Femminicidio di Rovereto, i commenti delle forze politiche

Il PD del Trentino accusa di sciacallaggio la Lega che incolpa il sindaco di Rovereto di essere «incapace di garantire la sicurezza»

L’uccisione violenta della roveretana Iris Setti ha sollevato mille interrogativi sia in Trentino che nell’intero Paese, anche perché si tratta del secondo femminicidio a pochi giorni di distanza l’uno dall’altro e, in entrambi i casi, per mano di persone non di origini trentine.
L’assassinio della povera Mara Fait di Noriglio aveva fatto scalpore perché le liti tra lei e il suo assassino erano note, ma nulla era stato fatto per prevenire la tragica fine.

Il femminicidio di Iris Setti, invece, è ancora più inquietante perché il suo assassino ha precedenti chiarissimi sul suo stato mentale. Lo scorso anno, quasi un anno fa, l’uomo - un nordafricano – aveva avuto un raptus che lo aveva portato a compiere atti di violenza incontrollati.
Era stato filmato mentre aggrediva i passanti in via Banacense, danneggiava le auto parcheggiate, per poi entrare in un locale minacciando i presenti con una bottiglia rotta in mano. E quando giunsero i Carabinieri, aggredì anche loro e danneggiò la loro auto. E difatti, stavolta i militari, per catturarlo, hanno usato il taser.

Ciò detto, la domanda che sorge spontanea è che cosa sia stato fatto in questi dodici mesi per mettere l’uomo in condizione da non poter ripetere atti di violenza.
A parte pubblichiamo il commento di Fugatti e soprattutto quello del Ministero dell’Interno, le uniche autorità a potersi esprimere dal punto di vista tecnico.
Tanti i messaggi giunti in redazione dai partiti politici, che in parte riportiamo qui di seguito.
In un momento come questo ci si dovrebbe dedicare solo alla pietà e al dolore della vittima e dei suoi familiari.
Del tutto Inopportuni quindi i messaggi di natura politica che hanno cercato di dare colpe ai propri avversari, come quello della Lega che riportiamo per primo. Il PD del Trentino, infatti, accusa la Lega di «sciacallaggio».
 
La Lega: «Valduga incapace di garantire la sicurezza».
Ma ve lo ricordavate lo scorso anno quando il sindaco Valduga aveva il coraggio di dire che Rovereto è una città sicura e costantemente monitorata? Accadeva dopo che il 23 agosto del 2022 il senza fissa dimora nigeriano, ora accusato del tremendo omicidio di una donna di 61 anni ieri sera, dette in escandescenze e aggredì persino le forze dell'ordine in via Benacense nella città della Quercia.
Valduga ebbe il coraggio di dire «finiamola di dipingere Rovereto come un Bronx. Il territorio è sotto controllo e non abbassiamo la guardia. Lo facciamo con la serietà, la profondità di analisi e la raccolta di informazioni che sono tipici di chi vuole governare».
Il sindaco di Rovereto accusò addirittura il ministro Matteo Salvini di enfatizzare l’episodio, come se non fosse nulla di importante o peggio si preoccupasse di ricevere pubblicità negativa.
La verità, invece, è sotto gli occhi di tutti. Rovereto non è una città sicura. Sono innumerevoli gli episodi segnalati dai cittadini quali furti, vandalismi, aggressioni a persone e commercianti.
Ma Valduga come pensa di voler governare la Provincia autonoma di Trento se non è capace neanche di amministrare Rovereto?
Vada a dirlo ai famigliari della vittima che Rovereto è una città sicura se ne ha il coraggio.
Accetti un consiglio lasci perdere. Anzi si dimetta pure da sindaco perché se un primo cittadino non riesce nemmeno a percepire la mancanza di sicurezza che lamentano i propri concittadini allora è meglio che nella vita faccia altro per il bene di tutti.
 
Segnana: «È il momento del dolore. Ma intensificheremo gli sforzi per combattere la violenza di genere.»
Vicinanza ai familiari della vittima di questa nuova aggressione, fiducia in chi sta chiudendo il cerchio delle indagini; infine il dolore, che va rispettato, onorando anzitutto l’impegno a proseguire con ancora più forza lungo i percorsi già definiti per contrastare la violenza di genere.
«Due fatti gravi, nello spazio di pochi giorni, ai danni di altrettante donne colpiscono nel profondo ed è inevitabile impegnarsi affinché la comunità e le istituzioni possano fare di più per aumentare il controllo sociale e cambiare culture e mentalità ancora soggiogate dalla violenza.
Alla magistratura e alle forze dell’ordine il compito di definire la matrice di questo nuovo episodio, ma in ogni caso non sottovaluteremo questo ennesimo segnale, intensificando fin da subito le attività già messe in campo in questa legislatura.
 
