Rievocazione storica, rilettura della storia – Di Daniela Larentis

L’arch. Roberto Codroico racconta gli studi sulla famiglia Lodron, sottolineando l’importanza della rievocazione storica come strumento di approfondimento

Burghausen 2019, sfilata dei Lanzi-Lodron con la bandiera con il Leone rampante dalla coda annodata.

Dall’architettura all’arte, passando per la storia, l’arch. Roberto Codroico, artista molto apprezzato del panorama artistico trentino contemporaneo, ha una personalità poliedrica.
Come abbiamo in altre occasioni sottolineato, si è dedicato negli anni a una crescente sperimentazione artistica, partendo dal figurativo e passando da un segno chiuso a un segno via via sempre più astratto, una trasformazione avvenuta anche grazie alle frequentazioni con alcuni tra i maggiori artisti internazionali, fra i quali Hans Richter, indiscusso maestro del cinema astratto, uno dei fondatori del movimento Dada.
L’ultima prestigiosa mostra a Palazzo Trentini, organizzata da Lucia Zanetti Vinante: «Codroico-Scherer, astrazione e realtà» del 2020, dedicata a lui e al famoso artista altoatesino Robert Scherer, al quale è legato da una lunga amicizia.
 
Tuttavia, non è per parlare dei suoi lavori artistici che lo abbiamo incontrato.
Come è risaputo, conta al suo attivo una lunga esperienza nell’ambito del restauro e della valorizzazione del patrimonio, ha operato in questo campo per molti anni svolgendo l’attività di funzionario ai Beni Culturali, fra i suoi importanti interventi su noti edifici storici ricordiamo a Trento il Castello del Buonconsiglio e il Palazzo delle Albere, le chiese di Santa Maria Maggiore, della Santissima Trinità e un lungo intervento di restauro lapideo del Duomo, nonché la Rocca di Riva del Garda, il Castello di Fornace, Castel Romano nelle Giudicarie, per citarne alcuni a titolo esemplificativo.
Nato in Germania, vissuto per molti anni in Veneto (trascorre l’adolescenza a Padova e si laurea in Architettura a Venezia), di adozione trentina, per lungo tempo è stato infatti responsabile della tutela e restauro dei principali monumenti e centri storici del Trentino.

È stato fra l’altro membro delle Commissioni Comprensoriali per la Tutela del Paesaggio in rappresentanza del Servizio Beni Culturali; della Commissione Provinciale per la tutela del Paesaggio; della Commissione Edilizia del Comune di Trento; della Commissione Beni Culturali; del Comitato Tecnico del Castello del Buonconsiglio.
Docente universitario, studioso e storico dell’arte, è autore di diversi saggi sull’argomento, conta al suo attivo un centinaio di pubblicazioni.
Fra l’altro ha avuto modo di condurre nel tempo, assieme a un gruppo di studiosi locali, approfondite ricerche sulla storia della nobile famiglia Lodron, compiute anche oltre confine, in particolare in Austria e in Germania. Le rievocazioni storiche lo appassionano.
Curiosi di saperne di più, lo abbiamo intervistato.
 

Mindelheim 2019, rievocazione storica della battaglia svoltasi il 18 ottobre del 1511 tra l'esercito imperiale di Massimiliano I e quello della Serenissima Repubblica di Venezia, nei pressi del Castello di Podestagno.
 
Come può essere letta la rievocazione storica in ambito culturale?
«La rievocazione è una rilettura della storia. Come ho sottolineato in diversi articoli, occorre chiarire che cosa significa rievocare un fatto storico. Il termine italiano storia, ma anche in altre lingue come in tedesco Geschichte, contiene il doppio significato di conoscenza del fatto e il fatto storico stesso.
«La storia s'impara e si approfondisce andando alle fonti, negli archivi, tuttavia per quanto ci sia nota attraverso le fonti storiche, in realtà la conosciamo solo parzialmente.
«La rievocazione storica è pertanto uno strumento di approfondimento ed occasione di divulgazione della storia in maniera ludica e divertente. Un facile mezzo per raggiunge un gran numero di persone, diffondendo anche il senso di appartenenza e la consapevolezza di una propria identità.»
 
