Persone scomparse – Di Maurizio Bornancin

Nello scenario della crisi economica e sociale s’inserisce il tema dei soggetti deboli e delle persone scomparse

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Il fenomeno delle persone scomparse è diventato il segnale di un problema per chi lo vive direttamente o indirettamente.
Approfondite riflessioni sull’evoluzione della società sono state fatte e si continueranno a fare da parte di Istituzioni, Università, specialisti, interessando la sociologia e la psicologia per giungere alle soluzioni delle singole situazioni.
Questo perché più è approfondita la conoscenza delle cause e delle motivazioni che hanno determinato la scomparsa e più strumenti si possono avere a disposizioni per risolvere i singoli casi e anche per meglio prevenirli.
Tema questo molto difficile e delicato che interessa la persona, il proprio modo di essere, la propria vita.
Da più parti emerge che, su un piano socio – economico la scomparsa volontaria, che è la categoria più numerosa, deve essere contestualizzata nell’ambito della crisi economica che dal 2008 sta interessando l’Italia e l’Europa.
 
Gli studi di settore di ISTAT E CENSIS dimostrano come la crisi italiana sia il frutto di una profonda decadenza del sistema valoriale, che influenza profondamente le scelte dei singoli e anche quelle collettive, quindi il modello di sviluppo della nostra società.
«Chiunque sa dell’allontanamento di una persona dalla propria abitazione o dal luogo di temporanea dimora e, per le circostanze in cui è avvenuto il fatto, ritiene che dalla scomparsa possa derivare un pericolo per la vita o per l’incolumità personale della stessa, può denunciare il fatto alle forze di polizia o alla polizia locale»; quindi non solo i familiari, ma anche parenti, amici, conoscenti, possono denunciare il fatto. Questa è la novità di quanto prevede la Legge 203/2012 in materia di ricerca delle persone scomparse.
Oltre a questo la Legge favorisce nuove forme di monitoraggio, di coordinamento delle attività di ricerca delle persone e di formazione degli operatori coinvolti.
 
Il complesso fenomeno della scomparsa di persone nel nostro Pese continua a destare allarme sociale, com’è costantemente registrato dagli organi d’informazione, oggi più attenti alla dimensione umana del problema e come si riscontra nella tredicesima relazione semestrale del 2015, presentata il 15 ottobre dal Commissario straordinario del Governo, per le persone scomparse.
Tale relazione indica che, le persone scomparse ancora da ritrovare nel nostro Paese dal 1974 al giugno 2015 sono 31.372, con un incremento di 7.993 casi nel primo semestre 2015.
Il trend dei ritrovamenti è di 125.657, con un incremento di +5.855 rispetto al dicembre 2014.
La registrazione di un incremento dei ritrovamenti è anche frutto del miglioramento delle attività e dei mezzi di ricerca effettuato dalle forze dell’ordine, con il coordinamento degli operatori, ma anche dalla maggior attenzione mediatica.
 
Sono ancora da ricercare (dal 74 a oggi) 3.757 persone in Lazio, 3.211 in Campania, 1.807 in Calabria, 2.840 in Puglia, 3.504 in Lombardia, 1.267 in Veneto, 692 in Friuli e 207 in Trentino A.A.
Dal gennaio 1974 al 30 giugno 2015, 72.484 sono stati i casi di minori scomparsi nel nostro Paese, 54.197 sono stati quelli rintracciati, 18.287 ancora da ritrovare.
Delle 31.372 persone ancora da rintracciare, 1.298 sono ultrasessantacinquenni (classe di età riferibile ad imprenditori, a pensionati, a malati di Alzheimer, fasce deboli della popolazione) 18.287 minori di 18 anni, 11.787 maggiori di 18 anni.
 
Sono persone che spontaneamente si allontano dalla propria abitazione, per fatti esterni alla propria volontà o per una situazione di disagio senza lasciare informazioni di sé.
Forse alla base di tutto ciò vi sono, una marcata crisi dei valori e l’individualismo che diventano origine di parte di questo fenomeno.
Si è detto delle scomparse che si sono di seguito rilevate vere fughe dai creditori, dal disagio economico che sfocia nella depressione e nella patologia psichica.
Studiare questa complessa vicenda del motore interno delle persone e che più volte esplode nella dimensione individuale della scomparsa è l’obiettivo dell’iniziativa “libro bianco”, promossa da autorevoli rappresentanti del CENSIS, dell’ISTAT e dell’Università Cattolica di Milano e che è in fase di ultimazione.
 
Il campione di famiglie di persone scomparse che è studiata da questa prima iniziativa del genere, potrà dare utili suggerimenti a chi è dentro la gestione di tale fenomeno, per così avviare ulteriori e nuove azioni all’origine del problema, in una logica anche di prevenzione.
Il documento del CENSIS, riguardante un primo approfondimento sul tema delle scomparse, riferisce che la crisi attuale, per come continua a configurarsi, tocca non solo i valori della vita sociale, ma anche quelli della psicologia personale ed è una crisi che chiama in discussione il ruolo della responsabilità, del rapporto tra le persone, dell’autorità, del desiderio, del differire da se stessi per il massimo continuo riposizionamento.
Questi temi diventano centrali nella riflessione quotidiana della persona e trovano posto prioritario per approcci singoli non più solo economici, ma anche psicologici.
Ecco allora che vi è la necessità da parte di tutti di una grande e costante sensibilità nel portare avanti le varie attività e le azioni per affrontare questo complesso fenomeno.
 
Maurizio Bornancin