Le bollicine Spagnolli raddoppiano – Di Giuseppe Casagrande
Accanto al Disìo la cantina spumantistica di Cimone ha lanciato sul mercato la cuvée FRAL (acronimo di Francesco e Alvise). La base: Chardonnay e Pinot Nero
Alvise e Francesco Spagnoli brindano al nuovo anno con il Blanc de Noirs Disìo.
Luigi Veronelli, il mitico «Gino», maestro di giornalismo, poeta del vino e della buona tavola, ambasciatore del made in Italy, filosofo illuminato e rivoluzionario, anarchico coraggioso e irriverente, aveva visto giusto quando nel lontano 1978, scendendo dal lago Cei, osservando alcuni vigneti abbandonati e ridotti a degli sgrebeni , rivolto al prof. Francesco Spagnolli, preside dell'Istituto Agrario di San Michele all'Adige, esclamò: «Francesco, rimboccati le maniche perché questi luoghi potrebbero diventare la Champagne d'Italia e Cimone la piccola Epernay del Trentino».
Alvise Spagnolli con papà Francesco e mamma Susy nel vigneto di Cimone.
La profezia di Veronelli su Cimone «la piccola Epernay del Trentino»
Veronelli - dicevamo - aveva visto giusto. Quella profezia su Cimone «piccola Epernay del Trentino» oggi è realtà: i famosi sgrebeni sono diventati dei meravigliosi vigneti terrazzati che non hanno nulla da invidiare alle colline della Côte des Blancs (Chardonnay), alle Montagne di Reims (Pinot Noir) e alla Valle della Marna (Meunier).
Il merito di aver trasformato quei vigneti abbandonati di Cimone in un vero e proprio giardino è di un coraggioso ingegnere con la passione per la viticoltura, Avise Spagnolli.
Passione eredita dal nonno e dal padre Francesco, docente universitario di enologia, divulgatore scientifico, autore di oltre 120 pubblicazioni, nonchè brillante conferenziere. Preside per vent’anni del prestigioso Istituto Agrario di San Michele all’Adige, oggi Fondazione Edmund Mach (che s'appresta a festeggiare i 150 anni di storia), il prof. Spagnolli, uno dei pionieri del metodo classico trentino, ha contribuito a formare alcuni dei più affermati e gettonati enologi del BelPaese.
Il prof. Francesco Spagnolli con Gino Veronelli a Cimone nel lontano 1978.
Dal nonno al papà, la passione di Alvise per il mondo delle bollicine
Bene, con cotanto padre alle spalle, sintesi perfetta tra tecnica e artigianalità, il figlio Alvise non poteva non rimanere affascinato da questo mondo. Laureatosi a pieni voti in Ingegneria energetica presso il Politecnico di Milano, ha ben presto abbandonato la brillante carriera di ingegnere. Il desiderio di ricongiungersi con la campagna, mai dimenticata, era troppo forte e così, gettando il cuore oltre l'ostacolo, ha abbracciato a tempo pieno l'attività di vignaiolo che gli era congeniale fin dalla nascita essendo cresciuto tra i vigneti di famiglia.
Coccolato dai personaggi più illustri dell’enologia europea e seguendo i consigli di papà, ha studiato e viaggiato molto per conoscere i segreti del pianeta vino, segreti che oggi sta mettendo in pratica con successo e grandi soddisfazioni.
Gian Arturo Rota del Seminario Veronelli con Alvise e Francesco Spagnolli.
Disìo, l'omaggio di Alvise e Francesco Spagnolli al Sommo Poeta
Oggi la Cantina Spagnolli Spumanti di Montagna, adagiata a Covelo di Cimone, sul versante sud-orientale del Monte Bondone, con le viti che si nutrono del suolo calcareo argilloso sostenuto dalla marna degli antichi fondali marini, è un fiore all'occhiello.
Dotata delle più moderne tecnologie, la maison Spagnolli Spumanti regala ai wine lover delle bollicine davvero esclusive per freschezza, sapidità, eleganza.
L'espressione autentica del territorio è racchiusa nelle due tipologie di spumanti che la maison propone al mercato: il «Disìo» e il «Fral». Per il battesimo del gioiello di famiglia, «Disìo», un Trentodoc Blanc de Noirs, Pinot Nero in purezza, Alvise e Francesco Spagnolli si sono ispirati al Sommo Poeta ed in particolare ad un brano della Divina Commedia: «Era già l'ora che volge il disìo ai naviganti e 'ntenerisce il core» (VIII Canto del Purgatorio).
