Primo Maggio, messa del Vescovo Lauro a Pergine
«Non c’è futuro senza i lavoratori. L’economia sia subordinata alle persone»
Di seguito un passaggio dell’omelia pronunciata dall’arcivescovo Lauro Tisi nella Messa per il 1° maggio, san Giuseppe lavoratore e Festa del lavoro, nella chiesa parrocchiale di Pergine Valsugana su iniziativa delle parrocchie del perginese e delle Acli.
«La pandemia ha pesantemente sconvolto una parte consistente del mondo del lavoro. Penso ai lavoratori stagionali e a quelli per cui il tempo determinato è ormai inesorabilmente scaduto. Penso ai tanti che nascostamente, senza rumore, stanno vivendo un vero dramma personale e familiare.
«Questa loro tenace dignità chiede ora a noi, con forza, di non voltarci dall’altra parte, ma di sentirci tutti interpellati, nessuno escluso, soprattutto chi è in condizione di produrre posti di lavoro, servizi, formazione.»
Nella storia del falegname Giuseppe, uomo alle prese con l’imprevisto (come lo è la pandemia), affrontato sempre con bontà d’animo e grande senso di responsabilità, don Lauro vede un invito a «non cavalcare la frustrazione, la rabbia, il disagio delle persone per meri interessi di bottega», ma anche «una salutare provocazione per il mondo della politica e dell’economia a immaginare un futuro con i lavoratori e non senza di loro.
«Un futuro dove la partita economica sia subordinata alle persone perché senza le persone non si riparte e non si crea alcuno sviluppo.»