Quando è nato il suo interesse nei confronti delle rievocazioni storiche?
«Sono arrivato a Trento nel 1977, quando alcuni colleghi erano già impegnati nel restauro di Castel Beseno, il più esteso rudere del Trentino. Il restauro di un rudere è una particolarità in quanto non si tratta tanto di ricostruirlo ma di consolidare e mantenere quanto ci è stato tramandato, nel rispetto del concetto di unicità ed irrepetibilità di ogni monumento.
«Il primo problema è cercare di far defluire l'acqua senza che questa rechi danni alle murature, che il più delle volte si trovano senza copertura. In questo senso anch’io ho cercato un rudere di cui occuparmi, che ho individuato in Castel Romano nelle Giudicarie, iniziando il restauro nel 1978.
«Ho conosciuto il maestro Basilio Mosca, allora sindaco di Pieve di Bono, ne è nata una collaborazione e un’amicizia alimentata dalla comune passione per la storia e i monumenti.
«Naturalmente, oltre a consolidare quanto era rimasto del castello, ho indagato le vicissitudini di questo antico maniero, assieme a Mosca e ad altri studiosi locali, e così mi sono appassionato alla storia della famiglia Lodron, che per ottocento anni è stata legata a quella del castello.
«Ho composto nel tempo una genealogia della famiglia, partendo da Paride detto il Grande e dai suoi figli Pietro e Giorgio dai quali derivano oltre quattrocento personaggi, tutti di un certo rilievo nella storia, non solo della loro famiglia...»
 

Mindelheim 2019, rievocazione della battaglia svoltasi il 18 ottobre del 1511 tra l'esercito imperiale di Massimiliano I e quello della Serenissima Repubblica di Venezia, nei pressi del Castello di Podestagno.
 
Può raccontarci qualcosa riguardo alla rievocazione storica che si tiene periodicamente a Mindelheim?
«Ogni tre anni a Mindelheim si celebra una rievocazione storica in onore di Giorgio Frundsberg, considerato dagli storici il padre dei lanzichenecchi tedeschi; una manifestazione molto sentita che coinvolge tutti gli abitanti della cittadina e dei paesi limitrofi. C’è chi per l’occasione si fa crescere la barba per assumere al meglio l'aspetto di un lanzichenecco, e c’è un gran fermento per i preparativi.
«Ognuno interpreta un personaggio storico realmente vissuto, mentre i due principali protagonisti, Giorgio Frundsberg e Anna Lodron sono individuati a rotazione. A questa rievocazione in Baviera sono invitati sin dal 2009 anche i Lanzi della Valle del Chiese. La loro partecipazione è un contributo alla comune storia di Trento e Mindelheim. Anna, sorella di Ludovico Lodron, è stata la seconda moglie di Giorgio Frundsberg.
«In analogia alla manifestazione in Germania, è stato rievocato il passaggio nel Trentino delle truppe imperiali di Carlo V, guidate da Giorgio Frundsberg per la Valle del Chiese, avvenuto nel 1526. Così uno stuolo di lanzichenecchi tedeschi e trentini si sono ritrovati nelle Giudicarie al Castello di San Giovanni, al Palazzo Bavaria a Lodrone, e a Castel Romano a Pieve di Bono...»
 
Può raccontarci brevemente qualcosa sulle mostre realizzate?
«Io e i ricordati studiosi locali abbiamo iniziato nel 1995 una approfondita ricerca sulla famiglia Lodron. Diventato Presidente del Centro Studi Judicaria, il maestro Basilio Mosca ha creato il Gruppo Lodron. Così ci siamo incontrati con lui e Gianni Poletti ogni 15-20 giorni per confrontarci sulle nostre ricerche. Nel 1999 abbiamo realizzato una prima mostra itinerante dal titolo Sulle tracce dei Lodron, portata in varie città italiane e straniere, ed accompagnata da un prezioso catalogo in italiano e tedesco.
«Nel 2007, il Gruppo ha tenuto un convegno nel Palazzo Lodron di via Calepina, al quale è poi seguita un’altra mostra storica centrata su Ludovico Lodron e la sua famiglia, mostra nata dopo un lungo periodo di ricerche. Qualche tempo dopo abbiamo fondato l'Associazione Culturale Lebrac Lanzi-Lodron, storia, cultura, rievocazioni storiche.
«Una successiva esposizione è stata allestita nel 2012, pure impreziosita da un corposo catalogo con interventi miei, di Gianni Poletti e Franca Barbacovi.»
 

