vita assolutamente piena e soddisfacente e per riscoprire il potere degli altri sensi spesso messi in secondo piano dalla vista.
«Nel 2003 abbiamo cominciato con il Dialogo nel buio presso il Mart di Rovereto, collezionando oltre 25.000 visitatori in quattro mesi. Dopo quell’esperienza abbiamo capito quanto fosse fondamentale che la società conoscesse i ciechi e gli ipovedenti poiché è questo il solo modo per poterli integrare realmente.
«Sono così iniziate le cene al buio nel 2004, il bar al buio in occasione delle Feste Vigiliane (per cui quest’anno verrà festeggiato il decennale) nel 2016, i concerti al buio nel 2012 e il teatro al buio nel 2015. Questi eventi, che riscuotono sempre un grande successo di pubblico, sono tuttora in piena attività.»
Quali sono i servizi più utilizzati dai vostri utenti? Quali quelli che ancora mancano?
«I servizi offerti dalla Cooperativa sono tutti molto gettonati, poiché IRIFOR si rivolge a tutte le fasce d’età della popolazione e offre una presa in carico a trecentosessanta gradi degli utenti.
«Il progetto di assistenza scolastica degli alunni ciechi e ipovedenti prevede l’inserimento di due figure specializzate (il facilitatore alla comunicazione e all’integrazione scolastica e il lettore a domicilio), formate e seguite dall’equipe di IRIFOR, che seguono gli alunni dalla scuola dell’infanzia fino al termine della scuola superiore, sia dal punto di vista scolastico sia per l’acquisizione di autonomie personali di vita.
«Il centro di riabilitazione segue alcune centinaia di persone, con l’equipe multidisciplinare formata da: direttore sanitario, medico oculista, ortottisti, psicologi e esperti di orientamento, mobilità e autonomia personale.
«La riabilitazione infatti può essere sia di tipo visivo (per giungere ad un migliore sfruttamento del residuo visivo e dunque ad una maggiore qualità di vita) sia di tipo non visivo (per l’acquisizione di strategie di orientamento e mobilità e di autonomia personale).
«Per quanto riguarda il servizio di prevenzione, IRIFOR, in collaborazione con la Provincia, la sezione italiana dell’Agenzia Internazionale per la Prevenzione della Cecità (IAPB) e i Lions Club, promuove iniziative rivolte alla popolazione offrendo screening visivi gratuiti a bordo dell’Unità Mobile Oftalmica, un camper adibito ad ambulatorio oculistico itinerante che permette di diffondere una cultura della prevenzione alla principali patologie visive.»
Quali sono le maggiori difficoltà a cui un non vedente o ipovedente va incontro nella società moderna?
«Grazie ai progressi della tecnologia, esistono numerosi ausili che ciechi e ipovedenti possono usare in ogni ambito della propria vita, dallo studio al lavoro, dall’autonomia domestica all’orientamento fino al tempo libero.
«È fondamentale che il cieco e l’ipovedente possano svolgere percorsi ad hoc per raggiungere il massimo grado di autonomia per se stessi.
«L’altro elemento imprescindibile resta comunque l’informazione rispetto all’esistenza delle esigenze specifiche dei disabili visivi affinchè la società possa comprenderli e accoglierli al meglio.»
Come si è evoluta la diagnostica e l'assistenza alle persone non vedenti? Quali sono le nuove frontiere per il futuro?
«La tecnologia in campo medico ha fatto enormi passi in avanti soprattutto per quanto riguarda la prevenzione e la riabilitazione.
«Come IRIFOR cerchiamo sempre di stare al passo con i tempi utilizzando macchinari all’avanguardia e offrendo ai nostri operatori costanti occasioni di formazione e aggiornamento sulla delicata tematica della disabilità visiva. Vedremo cosa ci riserverà il futuro, per ora cerchiamo di dare la risposta più efficace al presente.»
Chi sono e quante sono le persone che lavorano in Irifor?
«IRIFOR conta più di 130 dipendenti, con professionalità diverse per garantire un approccio multidisciplinare e offrire servizi diversi ma sempre con alta qualità.»
Quali sono i prossimi progetti di Irifor?
«La Cooperativa è sempre in fermento su tutti i fronti. Nel cassetto, ora, i due progetti più importanti e di ormai prossima realizzazione sono i laboratori occupazionali presso la nuova struttura dell’IRIFOR LAB e la nuova versione del Dark on the Road, il veicolo speciale che permette di portare l’esperienza degli eventi al buio sul territorio provinciale e in maniera itinerante e capillare.»
In Trentino quante sono le persone con problemi gravi di vista? In che modo l'assistenza pubblica provvede ai loro bisogni?
«I ciechi e gli ipovedenti gravi sono oltre il migliaio in Provincia. L’invecchiamento della popolazione, però, porta ad un incremento notevole di patologie visive fortemente invalidanti.
«In Trentino i servizi, sia di cura sia di assistenza, sono ben strutturati e la Provincia, tramite varie Convenzioni, chiama in causa anche IRIFOR per una maggiore efficacia del servizio.»
Che suggerimento si sente di dare ad una famiglia che scopre nel proprio figlio o figlia una malattia che lo/la porterà alla cecità?
«In questo caso il suggerimento che mi sentirei di dare sarebbe quello di rivolgersi immediatamente ad IRIFOR, presso cui sarà possibile trovare un’equipe che potrà offrire una presa in carico globale dell’utente, grazie all’intervento dell’oculista, degli ortottisti, degli psicologi e di tutto il personale che opera all’interno della Cooperativa e contribuisce alla qualità dei servizi offerti e delle attività proposte.»
Nadia Clementi [email protected]
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