Consapevolmente nei supermercati della Grande distribuzione

«Dietro alle nostre realtà non ci sono ombre così terribili non siamo privi di anima così come in molti vogliono pensare...»

Da una parte l’«accusato», Giorgio Santambrogio amministratore delegato Vegé (colosso della grande distribuzione operativo da 60 anni con 3.680 supermercati presenti prevalentemente nel Sud Italia), dall’altra gli «accusatori» Fabio Ciconte e Stefano Liberti autori del libro «Il Grande Carrello» testo che analizza il percorso che compie il cibo prima di arrivare sugli scaffali dei punti vendita.
Ma non solo i due giornalisti, che hanno realizzato alcuni delle più importanti inchieste sulle filiere agro - alimentari, hanno svelato altri segreti che si nascondono dietro la grande distribuzione.
 
«Dietro alle nostre realtà non ci sono ombre così terribili non siamo privi di anima così come in molti vogliono pensare, – ha esordito Santambrogio. – Diversi dei nostri punti vendita non superano i 200 metri quadrati e sono dei veri e propri punti di ritrovo per la comunità, è vero che abbiamo un potere di forza che ci permette di incidere sui prezzi ma è altrettanto vero che ci rapportiamo con multinazionali che hanno fatturato così importanti da potersi sedere al tavolo della trattativa senza essere in condizioni di svantaggio.
«Non penso che il cliente abbia sempre ragione, il cliente non ha più ragione nel momento in cui la sua volontà cozza con il diritto del lavoratore, – ha continuato l’ad. – Se pretendo di avere un chilo di ciliegie alle tre notte a dicembre non posso essere dalla parte della ragione. Sono anche convinto che scimmiottare i discount è molto pericoloso per l’intero mercato.»
 

 
La parola è poi andata a Stefano Liberti.
«Siamo partiti analizzando il settore agricolo e in quel comparto il 99 percento degli addetti non possono trattare alla pari con la grande distribuzione, devono adeguarsi al prezzo che viene - di fatto - imposto. La politica di marketing dei colossi dell’alimentare è basata esclusivamente sul prezzo e non solo sulla qualità, bisogna poi anche considerare che per arrivare sugli scaffali dei supermercati più diffusi è necessario pagare una sorta di “tassa di ingresso” che non tutti possono permettersi.»
Fabio Ciconte ha invece evidenziato come «Nonostante quanto dichiarato dall’amministratore delegato di Vegé tutti corrono dietro ai discount e questo rischia di diventare un vero e proprio dramma sociale.
«Pensate che proprio nel bel mezzo della protesta dei pastori sardi che richiedevano di poter vedersi riconosciuto un euro al litro Eurospin chiudeva una trattativa di svalutazione clamorosa del prezzo del pecorino  romano.
«Il ruolo della grande distribuzione è molto maggiore rispetto al passato, devono fare scelte diverse, più responsabili nel confronto del consumatore.»