Mindelheim 2019, combattimento corpo a corpo tra lanzichenecchi al soldo degli opposti schieramenti.
 
Può accennare alla ricerca condotta presso l’archivio di Himmelberg?
«Nel 2006, il conte Alberigo Lodron, ultimo esponente della sua dinastia, ci ha concesso il permesso di effettuare una ricognizione, per conto del Centro Studi Judicaria, presso l’archivio conservato nel suo Castello di Himmelberg, in Carinzia.
«Così io e Gianni Poletti abbiamo trascorso due giorni a visionare parte dell'archivio Lodron ordinato e sistemato in alcuni armadi e parte ancora da catalogare e provvisoriamente conservato in sacchi. Come dicevo prima, la storia si impara e si approfondisce andando negli archivi.»
 
In breve, chi era Giorgio Frundsberg?
«Considerato il più famoso dei cavalieri tedeschi, era il fratello minore del principe e vescovo di Trento Uldarico Frundsberg, famoso per essere stato vescovo a Trento al tempo della battaglia di Calliano.
«Alla quale Giorgio non partecipò in quanto aveva solo 14 anni. Fu invece uno dei protagonisti della famosa battaglia di Pavia, difensore di Trento al tempo della guerra rustica, i suoi lanzichenecchi parteciparono al Sacco di Roma del 1527.»
 

Castello di San Giovanni 2018, comune di Bondone, un gruppo di Lanzichenecchi tedeschi e trentini.
 
Può raccontarci qualcosa a tale riguardo?
«Premetto che il 22 maggio del 1526 fu stretta un’alleanza, detta Lega di Cognac, contro l’imperatore Carlo V alla quale aderirono il Papa Clemente VII, il re di Francia Francesco I, il re d’Inghilterra Enrico VIII, Venezia e il Duca di Milano Francesco Sforza.
«Nell’autunno dello stesso anno, Giorgio Frundsberg, dopo aver contribuito a reprimere la rivolta dei contadini, venne invitato a scendere in Italia per aiutare all’esercito imperiale assediato a Milano. Passò per Trento, dove si unì al drappello comandato da suo cognato, Ludovico Lodron.
«Per evitare la piazzaforte di Verona passò per le Giudicarie, dividendo il suo esercito in due colonne. La prima valicò il Passo del Durone, scendendo a Tione e proseguendo per Storo e Lodrone; la seconda dal Bleggio risalì la Val Marcia, scese in Val Concei e in Val di Ledro, superando il Passo di Giovo scese a Condino unendosi alla prima colonna.
«Il Frundsberg si inoltrò sulle montagne a est del lago d’Idro, passò sul fianco di Castel San Giovanni, e scese all’inizio della Val Vestino, proseguendo la marcia verso Milano, congiungendosi all’esercito imperiale.
«A Milano era scoppiata la peste, non era pertanto opportuno conquistarla, Frundsberg e i suoi decisero allora di marciare su Roma, in quanto il Papa aveva favorito la nascita della Lega di Cognac.
«Frundesberg fu colpito da un ictus nei pressi di Ferrara, e non partecipò al Sacco di Roma, ove è invece ricordato il capitano Ludovico Lodron firmatario della resa del papa.
«Ricordo solo che a Villa Margon a Ravina sopra Trento, è conservato un bellissimo affresco con il comandante delle truppe imperiali, il conestabile di Borbone, colpito a morte durante il primo assalto alle mura della città eterna...»
 

