Il boom degli spumanti italiani – Di Giuseppe Casagrande

Si avvicina il traguardo del miliardo di bottiglie. Nelle prossime festività l'Italia brinderà con 95 milioni di bollicine made in Italy e 6 milioni di Champagne

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Un miliardo di bottiglie consumate in un anno. Ormai manca poco, agli spumanti italiani, per superare il fatidico traguardo.
L'anno che sta per chiudersi si fermerà a quota 936 milioni di bottiglie made in Italy (di cui 7 su 10 all’estero) con una sostanziale tenuta di consumi, in volume, sul 2022 (e +24% sul 2019), con 333 milioni di tappi di casa nostra che salteranno, nel mondo, nel solo periodo delle festività natalizie e di fine anno.

A Natale e Capodanno l'Italia brinderà con 95 milioni di bottiglie made in Italy e con 6 milioni di bottiglie di spumanti stranieri (in gran parte Champagne).
Quese le cifre rese note dall’Osservatorio Unione Italiana Vini-Ismea.
Dunque ricapitolando, se tengono i consumi dal punto di vista quantitativo, a cambiare, come si riscontra ormai da inizio anno, è la scelta di un prodotto in alcuni casi più accessibile per le tasche di consumatori italiani e stranieri che devono fare i conti con un caro-vita che non allenta la morsa.


 
  A ruba gli spumanti più economici prodotti con il metodo Charmat 
Secondo le elaborazioni di Nielsen, Ismea e Uiv si registra un notevole incremento di acquisti di spumanti più economici come metodo Charmat (+7,5% con 206 milioni di bottiglie, questa la stima per tutto il 2023) rispetto alle classiche denominazioni «bandiera» italiane come le bollicine Prosecco (Doc, Conegliano Valdobbiadene Prosecco Superiore Docg e Colli Asolani) e Asti Spumante o gli spumanti Metodo Classico (Trentodoc, Franciacorta, Oltrepò Pavese, Alta Langa, Lessini Durello) che chiudono la stagione con una contrazione del 3% (727 milioni di bottiglie).
 

 
  Triplicate negli Usa e in Gran Bretagna le vendite di spumanti italiani 
Sotto l’albero, tuttavia, le bollicine si presentano quest’anno con un prezzo medio più alto, con i listini cresciuti di oltre il 5% a causa di inflazione e surplus di costi produttivi. In totale produttori e imprese spumantistiche italiane incasseranno durante le festività oltre 1 miliardo di euro. Negli ultimi 10 anni le vendite di spumante italiano nel mondo sono praticamente triplicate, con crescite in valore del 351% negli Usa (top buyer), ma anche in altre destinazioni di sbocco come Regno Unito (+350%), Germania, (+42%), Francia (+416%) o nell’emergente Est Europa, con la Polonia a +983%.
 


  In vertiginosa ascesa soprattutto in Germaia le vendite di vino sfuso 
Guardando al 2023, invece, le esportazioni nei primi 9 mesi 2023, elaborate dall’Osservatorio Uiv-Ismea e basate sui dati Istat, segnano un calo tendenziale del -3,1% in quantità per gli spumanti che in valore, per gli effetti inflattivi, virano invece in positivo (+2,5%). A livello complessivo, l’export al terzo trimestre 2023 si ferma a -0,2% nei volumi, mentre il saldo sui valori indica una decrescita, in peggioramento, dell’1,9% (5,65 miliardi di euro). In difficoltà le Dop (volumi a -3,8%), mentre salgono le vendite degli sfusi (+18,9% volume) che, in seguito al calo dei prezzi alla produzione, hanno abbassato il valore medio di circa il 14%. Tra i mercati top, proseguono le difficoltà negli Stati Uniti (volumi a -12,8%, valori a -9,5%), mentre la Germania chiude il periodo a +12,4% nei volumi grazie a maxi-ordini di vino sfuso. Stazionario il Regno Unito e in leggera contrazione la Svizzera. Nel complesso, si allarga la forbice tra domanda Ue (volumi a +9,3%) ed extra-Ue (-9,2%).

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Giuseppe Casagrande - [email protected]