Alvise e Francesco Spagnolli assaggiano la base spumante in cantina.
Straordinaria la prima annata della maison: il Disìo 2016
Dopo ripetuti assaggi e prove di botte nel 2021 ecco l'atteso battesimo del primo Trentodoc della casa: l'Extra Brut Blanc de Noirs Disìo annata 2016. Un metodo classico di nobile blasone. Poche bottiglie: 2.086 e dieci magnum. Riporto quanto avevo scritto all'esordio di questa prima esperienza. Color paglierino brillante, perlage di rara finezza con le bollicine che danzano allegre nel calice e che ricordano gli spensierati balli sull'aia, questo Blanc de Noirs regala al primo impatto un bouquet di fragranze alpestri (dal biancospino alle mele antiche, dal muschio ai frutti di bosco) e «nuances» agrumate (bergamotto, cedro, chinotto) piacevolissime, mentre al palato è un'esplosione di freschezza e sapidità a dispetto della lunga permanenza sui lieviti e del successivo affinamento in bottiglia.
Sensazioni che accompagnano ed esaltano la struttura, possente ed elegante ad un tempo, di queste leggiadre bollicine di montagna: freschezza, sapidità, equilibrio, persistenza.
Una sinfonia d'amorosi sensi. Un'emozione per il palato come i refoli di vento che scendono dalle crode del Bondone ed accarezzano l'anfiteatro vitato di questo angolo di paradiso.
La targa che ricorda l'amicizia di Francesco e Alvise Spagnolli con Gino Veronelli.
Belissima la bottiglia e splendida l'etichetta a rilievo su sfondo nero
Bellissima la bottiglia (una champagnotta con la gabbietta imprigionata nella ceralacca) e splendida l'etichetta a rilievo su sfondo nero con incisioni in oro che ricordano i contrafforti dapprima dolci e, salendo in quota, sempre più imponenti del Monte Bondone che dall'alto protegge amorevolmente in un abbraccio sensuale i vigneti di Cimone.
Un elegante astuccio, infine, descrive all'interno le proprietà catastali degli Spagnolli e sul frontespizio una lettera autografa di Luigi Veronelli del 26 aprile 1996: «Caro Francesco, hai avverato il nostro giovane sogno di quella vigna a Cimone... anche per questo ti sono infinitamente grato» (firmato Gino Veronelli).
Dante Alighieri, il padre della lingua italiana, cacciato da Firenze, morì a Ravenna nel 1321.
Di nobile blasone e raffinatezza anche il Disìo Blanc de Noirs annata 2017
Di nobile blasone anche la seconda annata: il Disìo annata 2017: bottiglie prodotte 2500 e 386 magnum. Si presenta con un bel colore giallo paglierino che vira verso tonalità tipiche del limone, fantastico il perlage, fitto e delicato, con brillanti riverberi che impreziosiscono il calice. Al naso palesa subito la sua grinta regalando piacevoli note fruttate (mela cotogna, melograno ed agrumi) che si sposano con le più articolate percezioni di pasticceria.
In bocca è ampio, deciso, netto con una acidità che fa da contrappunto ad una spiccata sapidità tipica dei grandi spumanti di montagna. Imponente e ben strutturata la trama, quasi infinita la persistenza in bocca.
Il sommelier emiliano-romagnolo Marcello Carli nel bellissimo volume sulle «Bollicine Estreme» del Trentino confessa: «Il Disìo Blanc de Noirs è tra i più emozionanti che io abbia assaggiato negli ultimi anni per la purezza e l'ampiezza del frutto, per la mineralità che rivela al palato tutta la scalpitante salinità delle vigne da cui è originato e per la raffinatezza della trama carbonica che si ridimensiona a contatto con l'ossigeno. Il suo sapore mi ricorda i grandi Champagne Ambonnay di André Beaufort.»
