Storie di donne, letteratura di genere/ 513 – Di Luciana Grillo

Chiara Frugoni, «Il presepe di San Francesco, storia del Natale di Greccio» – A 800 anni dalla sua nascita, un testo intrigante e suggestivo

Titolo: Il presepe di san Francesco. Storia del Natale di Greccio
 
Autrice: Chiara Frugoni
Editore: Il Mulino, 2023
 
Pagine: 276, Rilegato
Prezzo di copertina: € 38
 
Con l’avvicinarsi del Natale, un libro prezioso come questo può essere un dono assai gradito. Chiara Frugoni, con la sua cultura e la sua sensibilità ci guida nel mondo del Poverello di Assisi, di quel Francesco a cui sono stati dedicati biografie e saggi, spesso non proprio conformi alla realtà, forse anche perché alla sua morte seguì un periodo di confusione e tra i frati scoppiarono vari dissensi.
A parlare del Natale di Greccio è stato in particolare Tommaso da Celano secondo cui Francesco fece chiamare un nobile del luogo, Giovanni, e gli disse: «Voglio evocare il ricordo di quel Bambino nato a Betlemme, e in qualche modo vedere con gli occhi del corpo i disagi in cui si è trovato per la mancanza delle cose necessarie a un neonato, come fu adagiato in una greppia quando fu messo sul fieno tra il bue e l’asino».
 
Sono passati 800 anni da allora; il presepe - nato a Greccio - è rimasto nella tradizione cristiana. E allora, come oggi, si sentivano grida di guerra: durante la vita di Francesco furono bandite le crociate, anche contro i catari che erano presenti in Umbria.
Frugoni indica i papi che le promulgarono e quelli che concretamente le realizzarono, con lo scopo di «combattere contro gli infedeli saraceni, definiti di volta in volta “perfidi, nefandi, odibiles, impii, nequissimi».
La posizione di Francesco era lontana da questa impostazione, diceva che «i frati saranno ricevuti non solo nelle terre dei cristiani, ma anche in quelle degli infedeli».
Il ricco apparato bibliografico di questo bellissimo volume ci mostra anche una miniatura che presenta San Francesco nell’atto di convincere i crociati a non combattere contro gli infedeli.
 
Francesco, in realtà, «non formula alcun giudizio negativo sulla religione musulmana, contrariamente a tanti uomini di Chiesa che si esprimono con il linguaggio dell’insulto e della violenza verbale».
Francesco è uomo di pace, nel discorso di Greccio sembra commuoversi nel pronunciare la parola “Betlemme” e predica con tanta intensità da risuscitare «nel cuore degli astanti quell’amore verso Dio e verso il prossimo che sembrava morto».
E quanto al presepe, Walafrido Strabone scrive che «il bue e l’asino accanto alla mangiatoia di Cristo significano i pagani e gli ebrei che si comunicano sull’altare», confermando quanto affermato già da Sant’Agostino.
 
Greccio era il luogo prediletto di Francesco «perché vi vedeva attuata la sua scomoda proposta di vita evangelica, di assoluta povertà nei compagni e negli abitanti»; a Greccio aveva ideato la strana celebrazione del Natale… a Greccio aveva attuato la sconfessione della crociata e riproposto, attraverso il presepe eucaristico, il bue e l’asino, il suo ecumenico progetto di pace.
Frugoni dedica un ampio spazio ai dipinti relativi al Natale di Greccio, in alcuni dei quali l’altare è in una piccola grotta, oppure grotta e stalla scompaiono e il Bambino è circondato da sacerdoti e diaconi rivestiti da sontuosi paramenti (nella Basilica Inferiore di Assisi), oppure la chiesa è luminosa grazie ad esili bifore e Francesco stringe fra le braccia il piccolo Gesù… e così via, affreschi diversi ma sempre dedicati ad un Francesco in tenera ammirazione del Bambino.
 
L’autrice, provocatoriamente, alla fine del suo ricchissimo testo, si chiede e ci chiede: «Che cosa resta della notte di Natale voluta da Francesco, vibrante di canti e delle sue intense parole? Un silenzio ben dipinto».
Da quasi due anni, Chiara Frugoni ci ha lasciato, a noi non rimane che ripensare al suo «silenzio».

Luciana Grillo - [email protected]
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