Combattimento con lance lunghe da 6 a 8 metri.
 
Chi era Anna Lodron?
«Anna, sorella di Ludovico Lodron, del ramo del Castello di San Giovanni nel comune di Bondone come ho già detto sposò in seconde nozze Giorgio Frundsberg, vedovo e con diversi figli piccoli. Fu un personaggio molto amato e considerato a Mindelheim dove arrivò senza conoscere una parola di tedesco.»
 
Che ricordo conserva delle rievocazioni storiche di Mindelheim?
«Un ricordo bellissimo. Alla manifestazione partecipano gruppi di lanzichenecchi provenienti dall’Austria e dall’Italia, e da diverse parti della Baviera. Il nostro gruppo solitamente è composto da una cinquantina di figuranti, uomini e donne, e molti ragazzi giovani, come gli altri gruppi è sottoposto a un rigoroso controllo dell’idoneità storica degli abiti, delle armi e in generale del loro aspetto.
«Siamo sempre stati accolti in maniera molto calorosa, di solito viene organizzata una festa che, fra canti e balli dell’epoca, mangiate e bevute, termina a notte inoltrata.
«L’indomani viene svolta la rievocazione storica di una battaglia che vede impegnati i lanzichenecchi imperiali al comando di Giorgio Frundsberg. È un’esperienza coinvolgente anche dal punto di vista umano, nascono amicizie, è davvero un’esperienza unica.»
 

Burghausen 2019, omaggio dei Lanzi-Lodron al duca di Baviera ed alla sua corte.
 
A Mindelheim riescono, attraverso le rievocazioni storiche, a radunare grandi masse di persone, fra cui molti turisti, accendendo l’interesse per la storia nella popolazione. Qualche anno fa è stata organizzata una rievocazione storica anche in Trentino, coinvolgendo il gruppo di Mindelheim in una sfilata per le vie di Trento terminata in via Lodron. Può parlarcene brevemente?
«Qualche anno fa si è tenuta, anche se in tono minore, una rievocazione storica alla quale hanno partecipato una cinquantina di lanzichenecchi provenienti da Mindelheim, capeggiati ovviamente da Giorgio Frundsberg e dalla moglie Anna Lodron.
«Il gruppo si è unito a quello proveniente dalle Giudicarie, sfilando insieme per le vie cittadine, fino alla Volksbank in Piazza Lodron, mettendo in scena il trasporto di un dono prezioso che il principe e vescovo di Trento Udalrico Frundsberg aveva fatto nella seconda metà del XV secolo a Mindelheim, la sua città.
«Nella rievocazione i doni sono stati riportati a Trento, esposti nell’area archeologica della banca, è stato così offerta la possibilità ai trentini e ai turisti di ammirare questi oggetti. L’esposizione era integrata con dei pannelli illustrativi che fornivano delle informazioni storiche sugli oggetti sacri e sulle famiglie Frundsberg e Lodron. Il gruppo si è poi spostato nelle Giudicarie, alloggiando nel Castello di San Giovanni a Bondone.»
 

Trento 2008, via Belenzani, rievocazione dell'incoronazione imperiale di Massimiliano I, con la sfilata dei lanzichenecchi di Mindelheim.
 
Ritiene che sarebbe bello ambientare in futuro qualche rievocazione che possa attirare un folto pubblico anche nel centro di Trento?
«Sì, sarebbe bello poter organizzare la rievocazione del matrimonio di Ludovico Lodron con Orsola Cles, nipote del vescovo di Trento. Se a Mindelheim riescono a coinvolgere la popolazione in questo tipo di manifestazioni, suscitando l’interesse per la storia, usufruendo fra l’altro di personaggi storici trentini, anche da noi la cosa può funzionare, lo si è pensato del resto fin dall’inizio, tentando di dare vita a un’esperienza analoga.
«I Lanzi della Valle del Chiese^ potrebbero costituire il nucleo principale mentre io e Gianni Poletti svolgere il ruolo di referenti per la ricostruzione storica. Al matrimonio di Anna, che ha avuto luogo nel Castello del Buonconsiglio, era presente re Ferdinando, fratello dell'imperatore Carlo V e sua moglie, oltre a numerosissimi nobili ospiti.
«Per una settimana vi furono celebrazioni religiose in duomo, feste con balli e raffinati banchetti. Dagli spalti del castello le dame hanno assistito ad una messa in scena dell'assalto ad un castello, che poi fu dato alle fiamme.»
 