Il Blanc de Noirs Disìo (Pinot Nero in purezza) della casa spumantistica Spagnolli.
ll Disìo 2018 sboccato nel marzo 2023 non è ancora in commercio
Promette bene anche il millesimo 2018 che non è ancora in commercio. L'annata si è distinta - racconta Alvise Spagnolli - per la sua complessità: un germogliamento precoce, seguito da un maggio di freschezza inusuale, che ha preceduto l'intenso caldo estivo. Fortunatamente, l'altitudine (600 metri) e le brezze gelide che scendono dalle cime del Bondone hanno contribuito a mitigare l'intensità del clima. La vendemmia ha avuto il suo inizio tra la prima e la seconda decade di settembre, anticipando leggermente la media stagionale.
Grazie alle condizioni climatiche di agosto, le uve hanno raggiunto un'ottima maturazione, arricchendosi di una naturale freschezza e di un corpo ben strutturato.
Per l'affinamento dei vini base, abbiamo optato per un utilizzo bilanciato di acciaio inox e barriques, riservando quest'ultimo per una quota pari al 30%. Le sperimentazioni nell'assemblaggio hanno rivelato la necessità di esaltare la freschezza del vino, privilegiando una maggiore percentuale di Pinot Nero, selezionato dai nostri terreni argilloso-calcarei, parte integrante del nostro anfiteatro vitato.
Nel risveglio della primavera successiva, i vini contenuti in Disìo hanno intrapreso un processo di presa di spuma lento e graduale, che si è completato nell'arco di alcuni mesi. Questo processo è stato seguito da una maturazione sui lieviti protrattasi per oltre 50 mesi, consentendo così al tempo di armonizzare le note più incisive del Pinot Nero di montagna, regalando così al vino una complessità e una morbidezza davvero rare. Produzione: 3000 bottiglie e 300 magnum. Non è ancora in commercio: le bottiglie saranno degorgiate nel 2024.
FRAL (FRancesco e ALvise): due vitigni, due generazioni a confronto
Il secondo gioiello della casa spumantistica di Cimone è la cuvée FR|AL, acronimo che rappresenta due generazioni (FRancesco e ALvise Spagnolli) e nasce dal matrimonio d'amorosi sensi tra due preziosi vitigni: il Pinot Nero e lo Chardonnay.
Tra le numerose sperimentazioni di papà - ricorda Alvise Spagnolli - sono emerse in modo memorabile alcune bottiglie, assemblate con l'aggiunta di una sempre ragionata quota di vini di riserva. Questo aspetto ci ha ispirati e guidati nella concezione e definizione di FR|AL, dove l'aggiunta del vino di riserva nel blend ci ha consentito di caratterizzare in modo inequivocabile questa nostra seconda creazione. Una cuvée per noi preziosa poiché rappresenta e sintetizza il nostro peculiare terroir e il nostro modo di interagire con esso.
È la matrice e la somma della nostra esperienza e della nostra cultura enoica.
Una cuvée di Pinot Nero (35%) e Chardonnay (65% con un 5% di vino di riserva)
La base spumante della vendemmia 2019 è Pinot Nero 35% e Chardonnay 65%, di cui il 5% è un vino di riserva. Il risultato è un vino piacevolmente giovane e sapido con una spiccata acidità che è ammansita dalla sofisticata morbidezza del vino di riserva di casa Spagnolli.
«Con l'acronimo FR/AL - ha confessato Alvise Spagnolli - ho voluto esprimere e celebrare l'unione tra il mio sapere e quello di mio padre. Inoltre, lo considero un tributo verso l'uomo che ha contribuito in modo significativo a determinare la qualità del vino trentino e che mi ha consentito di intraprendere questa meravigliosa esperienza.»
Affinamento: acciaio inox per il Pinot Nero e barriques e tonnaux di rovere francese per lo Chardonnay. Sosta sui lieviti: oltre 40 mesi Sboccatura: giugno 2023. Produzione annua: 4000 bottiglie e 200 magnum.
Color giallo paglierino dai riflessi dorati, questa cuvéeil FRAL Brut Trentodoc si presenta al calice con la leggiadria e l'esuberanza tipiche delle bollicine di montagna.
All'olfatto, si alternano suggestioni di frutti a polpa gialla, petali di fiori bianchi, accenni di vaniglia e sentori di legno pregiato. In bocca è un'esplosione di sapidità con un’acidità che è mitigata dalla generosa morbidezza dello spumante che, in armonia con le bollicine che danzano nel calice, conferisce a questa cuvée una nota piacevolissima che accarezza il palato. A questo punto, a noi non resta che aggiungere: chapeau!
In alto i calici. Prosit!
Giuseppe Casagrande - [email protected]