Cartoline di Bruno Lucchi: «Sardegna o Marte?»

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Come un astronauta atterrato su Marte, il Pianeta Rosso, mi guardo attorno alla ricerca dello scatto perfetto, so che non succederà neanche questa volta, ma solo perché credo non esista lo scatto perfetto.
 
Non riesco ad immaginare quante volte ho fotografato l’accumulo di fanghi rossi della miniera di Monteponi, si trova poco sotto la casa dei genitori di Graziella ad Iglesias, dalla prima volta che li ho visti più di quarant’anni fa ad oggi, devo aver fatto migliaia di scatti.
 
Ho iniziato a fotografali in tutte le angolazioni possibili con le costose diapositive, non so più quanti caricatori ho ancora pieni di slides, pronte per essere proiettate e quante sere ho costretto gli amici a vedere centinaia di immagini di questo magico luogo, con le terre colorate dalle suggestioni americane.
 
Non ho idea di quanto e se siano pericolose queste scorie di piombo, argento e zinco, ma ogni volta che vado in Sardegna dedico almeno una escursione fotografica in questo affascinate paesaggio, è più forte di me, mi trasformo in un esploratore che da solo si avventura, armato di Nikon, in questi canyon disabitati.

Complice la luce, ogni volta è come la prima, è veramente difficile scegliere poche immagini che diano l’idea del fascino di questo luogo pieno di forme e colori incredibili, è la natura che riesce a trasformare in bellezza quello che l’uomo ha scartato sfruttando questa terra e lasciando una enorme discarica di scorie.
 
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