Trento 2015, piazza Pasi, sfilata di nobili scortati da lanzichenecchi, Al centro Jakob Fugger, “l'uomo più ricco del mondo”, che porge la mano a Lucrezia Borgia.
 
Anche lei si è scelto un personaggio da interpretare?
«Dai miei contatti con Mindelheim ed in modo particolare con Christian Schedler e Reinhard Bauman ho lentamente imparato a conoscere ed apprezzare il valore ed il significato delle rievocazioni storiche. Non è stato semplice.
«Mi ci sono voluti 10 anni, prima di decidere per un vestito ed un personaggio storico da indagare. Ho scelto, peraltro un po’ frettolosamente, Giovanni Battista Lodron, un uomo interessante ed importante con castelli e varie proprietà in Piemonte, anche se fisicamente non mi assomiglia, lui aveva la barba e una corporatura massiccia, come appare in un ritratto ad affresco nel Palazzo Lodron in via Calepina a Trento.
«Nato nel 1480, iniziò fin da giovane la carriera delle armi, partecipando a numerose battaglie tra le quali quella di Pavia, mentre non prese parte al Sacco di Roma in quanto impegnato sul fronte francese. Partecipò alla guerra di Carlo V in Germania contro i protestanti.
«Morì ucciso dai francesi alla difesa di Casale nel 1555. Per i suoi meriti ottenne numerosi riconoscimenti; fu presente al Concilio di Trento e come ricorda Marin Sanudo, ambasciatore imperiale a Venezia.»
 

Castello di San Giovanni, Bondone, Una serata al campo dei Lanzi-Lodron.
 
Ci può raccontare qualche episodio divertente?
«Me ne viene in mente uno. Durante uno degli incontri preparativi per le manifestazioni di Mindelheim, gli amici tedeschi ci hanno fatto notare, con modi cortesi e con un certo imbarazzo, che secondo le loro mogli le donne trentine partecipanti alle rievocazioni sono un po’ troppo scollate.
«Per sostenere la correttezza storica dell'abbigliamento delle nostre donne ho tenuto una conferenza, con diapositive, sulle scollature del Cinquecento, con puntuali esempi tratti da quadri e descrizioni del tempo.
«Alla relazione erano presenti anche alcuni amici di Mindelheim che hanno convenuto sulla correttezza storica degli abiti ed anche apprezzato le abbondanti scollature delle dame veneziane…»
 
Un’ultima domanda: progetti per il dopo pandemia?
«Nel lungo periodo di forzata sospensione delle attività, causa pandemia, il gruppo Lanzi-Lodron ha ripreso vigore ed entusiasmo.
«Intensa è stata l'attività del Direttivo di contatto con altri gruppi di rievocatori, soprattutto con Mindelheim e con Burghausen ove la nostra partecipazione è costante.
«Più intenso che mai è stato il rapporto, quasi giornaliero, tra i vari soci in modo particolare con messaggini telefonici, scambi di auguri e soprattutto l'invio di immagini fotografiche e video di manifestazioni alle quali hanno partecipato.
«Si è in un certo senso rafforzato il senso di appartenenza e di amicizia e lo scambio di informazioni sulla storia centrata sul loro territorio e naturalmente sui Lodron.
«Una storia che dalla Valle del Chiese si spinge al centro dell'Europa, nel mondo di lingua tedesca, a cavallo delle Alpi...»

Daniela Larentis – [email protected]

Lodrone 2009, Palazzo Bavaria, rievocazione del passaggio di Giorgio Frundsberg e dei suoi lanzichenecchi.