Campobase: «Nessuno può rassegnarsi a fatti di questo genere.»
La barbara e mortale aggressione di una signora in un parco di Rovereto ha creato allarme e indignazione nella comunità.
Il bene della sicurezza delle donne e di tutti i cittadini, in ogni momento e in ogni luogo privato o pubblico, non può che essere considerato prioritario da tutti.
Nessuno può rassegnarsi a fatti di questo genere.
Nel mentre esprime cordoglio e vicinanza ai parenti e agli amici della signora aggredita e assassinata ed alla comunità roveretana, Campobase Trentino stigmatizza con forza chi - come la consigliera provinciale Dalzocchio - ha voluto usare questo dramma per attaccare politicamente il Sindaco di Rovereto Francesco Valduga.
Ogni pubblica istituzione deve certamente porsi il tema della sicurezza dei cittadini.
Ma è chiaro a tutti che, anche in Trentino ed anche a Rovereto, la sicurezza pubblica è compito precipuo dello Stato, che detiene le competenze giuridiche e le risorse operative in questo campo.
La consigliera leghista si rivolga dunque prima di tutto al Governo di Roma e al Ministro degli Interni, il quale - non a caso - ha già dichiarato di aver chiesto informazioni sull’accaduto. La consistenza, le direttive operative e le modalità di presenza sul territorio delle forze dell’ordine, infatti, come tutti sanno, dipende dal Governo Nazionale.
Anche la circostanza che il presunto assassino sia una persona già nota alle forze dell’ordine e già sottoposta a indagini per reati violenti, rinvia non certo alle competenze di un Comune, ma all’ordinamento giudiziario italiano ed alla sua funzionalità. Se ne deve chiedere conto al Ministro della Giustizia.
Semmai, si potrebbe anche chiedere conto alla Provincia di come ha esercitato ed esercita le sue possibilità di collaborazione e cooperazione con le forze dell’ordine e con la Magistratura, nell’ambito del Comitato Provinciale per l’Ordine e la Sicurezza Pubblica, del quale fa parte il Presidente della Provincia; di come ha supportato sul piano logistico ed organizzativo il loro lavoro; di come ha organizzato o pensa di riorganizzare - in collaborazione con lo Stato - i servizi sociali di frontiera, a fronte ormai di tantissime persone squilibrate e dedite a comportamenti anche violenti che vengono lasciate spesso senza alcuna forma di accompagnamento e vigilanza.
I Comuni ed i Sindaci non possono essere sempre tirati in ballo, quando accadono fatti tragici come questo, per colpa di un sistema istituzionale e normativo che sottovaluta i temi della sicurezza dei cittadini, senza investire su di essi risorse e energie.
Per Campobase Trentino, il tema della sicurezza dei cittadini e degli spazi pubblici rimane centrale e sarà uno dei terreni sui quali si impegnerà a fondo, anche con proposte innovative e coraggiose, nel corso della prossima Legislatura.
Intanto, sarà bene che chi ha oggi la responsabilità di governare l’Italia ed il Trentino, anziché attaccare i Sindaci, risponda di ciò che sta facendo al riguardo.
 
Il partito democratico del trentino: «Solidarietà, dolore e profondo cordoglio per la famiglia della donna uccisa brutalmente ieri notte a Rovereto, nell’ennesimo femminicidio.»
Chiediamo con forza che venga fatta al più presto chiarezza per capire se effettivamente sia stato fatto tutto quello che si poteva per evitare questa tragedia e perché episodi simili non accadano in futuro.
In special modo alla luce del fatto che la persona protagonista di questa aggressione fosse già ben nota alle Forze dell’Ordine ed al sistema giudiziario.
Siamo disgustati dallo sciacallaggio di chi non perde mai occasione di strumentalizzare e cavalcare i fatti di cronaca per ragioni elettorali.
Ricordiamo come le accuse della mancata sicurezza sul territorio, fino a cinque anni fa, erano indirizzate unicamente al governo della provincia, mentre guarda caso oggi le responsabilità starebbero tutte sulle spalle del Sindaco.